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Ancora scosse di terremoto in Turchia e i palazzi crollano. Gli aiuti faticano a raggiungere la Siria
I soccorsi continuano a estrarre persone da sotto le macerie, ma tra i turchi cresce il malcontento contro i condoni edilizi. Un convoglio umanitario è riuscito a passare dall'unico valico per portare sostegno ai siriani
Sono circa 20 mila le vittime del devastante terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria. Nel pomeriggio, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha dato un aggiornamento nel bilancio dei morti nel suo paese, che ora, secondo i dati ufficiali, sono 16.546. Mentre all'interno dei confini siriani si contano 3.162 persone uccise.
Intanto, dopo le prime difficoltà nei soccorsi, ammesse ieri anche dallo stesso Erdogan, i salvataggi proseguono. In seguito all'appello dei Caschi bianchi, organizzazione umanitaria che opera in Siria, anche nelle zone non sotto controllo del regime di Bashar el Assad, l'Unione europea ha deciso di dare sostegno con 6,5 milioni di euro (3,5 in Siria e 3 in Turchia). Nella regione da parte siriana, dove anche prima del sisma 4,1 milioni di persone necessitavano di assistenza umanitaria, portare aiuti è ancora difficile, a causa degli equilibri geopolitici che ostacolano il passaggio, anche se il primo convoglio umanitario è è riuscito a transitare dall'unico valico rimasto tra Turchia e Siria per accedere alle zone "ribelli", quello di Bab al Hawa. Le squadre di soccorso hanno dichiarato che almeno 1.900 siriani stati uccisi dal terremoto, mentre centinaia di famiglie sono intrappolate tra le rovine delle loro stesse case. Ora il Regno Unito si è unito all'Ue sul sostegno, annunciando che impiegherà 3 milioni di sterline per finanziarie le operazioni di ricerca e soccorso nelle parti della Siria più colpite. Anche l'Italia, nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri che si è tenuto oggi nel pomeriggio, ha deliberato lo stato di emergenza per intervento all'estero e ha deciso di fornire sostegno ai territori colpiti di Turchia e Siria con fondi fino a 11 milioni di euro.
Inoltre, da parte turca cresce il malcontento dei cittadini verso i periodici condoni che hanno permesso di non applicare sistematicamente i regolamenti edilizi. Così tutte le strutture costruite senza rispettare le norme di sicurezza hanno contribuito ad alimentare la catastrofe. Negli anni, nella regione colpita dal sisma sono state concesse amnistie amministrative per circa 75 mila palazzi.
Alla rabbia della popolazione si aggiungono le temperature rigide che rendono i salvataggi sempre più complessi, le continue scosse di assestamento e i tempi sempre più stretti per i soccorsi: "Ci sono ancora scosse di assestamento qui e c'è il rischio costante che altri edifici crollino. Ma la maggior parte delle case sono già scomparse. Un uomo viene da me e mi dice che i suoi fratelli sono sepolti in un edificio vicino e hanno bisogno di aiuto. L'aria è densa per il fumo del fuoco, la gente sta bruciando legna per riscaldarsi. Tutto è ricoperto dalla polvere e dalla sporcizia delle macerie", è una testimonianza da Antakya, che riporta Bbc.
L'editoriale dell'elefantino