(foto Ansa)

a bruxelles

Meloni se la prende con Macron. Ma con lei l'Italia è tornata una "media potenza"

David Carretta

Lamentarsi per il mancato invito alla cena di Parigi con Zelensky significa dimenticare la relazione speciale che lega Francia e Germania, il peso militare dei due paesi e l'esposizione con l'Ucraina. Così le accuse della premier rischiano di ridurre ulteriormente la nostra autorevolezza a livello europeo

Bruxelles. Lo sbotto di rabbia che ha spinto Giorgia Meloni a denunciare come “inopportuno” l'invito a cena di Emmanuel Macron a Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky non è solo una reazione identitaria del presidente del Consiglio, ma anche una confessione di debolezza sullo scacchiere europeo. Le ragioni sono molte e variegate. Meloni è una leader nazionalista, con una storia anti-europea e anti-francese, alla testa del governo più a destra di sempre in Italia, alleata o vicina agli euroscettici Mateusz Morawiecki e Viktor Orban. Da quando è arrivata a Palazzo Chigi, malgrado le sue rassicurazioni sul sostegno all'Ucraina, l'Italia è apparsa meno impegnata a favore di Kyiv in termini di aiuti militari, finanziari e politici rispetto a quanto fatto da Mario Draghi. Nell'Ue l'Italia è tornata a chiedere (flessibilità sul Pnrr o un codice sulle ong) invece che proporre (un fondo comune di debito europeo) o fare (le riforme interne). Lungi dall'essere isolata – in fondo altri 24 stati membri dell'Unione europea non sono stati invitati – con Meloni l'Italia è semplicemente tornata allo status di media potenza, che è sempre stato il suo negli ultimi trenta anni, tranne per la parentesi Draghi. Ma anziché fare spallucce e passare oltre perché sicura di sé, o magari rilanciare con iniziative a sostegno dell'Ucraina, Meloni ha preferito riaccendere lo scontro con la Francia che si era sopito dopo il brutto incidente della Ocean Viking. E lo ha fatto con un'insinuazione di basso profilo: Macron ha invitato Zelensky per “privilegiare la propria opinione pubblica interna”.

 

La risposta di Macron è arrivata nel corso della notte, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. “Non ho avuto incontri bilaterali con Meloni. Ma ci siamo incrociati. Mi felicito soprattutto per aver fatto insieme una cosa importante per l'Ucraina con la decisione sui SAMP/T (il sistema di difesa anti aereo italo-francese, ndr). È questo che conta. È l'efficacia. E io sono sempre rispettoso delle persone e delle scelte. È una questione di principio”, ha detto il presidente francese. Macron ha contestato a Meloni la sostanza e la forma. La sostanza è quello che l'Italia fa effettivamente per l'Ucraina. La forma è evitare gli attacchi personali con delle insinuazioni. Se Macron ha voluto organizzare la cena con Zelensky estendendo l'invito a Scholz è per ragioni altre dall'opinione pubblica interna. L'incontro è stato improvvisato dall'Eliseo dopo la visita trionfale a Londra del presidente ucraino. Era necessario non lasciare tutta l'iniziativa sulle armi al Regno Unito, appena uscito dall'Ue. Soprattutto – spiega al Foglio una fonte europea - “aveva perfettamente senso per Zelensky incontrare bilateralmente Macron e Scholz”. Il presidente francese e il cancelliere tedesco hanno rappresentato il campo del dialogo con Putin e va evitata la tentazione del cessate il fuoco o delle soluzioni politiche. Soprattutto Francia e Germania sono i due paesi con gli arsenali e le casseforti più piene. Sono loro che possono fornire più carri armati pesanti, missili a lunga gittata, munizioni, oltre agli aerei da combattimento chiesti da Zelensky (Macron ha escluso che possano arrivare nelle prossime settimane). Sono loro che possono comprare armi in Brasile o Corea del sud.

 

La priorità è reggere oggi e condurre le operazioni utili in primavera e estate”, ha spiegato il presidente francese. L'Italia ha le stesse capacità di Germania e Francia ed è pronta a inviare carri armati da combattimento, carri leggeri, missili e artiglieria? Meloni è in grado di dirigere la sua maggioranza sull'Ucraina, se i leader di due dei partiti che la compongono si mettono a protestare per la presenza di Zelensky a Sanremo? Lamentarsi per l'assenza dell'Italia della cena di Parigi significa dimenticare la relazione speciale che lega Francia e Germania. Dal trattato dell'Eliseo, e ancor più nell'ultimo ventennio, il franco- tedesco è stato un metodo di lavoro permanente tra i presidenti francesi e i cancelliere tedeschi. Nessun presidente del Consiglio italiano è mai stato associato, con l'eccezione parziale di Draghi, che era stato incluso più per la sua autorevolezza nell'Ue che per il peso effettivo dell'Italia. Draghi aveva anche avuto un ruolo di leadership sull'Ucraina, che ha permesso di trascinare Francia e Germania su posizioni molto più favorevoli a Kyiv. Era stato Draghi a inventarsi il congelamento delle riserve della Banca centrale russa.

 

Era stato sempre Draghi a dare il sostegno decisivo alla richiesta dell'Ucraina di ottenere lo status di paese candidato all'Ue, inizialmente osteggiato da Macron e Scholz. Per molti aspetti, il 16 giugno del 2022, non erano stati Macron e Scholz a far salire Draghi sul treno per andare a Kyiv, ma il contrario. Il fatto è che Meloni non è Draghi, né per il suo ruolo sull'Ucraina né per la sua autorevolezza dentro l'Ue. Con lei, l'Italia è tornata allo status di media potenza. Non a caso, nei gruppi di paesi che hanno incontrato Zelensky a margine del Consiglio europeo, è stata inserita in quello composto dagli stati membri appena sotto Francia e Germania per dimensioni o peso economico-politico: Spagna, Polonia, Romania, Paesi Bassi e Svezia. Lo sbotto di rabbia di Meloni, come la sua ossessione per mostrare un incontro bilaterale con Zelensky, ha ridotto ulteriormente l'autorevolezza dell'Italia. Un leader fiducioso di un paese forte avrebbe risposto con iniziative più forti a favore dell'Ucraina dei riluttanti franco-tedeschi. La giornata nera di Meloni a Bruxelles è stata una profezia che lei stessa ha deciso di realizzare.

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