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Xavier Niel lancia la sua ultima rivoluzione, questa volta nel settore televisivo
Sostituire il canale M6 con il suo nuovo progetto: Six. Fra le promesse di questa novità c'è una programmazione ricca di film, documentari e spettacoli, ma anche una partecipazione maggiore al finanziamento delle produzioni audiovisive e cinematografiche
Parigi. Domani Xavier Niel avrà un’ora di tempo per convincere l’Autorité de régulation de la communication audiovisuelle et numérique (Arcom) di avere un dossier credibile per sostituire M6, il sesto canale del digitale terrestre francese. Xavier Niel, ottavo uomo più ricco di Francia, patron di Iliad, co-proprietario del Monde e imprenditore tentacolare amato dai millenial con investimenti in negozi, palazzi, hotel di lusso e incubatori di start-up, presenterà il suo progetto televisivo, Six, con cui punta a rimpiazzare il canale M6, la cui licenza di operatore di rete televisiva scade il prossimo 5 maggio.
“Se vincerà la partita, la deflagrazione sarà violenta. A implodere sarà l’intero paesaggio audiovisivo francese”, ha pronosticato sul Figaro un esperto di media. L’aria assomiglia molto a quella che si respirava ai tempi dell’arrivo di Free nell’universo delle telecomunicazioni, quando Niel si presentò con la camicia stropicciata, i capelli spettinati e il suo curriculum da imprenditore nel mondo dei peep show, offrendo ai francesi (cinque anni prima degli americani) il triple pay: web, telefono e televisione tutto in unica scatola, la Freebox, appunto. Fu un terremoto, che rischia oggi di riprodursi.
L’occasione è unica: mai, dal 1987, anno della privatizzazione di Tf1 (l’altro canale con licenza di trasmissione in scadenza il 5 maggio) e dell’ingresso di M6 nello scacchiere televisivo, c’era stata concorrenza. Ora, con l’apertura del bando a tutti decisa dall’Arcom, i rispettivi proprietari dei gruppi Tf1 e M6, il magnate delle tlc Martin Bouygues e il colosso tedesco dei media Bertelsmann dovranno vedersela con Niel, “il pirata”, come viene soprannominato. Dopo averci provato, invano, nel maggio 2021 e nell’ottobre 2022, Niel, attraverso la Njj Projet 5523, filiale della sua holding personale, è ora convinto di farcela. Fra le promesse di Six figurano: una programmazione ricca di film, documentari e spettacoli in prima serata, una presenza consistente di trasmissioni di informazione e di dibattito, ma anche una partecipazione rafforzata al finanziamento di produzioni audiovisive e cinematografiche.
Il nome dell’offensiva è esplicito: Njj Projet 5523 fa riferimento alla data di scadenza delle licenze di Tf1 e M6, il giorno in cui Niel vuole sconquassare la televisione francese. Ma l’uomo d’affari cercherebbe anche altro. “Xavier Niel è alla ricerca di rispettabilità e notorietà. In termini di influenza, possedere un canale televisivo è meglio che essere membro del Siècle”, ha dichiarato un attore del mondo politico al Figaro, riferendosi all’esclusivissimo club che riunisce i leader della politica, dell’economia e della cultura francesi. Alcune malelingue ricordano che Délphine Arnault, figlia del boss di Lvmh e attuale moglie di Niel, è stata nel consiglio di sorveglianza del gruppo M6. E uno specialista dei media sentito dall’Afp ha messo in guardia il mondo dei media francesi dalla possibile irruzione di Niel: “È un imprenditore pericoloso quando entra in un mercato chiuso”. È la sua specialità: essere il sabotatore del sistema, l’hacker, la scheggia impazzita. Nicolas de Tavernost, amministratore delegato di M6, si chiede preoccupato che fine farà la sua rete nel caso in cui l’Arcom decidesse di concedere la licenza a Six e quale sarà il futuro del gruppo. È la guerra dei bottoni (del telecomando).
I conservatori inglesi