Blitz alla Bbc India. A Modi non è andato giù il documentario sul suo passato
Irruzione delle autorità negli uffici dell'emittente britannica per accertamenti fiscali. I giornalisti raccontano di sequestri e sigilli. Neanche un mese fa era andato in onda "The Modi question" sul massacro del 2002 nel Gujarat di cui il primo ministro sarebbe "direttamente responsabile"
Ieri negli uffici della Bbc a New Delhi e Mumbai hanno fatto irruzione più di cinquanta uomini delle autorità indiane per accertamenti fiscali. I giornalisti hanno raccontato del sequestro di documenti, computer e telefoni, e dei sigilli messi sugli uffici. “Stiamo collaborando pienamente. Speriamo che questa situazione si risolva il prima possibile”, ha affermato l’emittente britannica su Twitter. Neanche un mese fa era andato in onda il documentario – disponibile solo nel Regno Unito – India: The Modi Question, sui rapporti del primo ministro Narendra Modi e del suo partito nazionalista hindu Bharatiya Janata Party (Bjp) con la minoranza musulmana del paese.
Il documentario è diviso in due parti ma ad aver suscitato maggiore scalpore era stato il primo episodio sugli scontri del 2002 tra le comunità hindu e musulmana dello stato del Gujarat, di cui Modi era allora governatore: secondo la Bbc, che cita fonti inedite, il primo ministro sarebbe “direttamente responsabile” del massacro avvenuto in quei giorni, un pogrom in cui furono uccisi più di duemila musulmani. Nonostante in India il documentario non sia disponibile, alcuni spezzoni hanno iniziato a circolare e i più curiosi sono riusciti a scaricarlo lo stesso con l’utilizzo di una Vpn: sin dal principio il governo indiano s’è infuriato, è ricorso alla censura sui social invocando una legge d’emergenza, l’ha etichettato come “propaganda ostile e spazzatura anti India” e ha arrestato studenti che proiettavano il documentario.
Gaurav Bhatia, un portavoce del Bjp, ieri in conferenza stampa ha definito la Bbc “l’organizzazione più corrotta del mondo” e l'ha accusata di “rapporti velenosi, superficiali e guidati dall'agenda”. I membri dell'opposizione hanno invece criticato il blitz: “Nel momento in cui l'India detiene la presidenza del G20, il primo ministro Modi continua a mostrare sfacciatamente la scivolata dell’India verso l'autoritarismo e la dittatura”, ha twittato il deputato del Congresso Gaurav Gogoi.
Ma mentre i funzionari del Bjp hanno iniziato a collegare teorie del complotto sulla natura del blitz a possibili finanziamenti del Partito comunista cinese alla Bbc e sospette irregolarità fiscali, a molti sembra chiaro il ruolo del documentario in questa vicenda. Il Press Club di New Delhi in una dichiarazione lo ha definito “un chiaro caso di vendetta” che fa parte di una più ampia tendenza a intimidire ogni critica nei confronti del governo, che secondo molti attivisti e gruppi per i diritti umani è ormai all’ordine del giorno e mina sempre di più la libertà di stampa indiana.
La Bbc è solo l’ultima organizzazione – e l’unica internazionale – a subire un’indagine sull’evasione fiscale dopo le critiche al governo Modi. In India già in passato sono stati effettuati blitz di natura fiscale contro Oxfam e diversi think tank, mentre Amnesty International, che ha definito l’irruzione di ieri “un palese affronto” alla libertà di espressione, ha dovuto chiudere le sue operazioni in India nel 2020 dopo che i suoi conti erano stati congelati da un’agenzia del governo centrale. “Le autorità indiane stanno chiaramente cercando di molestare e intimidire la Bbc per la sua copertura critica del partito al governo”, ha detto Aakar Patel, presidente del consiglio di amministrazione di Amnesty International India.