Innocenti e colpevoli
La deterrenza dell'occidente con Putin è stata debole e dunque sconfitta
Non conviene a noi democratici limitarci alla via breve dell’evidenza: tu hai invaso, noi resistiamo e il nostro obiettivo è impedire che tu ci riprovi. Dobbiamo assumere la realtà del tentativo russo di cambiare l'ordine internazionale
Con Vladimir Putin uno se la potrebbe sbrigare facilmente opponendogli le meravigliose intercettazioni che ricalcano la sua versione punto per punto del boss mafioso Matteo Messina Denaro (qualche volta le intercettazioni servono anche per scopi non direttamente giudiziari). Più elegante magari partire da Jürgen Habermas e dalle sue considerazioni sulla corresponsabilità politica nata dal sostegno armato occidentale alla resistenza ucraina, ma insomma, è un caso in cui si guadagnerebbe tempo a andare per le spicce. Data la presenza, però, di agitate e rumorose minoranze putiniane, che vogliono prendere l’opinione generale occidentale per stanchezza, e con l’inganno mediatico noto dei talk-show, meglio fare un giro un po’ più lungo e ragionare come se il capo russo non fosse semplicemente un autocrate bullo e criminale che rigira la frittata per esigenze di bassa propaganda. Lo è, ma è più convincente in qualche caso fare finta che non lo sia.
Non è molto sensato per noi occidentalisti e democratici limitarci alla via breve dell’evidenza: tu hai invaso, noi resistiamo e il nostro obiettivo è impedire che tu ci riprovi. Dobbiamo invece assumere in pieno la realtà “clausewitziana”: tra gli altri motivi dell’invasione putiniana (il lascito storico, un velo paranoide, esigenze interne legate alla durata eternizzata del suo mandato eccetera), c’è il tentativo di riequilibrare l’ordine internazionale a vantaggio della Russia e di un pezzo importante di mondo, che fino a ora comprende la Cina, perché quello di Putin è un crimine e un calcolo politico (sbagliato), è la continuazione della politica con altro mezzo, la guerra. Dal punto di vista del calcolo nessuno è per così dire innocente, non esistono buoni e cattivi, esiste solo il teatro tragico delle scelte politiche, l’impalatabilità degli argomenti di Putin deriva dalla scelta del mezzo e dalla particolare ferocia criminale nel perseguire scopi politici con mezzi armati.
La Nato è un’alleanza difensiva, d’accordo. Dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, che ancorava alla fedeltà alla casa madre con i carri armati e non, come da noi, con le elezioni e l’influenza politica (anche del deep state), la Nato è rimasta dov’era (alleanza difensiva strategica e asse dell’ordine mondiale possibile nel rispetto di un modello democratico), e si è espansa verso est con procedure, diciamo così, democraticamente accettabili dal punto di vista della volontà, della sovranità e della sicurezza dei suoi nuovi membri. Il regime nazista ucraino e il colpo di stato del Maidan sono invenzioni, balle, cose farlocche alle quali non crede nessuno con la testa sulle spalle, risorse argomentative da regime canaglia che motiva una scelta di guerra imperialista. Sono appunto argomenti di guerra puri e semplici, costruiti ex post, per giustificare il salto dalla deterrenza mutua alla forzatura armata e devastatrice. Non è che l’occidente è una mammola, è che ha cercato l’integrazione economica nella globalizzazione, ha costruito una linea di deterrenza verso la Russia post sovietica costituendo quello che oggi viene alla luce come il fronte euro-orientale di resistenza all’espansionismo del Cremlino, ha fatto tutto questo garantendo la Russia con la sua stessa dipendenza energetica (ora in via di smantellamento), così come il Grande business con la Cina è considerato ancora adesso una deterrenza contro la riedizione della guerra non guerreggiata degli anni in cui Cina e Russia armavano pezzi di mondo contro l’occidente e gli Stati Uniti per vincere la fase fredda della guerra seguita alla fase calda, mondiale. Putin, come Messina Denaro, suo consulente o di cui è consulente, e come decine di intelletti all’ammasso, anche non appartenenti a cosche siciliane, vuole dimostrare che c’è un gioco di equilibrio in cui la Russia si difende e contrattacca e minaccia finanche il nucleare.
La risposta è: sì, c’è un gioco di equilibrio, è la natura delle cose, e l’occidente è un giocatore, solo che la sua deterrenza è stata debole, è stata sconfitta (le polemiche sul mancato armamento dell’Ucraina e sulla sua tenuta ai margini di Nato e Unione europea ce le ricordiamo, come ricordiamo la questione della dipendenza energetica come garanzia alla Russia per evitare la deriva bellica); inoltre, cosa decisiva, l’occidente non ha valicato la linea della deterrenza mentre l’altro mezzo, la guerra più infima e crudele negli obiettivi e strumenti, è quello scelto dall’imperialista Putin. Noi non siamo innocenti, ma Putin e il suo progetto sono sicuramente colpevoli.