AP Photo / Geert Vanden Wijngaert

L'Ucraina è Europa

Charles Michel ci dice che ci sarà sostegno a Kyiv “fino alla vittoria”

David Carretta

Il presidente del Consiglio europeo ricorda la notte di un anno fa e ripercorre la "rivoluzione" nella difesa. E dice a Zelensky: "Vi accompagneremo nel vostro cammino che deve condurre all’adesione all’Ue"

Bruxelles. L’Unione europea non tornerà al “business as usual” con l’Ucraina, ma la sosterrà “fino alla vittoria” perché la guerra lanciata da Vladimir Putin rappresenta “un pericolo esistenziale per l’Europa democratica”, dice al Foglio il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. In un’intervista esclusiva a un anno esatto dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, Michel racconta della notte in cui è cominciata l’invasione: una telefonata di Volodymyr Zelensky alle quattro del mattino sul suo cellulare e lo choc iniziale. Sono seguite decisioni storiche, adottate all’unanimità, sulle sanzioni e le forniture di armi a Kyiv. La sorprendente unità dei Ventisette prosegue ancora oggi. Secondo Michel, la guerra della Russia ha innescato una “rivoluzione” per l’Ue che segna l’inizio dell’Europa della difesa. La promessa all’Ucraina, oltre a sostenerla militarmente, è di accompagnarla fino “all’adesione all’Ue”. 


Erano le quattro del mattino della notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 quando Michel ha ricevuto direttamente sul suo cellulare una telefonata del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Ci aspettavamo un attacco dalla Russia da un giorno all’altro”, ricorda il presidente del Consiglio europeo. Ma l’attacco iniziato da poco sembrava aver sorpreso l’Ue per la sua portata. “La mia reazione? Lo choc, quando il presidente Zelensky mi disse che l’intero territorio ucraino era stato bombardato, con un’invasione massiccia di terra da est e da sud”. Quel giorno gran parte dei leader europei – come ha ammesso l’Alto rappresentante, Josep Borrell – era convinta che Kyiv avrebbe resistito pochi giorni, al massimo una settimana. Eppure l’Ue ha reagito con misure senza precedenti e con una determinazione mai vista in nessun’altra crisi. “Penso che l’unità si spieghi prima di tutto con un’intima convinzione di ciascuno dei 27 leader: è che l’attacco sferrato dalla Russia, soprattutto se le avessimo lasciato fare, rappresentava un pericolo esistenziale per l’Europa democratica, e più in generale per la sicurezza globale”, spiega Michel. “La pace non ha prezzo. Ma a volte ha un costo. Tutti erano consapevoli fin dall’inizio che affrontare questa minaccia avrebbe avuto un costo. Ma questo non ha intaccato la nostra unità”.

 

Un anno dopo, malgrado difficoltà e costi significativi (compresa la guerra del gas lanciata da Putin), l’unità dell’Ue regge. Oggi dovrebbe essere approvato il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. “Nell’ultimo anno, abbiamo preso tutti e 27 decisioni storiche. In particolare nove, e presto dieci pacchetti di sanzioni adottati all’unanimità”, spiega Michel. Un’altra decisione storica è stata quella adottata “due giorni dopo l’attacco russo di consegnare armi come Unione europea all’Ucraina”. Secondo Michel, “ha segnato il vero inizio dell’Europa della difesa”. Eppure gli arsenali si stanno svuotando, al punto che non ci sono più scorte di munizioni da trasferire all’Ucraina. Perché? Le scelte politiche sulla produzione e l’acquisto di armamenti erano state fatte al vertice di Versailles del marzo 2022 e sono “una rivoluzione”, risponde Michel. Ma “per rendere le cose operative” servono “molte innovazioni” per l’Ue: ora “è necessario accelerare”. Secondo il presidente del Consiglio europeo, occorre consegnare all’Ucraina tutte “le armi e l’equipaggiamento di cui ha bisogno per respingere l’aggressione russa”.

 

Dopo un anno di guerra, qual è il messaggio dell’Ue all’Ucraina e ai suoi cittadini? “Difendendo la vostra libertà difendete anche la nostra”, risponde Michel: “Saremo al vostro fianco fino alla vittoria. E vi accompagneremo nel vostro cammino che deve condurre all’adesione all’Ue”. Nella storica visita a Bruxelles, Zelensky ha chiesto con insistenza di avviare i negoziati di adesione nel 2023, come se fosse consapevole del rischio di una frenata improvvisa per i meccanismi dell’allargamento, le condizionalità sulle riforme e le decisioni all’unanimità. Per Michel, non ci sarà “business as usual nei confronti dell’Ucraina, che è in guerra e che, nonostante questo, continua le sue riforme e i suoi sforzi per entrare nella nostra Unione. L’unanimità per aprire i negoziati fa parte delle regole e non le cambieremo”. Tuttavia, “se entrambe le parti hanno la volontà e la capacità di fare più velocemente ciò che a volte è stato fatto lentamente in passato, tanto meglio!”. Secondo Michel, per l’Ucraina “è possibile”. Lo status di candidato è un modo di sostenere anche la Moldavia, che sta subendo “un’enorme pressione, diretta e indiretta, dalla Russia”. Per Michel “non è una novità”, ma “sosteniamo la Moldavia in molti settori, compresa l’energia”. La sfida a Putin è fatta anche di gesti al contempo simbolici e concreti: “L’Europa intera sarà presente a Chisinau il primo giugno per il secondo vertice che riunirà 50 capi di stato o di governo della Comunità politica europea”.

Di più su questi argomenti: