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La sfida di Putin: visita notturna a Mariupol per farsi beffe della condanna dell'Aja
È il primo sopralluogo del leader russo nei territori occupati del Donbass dall'inizio della guerra. "Un criminale torna sempre sul luogo del delitto", commenta il consigliere del presidente ucraino
Con il favore delle tenebre, e nonostante il mandato di cattura internazionale, Vladimir Putin è comparso per una "visita di lavoro" a Mariupol, la città ucraina sul Mar d'Azov caduta nelle mani di Mosca dieci mesi fa dopo essere stata ridotta in macerie dai bombardamenti russi. E' la sua risposta all’incriminazione da parte del Tribunale internazionale dell’Aja che lo accusa di avere deportato bambini ucraini nella Federazione. Avvenuto tra sabato sera e la notte di domenica e alla vigilia dell’arrivo a Mosca di Xi Jinping, questo è il primo sopralluogo del leader russo nei territori occupati del Donbass dall'inizio della guerra. Un gesto di sfida, osservano gli analisti internazionali, per dimostrare che non sarà la Corte penale internazionale a esiliarlo dentro le stanze del Cremlino. Putin, a favore di obiettivo e di propaganda, guida nella notte per le strade della città occupata, entra nelle case appena ricostruite in mezzo alle macerie, stringe le mani di alcuni dei suoi abitanti che lo ringraziano per "questo piccolo pezzettino di paradiso". Un "paradiso" deserto: nelle poche immagini trasmesse dalla televisione di stato russa, Putin si imbatte in un paio di famiglie in un cortile abbandonato da tutti. Entra in un trilocale, ordinato in modo innaturale. Si siede tra le poltrone vuote e silenziose nella platea della nuova sala della filarmonica. Un "paradiso" da non mostrare: la visita improvvisata di Putin è tutta al buio, forse per motivi di sicurezza, forse per non fare vedere le reali condizioni di una città martirizzata da Mosca. "Un criminale torna sempre sul luogo del delitto", ha commentato il consigliere del presidente ucraino Mikhaylo Podolyak, per il quale la visita di Putin a Mariupol è una manifestazione di "cinismo e assenza di pentimento".