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questioni europee

La moral suasion dell'Ue, che vuole la ratifica italiana del Mes

David Carretta

L'Italia è l'ultimo paese che manca per realizzare l'Unione bancaria. In questo momento di forti turbolenze finanziaria, per l'Unione europea la condotta del nostro paese rappresenta un problema

Bruxelles. Nel momento in cui l’Unione europea trema di fronte alla prospettiva di una nuova crisi bancaria, nella bozza di conclusioni del vertice dei capi di stato e di governo di giovedì e venerdì c’è una piccola frase che può essere letta come un richiamo all’Italia che non ha ancora ratificato il nuovo trattato del Mes. “L’Unione bancaria ha significativamente rafforzato la resilienza del sistema bancario dell’Ue. Chiediamo di continuare gli sforzi per completare l’Unione bancaria”, dice la bozza di conclusioni dell’Eurosummit, la parte del vertice riservata ai capi di stato e di governo della zona euro.

L’Unione bancaria è il progetto lanciato nel 2012 per rompere il legame tra crisi delle banche e crisi del debito sovrano, introducendo al contempo meccanismi di sorveglianza e protezione comuni. Il cantiere è ancora aperto, come dimostra il dibattito infinito su una garanzia europea sui depositi, che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ieri ha cercato di rilanciare. Ma un mattone della costruzione dell’Unione bancaria è pronto a essere posato: la trasformazione del Mes – il fondo salva-stati Meccanismo europeo di stabilità – in rete di sicurezza del Fondo di risoluzione unico, chiamato a intervenire in caso di crisi bancarie. Questo era il principale obiettivo del nuovo trattato.

Manca solo la ratifica dell’Italia, dove Fratelli d'Italia e Lega hanno condotto veementi campagne contro il Mes. La mancata ratifica italiana rappresenta un problema in questo momento di forti turbolenze finanziarie. Anche se con grande diplomazia, è il messaggio che i partner europei vogliono far arrivare alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Con l’incertezza attuale nei mercati finanziari e i potenziali tremori dovuti al Credit Suisse, abbiamo bisogno di tutte le reti di sicurezza possibili”, spiega al Foglio un diplomatico europeo. La scorsa settimana, dopo che il fallimento della Svb aveva provocato una caduta dei titoli bancari europei, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, aveva ricordato che la ratifica del Mes sarebbe “vantaggiosa per tutti”. 

Per il momento il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, non intende insistere all’Eurosummit con Meloni e tanto meno ricorrere a richiami in pubblico, che potrebbero provocare inutili polemiche, magari accentuando le tensioni sui mercati. Secondo il suo entourage, Michel ritiene la ratifica del Mes importante. Ma, come i leader di altre istituzioni, è convinto che la “moral suasion” possa essere più efficace. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ieri non ha ripetuto davanti al Parlamento europeo quel che aveva detto in dicembre, ma che continua a pensare: “Speriamo che l’Italia ratifichi velocemente la riforma del Mes”.  

Tra le altre cose, la mancata ratifica del Mes rappresenta un ostacolo per aprire e completare i nuovi cantieri. “Per proseguire con l’Unione bancaria serve fiducia. Se un paese non rispetta la parola data su una delle componenti, difficilmente quelli più scettici sull’assicurazione dei depositi daranno il via libera”, spiega un funzionario dell’Ue. 

La strategia della “moral suasion” nasce da una constatazione. L’Italia ha negoziato il nuovo trattato Mes con il governo giallo-verde e firmato con il governo giallo-rosso. Ma, ogni volta che Bruxelles ricorda gli impegni, “scoppia un casino che sembra rendere più difficile la ratifica”, constata un’altra fonte. È allora meglio mostrarsi collaborativi. “Vogliamo continuare a lavorare con il ministro (Giancarlo Giorgetti) per fare progressi nella ratifica del trattato perché quel trattato permetterà di approfondire l’unione bancaria e rafforzare la capacità di fronteggiare situazioni di dissesto che dovessero verificarsi in futuro”, aveva detto la scorsa settimana Donohoe dopo l’Eurogruppo. Il direttore del Mes, Pierre Gramegna, ha annunciato una visita a Roma per “fornire tutti gli argomenti necessari al governo italiano per procedere con la ratifica”, ma ha anche sottolineato la volontà di “rispettare” il Parlamento.

Nella strategia della “moral suasion” si cerca un modo per permettere a Meloni di presentare la ratifica come la conseguenza di una vittoria a favore dell’Italia. Una possibilità è quella di aprire a un ampliamento del ruolo del Mes dopo che l’Italia avrà ratificato. Un’altra è di usare come moneta di scambio il negoziato sulla revisione del Patto di stabilità e crescita. Ma, alla fine, per rimettere in riga i recalcitranti niente funziona bene come i mercati. “Con le attuali turbolenze il governo italiano dovrebbe sentire un po’ di pressione”, spiega la fonte. 

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