Foto Epa, via Ansa

minaccia atomica

Ragioni e conseguenze delle armi nucleari tattiche di Putin in Bielorussia

Andrea Gilli e Mauro Gilli

L'annuncio del dispiegamento a Minsk è avvenuto appena pochi giorni dopo l’incontro tra il presidente russo e Xi Jinping. La scelta di Mosca è solo volta a creare apprensione in Europa o c’è qualcosa di più?

Quanto bisogna preoccuparsi dell’annuncio, da parte russa, del prossimo dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia? Quali conseguenze ha questa scelta e da cosa è motivata? A nostro modo di vedere, la decisione russa nasce dal sistematico e cronico ricorso alle minacce come strumento di coercizione. Detto in altri termini, non potendo vincere sul campo di battaglia, la Russia spera di far indietreggiare gli avversari. Non abbiamo sondaggi sottomano e non siamo esperti di opinione pubblica, ma rispetto al passato, anche recente, sembra che il pubblico si stia progressivamente anestetizzando. Da una parte, è uno sviluppo positivo, in quanto rende le minacce russe sempre più vuote, ma dall’altra può anche spingere ad azioni più irresponsabili. Non possiamo non tenerne conto.

 

In secondo luogo, va sottolineato come l’annuncio di dispiegamento di armi tattiche nucleari in Bielorussia avviene appena pochi giorni dopo l’incontro tra Putin e Xi Jinping nel quale si reclamizzava la famosa proposta di pace nella quale, tra le altre cose, si diceva che tutte le potenze nucleari non dovevano dispiegare armi nucleari all’esterno dei propri confini e ritirare quelle attualmente stazionate all’estero. Come proposta era un po’ pelosa, ma sta di fatto che la Russia ha deciso subito di volerla violare.

 

Qui arriviamo al dispiegamento di armi nucleari al di fuori dei propri confini. Esistono tre piattaforme di lancio: missili terra-terra, aerei e sottomarini strategici. Cina e Russia hanno un chiaro svantaggio tecnologico nei primi due ambiti. Vi sono due principali tipi di missili terra-terra, quelli a lunghissimo raggio, come i missili balistici intercontinentali e quelli a medio raggio, quali i missili balistici a corto raggio o i missili da crociera. Usa, Cina e Russia dispiegano missili balistici intercontinentali e stanno lavorando su quelli ipersonici. Con il trattato Inf del 1987 tra Stati Uniti e Unione Sovietica si mettevano al bando tutti i missili terra-terra a medio-lungo raggio (500km). Nel 2019, l’amministrazione Trump è uscita dal Trattato per via delle continue violazioni russe: dalla fine degli anni 2000 aveva iniziato a sviluppare e poi dispiegare nell’enclave di Kaliningrad un missile proibito dal trattato, l’SSC-8. Chi si preoccupa oggi del dispiegamento dei missili russi in Bielorussia doveva essere preoccupato anche dieci anni fa.

 

La posizione russa è che la Nato dispiega armi nucleari in Europa, attraverso il nuclear-sharing agreement. Il problema è che questo agreement si basa su una componente aeronautica che, per sua natura, è più complessa e lenta da attivare. Che il trattato Inf non menzionasse queste capacità non è casuale, anche perché quella componente vede le sue origini nel semplice tentativo dei paesi Europei di impedire un’invasione sovietica durante la Guerra fredda. Senza contare, infine che la concentrazione delle capacità nucleari Nato in pochi basi militari rende l’intera postura dell’Alleanza Atlantica inevitabilmente volta alla difesa e non all’offesa.

 

Quali saranno le prossime mosse? Difficile da dire. In Russia, regolarmente, si parla di annettere la Bielorussia: questo potrebbe essere il primo passo in quella direzione? Potrebbe, ma non è detto. La scelta russa è solo volta a creare apprensione in Europa o c’è qualcosa di più? Anche in questo caso è difficile da dire, ma non si può escludere che nei a venire ci sia un maggiore coinvolgimento bielorusso nel conflitto e questa mossa sia collegata. L’aspetto più importante riguarda probabilmente il controllo di questi missili, saranno forze russe, bielorusse o congiunte? Al momento non è chiaro. Ciò che si può realisticamente prospettare, ma era già chiaro prima dell’inizio della guerra, è che man mano che le capacità convenzionali russe si consumano, senza venire restituite, le minacce nucleari sono destinate ad aumentare.

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