Procedure e politica
Cosa succede ora con l'incriminazione di Trump
I 130 mila dollari alla pornostar, l'ex avvocato, il cambio di residenza e il ritorno ora, con New York pronta
Nel 2019 Donald J. Trump ha abbandonato New York, la città dov’è cresciuto e che gli ha permesso di diventare l’emblema del palazzinaro self-made-man passato dal Queens al jet set, per andarsene in Florida. Ma non basta un cambio di residenza, da 5th Avenue a Mar-a-Lago, per liberarsi dei guai giudiziari della Big Apple.
Il procuratore distrettuale di Manhattan, il democratico Alvin Bragg, tra tutti i casi aperti contro l’ex presidente e la sua azienda, la Trump Organization, è riuscito a sbrogliare la matassa dell’investigazione sui soldi pagati a Stormy Daniels, attrice pornografica che vanta la presenza nella Hall of Fame della X-rated Critics Organizations. Trump e Daniels nel 2006 sarebbero andati a letto, poi Trump, allora già sposato con Melania, avrebbe pagato Daniels 130.000 dollari tramite un suo avvocato, Michael Cohen, per tenere segreta la relazione in vista dell’ingresso in politica. Daniels dice che in cambio del rapporto Trump le avrebbe promesso di assumerla nel suo programma The Apprentice. Cohen ha confermato il pagamento in una testimonianza davanti alla Corte di Manhattan.
Secondo il procuratore Trump avrebbe violato una legge statale sulla falsificazione dei documenti aziendali per il pagamento di Daniels, restituendo i soldi a Cohen, mentre era presidente, e registrandoli come “spesa legale” della Trump Organization. Per questo reato si parla di quattro anni in carcere. Tra tutte le irregolarità commesse da Trump, si chiedono molti, ci voleva una notte d’amore con una pornodiva per chiamare in causa la giustizia?
Il primo a dare la notizia di un imminente arresto era stato proprio Trump, sui social, invitando i suoi fedeli seguaci a ribellarsi. “Protestate, riprendetevi il paese!”, aveva scritto in All Caps, prima che arrivasse qualsiasi informazione ufficiale da parte delle autorità.
Il sindaco di New York, il democratico Eric Adams, dice da giorni che la città è preparata, che stanno “monitorando i social media” per prevenire un qualsiasi scenario da 6 gennaio. Sono già stati organizzati meeting tra la polizia locale, l’Fbi e altre forze dell’ordine per discutere eventuali problemi di sicurezza nel caso dell’arresto di Trump. Si sono già presentati alcuni manifestanti davanti al tribunale con bandiere e striscioni con scritto “Trump 2024”.
Uno dei nuovi avvocati di Trump, Joseph Tacopina, ha detto che in caso di incriminazione l’ex presidente si consegnerà alle autorità senza fare resistenza. Nessuna photo opportunity quindi da legal drama per le copertine dei tabloid, perché Trump non verrà trascinato via da casa con le manette ai polsi, ma resterà sotto la custodia degli agenti dei servizi segreti che gli fanno da scorta, eredità del suo periodo alla Casa Bianca. Un altro primato per Trump, il primo presidente incriminato in un processo federale.