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a helsinki

In Finlandia finisce l'èra di Sanna Marin

David Carretta

La premier uscente si ferma al terzo posto e riconosce la sconfitta. Primi i conservatori di Petteri Orpo, exploit dell'estrema destra di Rikka Purra. Ora si apre la partita delle alleanze per costruire il nuovo governo

La Finlandia si prepara a un cambio di governo e di premier, dopo che il Partito socialdemocratico del primo ministro uscente, Sanna Marin, si è fermato al terzo posto nelle elezioni legislative di ieri, malgrado un aumento di voti e seggi rispetto a quattro anni fa. Petteri Orpo, il leader della Coalizione nazionale, ha rivendicato una "vittoria importante" e "un forte mandato". Il suo partito conservatore è arrivato in testa con il 20,8 per cento dei voti e 48 seggi. Nel 2019 la Coalizione nazionale si era fermata al 17 per cento e 38 seggi. Al secondo posto si è piazzato il partito di estrema destra dei Finlandesi, guidato da Riikka Purra, con il 20,1 per cento e 46 seggi, in crescita rispetto a quattro anni fa. "La democrazia ha parlato", ha detto Marin, riconoscendo la sconfitta. Orpo avvierà i negoziati per formare la prossima coalizione.


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Il leader della Coalizione nazionale in campagna elettorale non ha dato indicazioni sulle sue preferenze tra una grande coalizione con i socialdemocratici o un'alleanza a destra con il sostegno dei Finlandesi. L'estrema destra anti immigrazione e euroscettica era già stata al governo tra il 2015 e il 2019, ma da allora ha assunto posizioni più radicali, compresa la proposta di uscire dall'Unione europea e la messa in discussione delle sanzioni contro la Russia. A 37 anni, Marin era diventata il più giovane premier della storia dell'Ue quando salì al potere nel dicembre del 2019 a seguito di una crisi interna al suo partito. Nei suoi tre anni di governo, Marin ha gestito due crisi maggiori: la pandemia di Covid-19 e la guerra della Russia contro l'Ucraina.

 

Tra le voci più forti a sostegno di Kyiv, Marin ha pilotato l'ingresso della Finlandia nella Nato, rompendo con la tradizionale neutralità del dopoguerra. Ma la Coalizione nazionale di Orpo è riuscita a sfruttare lo scontento popolare per le politiche interne del Partito socialdemocratico. Gran parte del dibattito in campagna elettorale si è incentrato sullo stato delle finanze e sul debito pubblico.

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