Il punto
Moniti e mano tese. Il paradigma di Berlino verso la Cina sta cambiando
La posizione della Germania, tramite un comunicato della Confindustria tedesca (Bdi), si fa più decisa nelle critiche a Xi Jinping. Giovedì l'incontro del presidente cinese con Macron e von der Leyen: ma l'approccio dei due non sarà lo stesso
Bruxelles. Prima che gli aerei di Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen atterrassero a Pechino, la Confindustria tedesca ha pubblicato un comunicato che lascia presagire un deciso cambio di rotta della Germania sulle relazioni con la Cina. “Con la sua posizione sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, la Cina ha perso molta fiducia in Germania e in Europa”, ha detto Tanja Gönner, direttore esecutivo della Bundesverband der Deutschen Industrie (Bdi): “Data la posizione della Cina di superpotenza emergente, il paese deve esigere dalla Russia il rispetto dei principi delle Nazioni Unite e dunque la preservazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Secondo la Bdi, “la Cina sta sfidando l’ordine internazionale basato sulle regole e minando la logica del libero mercato e del commercio aperto nella sua ricerca di sicurezza e controllo”. Anche se occorre continuare a “comunicare” con Pechino e “il disaccopiamento non è nell’interesse delle imprese”, von der Leyen e Macron devono insistere “sull’affidabilità della leadership cinese, sul rispetto delle regole internazionale, sulla trasparenza, sull’accesso al mercato e sulla concorrenza leale”. Cosa più sorprendente, la Bdi rinnega l’accordo sugli investimenti Ue-Cina, che era stato concluso nel 2020 su insistenza dell’allora cancelliera, Angela Merkel, per facilitare gli investimenti tedeschi nell’Impero di mezzo nonostante le perplessità di molti stati membri dell’Ue. “Da allora molto è cambiato in Cina e nel resto del mondo. Prima di riprendere il processo di ratifica, sarebbe necessario una revisione dell'accordo”, ha detto la Bdi.
Appena arrivato a Pechino, Macron ha moltiplicato i messaggi di avvertimento e mano tesa in vista degli incontri di giovedì con il presidente cinese, Xi Jinping. “Chiunque aiuti l’aggressore si metterebbe nella situazione di essere complice di un’infrazione al diritto internazionale”, ha detto il presidente francese. Ma con il suo piano di pace la Cina ha dimostrato “volontà di avere una responsabilità e di cercare di costruire una strada verso la pace”. Sul piano economico, “non dobbiamo dissociarci e separarci”, ma “impegnarsi con determinazione per continuare ad avere una relazione commerciale con la Cina”. Le parole e i toni di Macron stonano rispetto al discorso pronunciato la scorsa settimana da von der Leyen, che accompagnerà il presidente francese in uno degli incontri con Xi. La presidente della Commissione aveva accusato il Partito comunista cinese di perseguire “un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale con la Cina al centro”. La presidente della Commissione ha avvertito che “come la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante” per le future relazioni con l’Ue. Sul piano economico, von der Leyen è contraria al “disaccoppiamento”, ma ha proposto la strategia del “derisking”: ridurre i rischi della relazione con la Cina con meno dipendenze e meno esportazioni di tecnologie sensibili.
Dopo il comunicato della Bdi, il discorso di von der Leyen assume una nuova dimensione. Più che esprimere la posizione dell’Ue, la presidente della Commissione si è fatta portavoce del cambio di paradigma di tutto il sistema Germania sulla Cina. “Dovremmo ridurre i rischi delle nostre relazioni”, ha spiegato il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, a margine di una riunione della Nato: “Non significa separarsi dalla Cina, ma dobbiamo ridurre le dipendenze unilaterali tenendo presente la nostra sicurezza”. Baerbock sarà a Pechino a metà aprile. Tanja Gönner è diventata direttore della Bdi dopo una lunga carriera nella Cdu. Il leader dei cristiano-democratici, Friedrich Merz, recentemente ha preso le distanze dal mercantilismo di Merkel sulla Cina e chiesto coordinamento europeo. La Germania non è pronta ad allinearsi al presidente americano, Joe Biden, sul disaccoppiamento, ma a Berlino si parla sempre più di un “cambiamento di paradigma” sulla Cina. La maggior fermezza tedesca sembra produrre alcuni effetti. L’ambasciatore cinese presso l'Ue, Fu Cong, la scorsa settimana aveva duramente criticato il discorso di von der Leyen, dicendo alla tv Cgtn: “Chiunque abbia scritto quel discorso non capisce davvero la Cina o ha deliberatamente distorto le posizioni cinesi”. Fu è tornato sui suoi passi. In un’intervista al New York Times, non solo l’ambasciatore ha espresso apprezzamento per il “derisking” di von der Leyen. Interrogato sull’amicizia senza limiti firmata da Putin e Xi nel febbraio del 2022, Fu ha spiegato che “‘senza limiti’ è solo retorica”.