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Quanto è solido il processo contro Trump? Le risposte degli esperti. Indizio: non troppo
La paura dei progressisti è che, se dovesse risultare innocente, Trump potrebbe dire che si trattasse davvero di una caccia alle streghe politica da parte della magistratura democratica, che ha imbastito un processo debole soltanto per danneggiare la sua carriera politica
“Un momento storico”, hanno detto in diretta alla Cnn mentre l’ex presidente americano Donald J. Trump usciva dal tribunale martedì pomeriggio, dopo che sono stati formulati i 34 capi di imputazione a suo carico – lui si è dichiarato non colpevole. Le accuse sono legate ai rimborsi fatti all’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, per un pagamento in denaro all’attrice di film per adulti Stormy Daniels durante la campagna presidenziale del 2016. Undici capi d’accusa riguardano i rimborsi per “spese legali” e le ricevute sono state fornite dallo stesso Cohen; altri undici riguardano gli assegni firmati da Trump e l’origine dei fondi utilizzati per questi pagamenti; altri dodici riguardano il modo con cui sono stati registrati fiscalmente questi esborsi. Il procuratore Alvin Bragg ha reso pubblico anche uno “statement of facts” che delinea un piano più ampio orchestrato per ripulire l’immagine del candidato Trump, e che comprende pagamenti per il silenzio di una seconda donna, che sostiene di avere avuto un figlio dall’ex presidente.
A parte le proteste e le controproteste fuori dal tribunale e le incursioni dei trumpiani che denunciano la caccia alle streghe, molti esperti si stanno interrogando sulla solidità di questo processo.
“La sorpresa qui è che non ci sono state sorprese, almeno riguardo al fatto che Trump non sia stato accusato di crimini più seri”, ha detto March Scholl, a lungo procuratore del distretto di Manhattan. Falsificare i documenti, i bilanci della propria azienda è illegale, ma non è solitamente un reato penale di questa gravità. In questo caso lo diventa perché, secondo l’accusa, le fatture false servirebbero a coprire altri crimini e perché i 130 mila dollari dati alla Daniels sono stati registrati come una spesa della campagna elettorale. “Basterebbe dimostrare che le falsificazioni siano state fatte per motivi personali e non per motivi elettorali”, dice Michael Bachner, ex assistente del procuratore distrettuale: “E’ quello che ha intenzione di fare la difesa”. Non è illegale pagare qualcuno per non raccontare una storia, ma è illegale farlo in questo modo, e usando i fondi elettorali. La giurista Jessica Levinson ha detto alla Msnbc che si tratta del crimine “più difficile da dimostrare”, anche perché in molte situazioni è la parola di Trump contro quella del suo ex avvocato Michael Cohen, essendo lui il firmatario di quasi tutte le ricevute. Trump potrebbe difendersi dicendo che ha ricevuto una pessima consulenza legale da parte di Cohen, che è già stato in carcere. David Remnick, direttore del New Yorker, ha aggiunto che qui parliamo delle accuse “più insignificanti e più deboli” tra le investigazioni in corso nei confronti dell’ex presidente.
La paura dei progressisti è che, se dovesse risultare innocente, Trump potrebbe dire che si trattasse davvero di una caccia alle streghe politica da parte della magistratura democratica, che ha imbastito un processo debole soltanto per danneggiare la sua carriera politica, e che quindi lui ha fatto bene a cavalcarlo per scopi di visibilità. Se l’innocenza dovesse essere dimostrata durante le primarie del prossimo anno – iniziano nel gennaio del 2024, si voterà alle presidenziali a novembre – avrebbe l’effetto di un grandissimo boost per Trump. Inoltre “potrebbe avere un effetto a cascata”, dice Levinson, “rendendo gli altri procuratori più restii ad accusare Trump negli altri casi in cui potrebbe essere imputato”.
Il processo di Manhattan è la punta di un iceberg giudiziario che potrebbe emergere nei prossimi mesi. Il caso Stormy Daniels è quello che spaventa meno Trump e i suoi legali, dalla superficie dell’acqua potrebbero uscire fuori i risultati di due investigazioni in corso molto più pericolosi. Entrambe riguardano le eventuali interferenze da parte di Trump nelle elezioni presidenziali del 2020. Di una si sta occupando il procuratore distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, e dell’altra il dipartimento di Giustizia. Si parla di potenziali crimini di cospirazione, frode elettorale e interferenza nel processo elettorale, oltre all’insurrezione il 6 gennaio 2021 e all’ostruzione della giustizia. E’ anche in corso un’investigazione per i documenti top secret rimossi dalla Casa Bianca alla fine del mandato. “I casi della Georgia e del dipartimento di giustizia espongono potenzialmente Trump a molti più anni di prigione rispetto al processo di Manhattan, per il quale è molto improbabile che finisca in carcere”, ha detto la giurista ed ex procuratrice federale Barbara McQuade. A differenza del caso di Stormy Daniels, che non ha molto a che vedere con la vita politica di Trump, queste due investigazioni sono direttamente collegate alle attività del commander in chief e quindi potrebbero avere più peso nel dibattito elettorale, nonostante non sia questo il compito della giustizia.