Dopo il colloquio a Pechino
Xi conta su Macron come sponda per i suoi interessi in Europa
Il presidente francese e von der Leyen si dividono i compiti ma non smuovono la Cina su Putin. E adesso il presidente cinese spera in una frattura fra Biden e l'Ue
Bruxelles. Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen non sono riusciti a spostare di un millimetro Xi Jinping dalla sua neutralità pro russa sulla guerra contro l’Ucraina. Malgrado l’insistenza del presidente francese e di quella della Commissione, il leader cinese ha rifiutato di condannare l’aggressione della Russia e di esercitare la sua influenza per convincere Vladimir Putin a porre fine alla guerra e ritirare le truppe. “La Cina continua a chiedere di riavviare i colloqui di pace il prima possibile (...), tenendo conto delle legittime esigenze di sicurezza delle diverse parti”, ha detto Xi dopo un incontro con Macron, senza nemmeno menzionare la Russia o la parola guerra. In un messaggio agli occidentali, il leader cinese ha chiesto di restare “razionali” ed “evitare qualsiasi passo che possa aggravare la crisi o farla finire fuori controllo”. Macron e von der Leyen tornano in Europa con una manciata di impegni vaghi sull’Ucraina. Secondo fonti dell’Eliseo, Macron avrebbe chiesto a Xi di non fornire armi alla Russia e il leader cinese avrebbe risposto che “questa non è la sua guerra”. Von der Leyen ha definito “positivo” l’impegno di Xi di parlare con Volodymyr Zelensky, ma ha anche ammesso che il leader cinese lo farà quando “le condizioni e il momento saranno giusti”. L’unica linea rossa condivisa dagli europei e da Xi è l’uso di un’arma nucleare.
Macron e von der Leyen si erano spartiti i ruoli per i loro incontri con Xi. Il presidente francese ha indossato i panni del “poliziotto buono”, assicurando di voler più cooperazione con la Cina su commercio e investimenti e promettendo più autonomia strategica dell’Ue sul modello dell’indipendenza della Francia dagli Stati Uniti. “So di poter contare su di lei per riportare la Russia alla ragione e tutti al tavolo dei negoziati”, ha detto Macron, rivolgendosi a Xi. Nei panni del “poliziotto cattivo”, la presidente della Commissione è stata più netta nel ricordare la “responsabilità” della Cina di far rispettare la Carta dell’Onu, comprese l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. Von der Leyen ha definito l’autonomia strategica come un modo per gestire i rischi delle dipendenze dalla Cina. Ha anche lanciato un avvertimento sulle armi alla Russia: “Armare l’aggressore sarebbe contro il diritto internazionale e danneggerebbe in modo significativo la nostra relazione”.
Molto più che all’Ucraina, il presidente cinese è interessato a creare una spaccatura tra l’Ue e gli Stati Uniti. “La Cina vede l’Europa come un polo indipendente in un mondo multipolare” e ritiene che le relazioni sino-europee non debbano essere “soggiogate o controllate da terzi”, ha detto Xi, secondo il resoconto del ministero degli Esteri. La risposta di von der Leyen è stata secca: bene il rilancio del dialogo di alto livello su economia, commercio e digitale, ma “i legami transatlantici sono forti e sono basati su amicizia e valori condivisi.Questa è una parte molto importante che è inscalfibile”. Fra tentazioni golliste e interessi economici, Macron appare più malleabile. Airbus ha firmato un contratto per raddoppiare le capacità di produzione in Cina e vendere 160 aerei. Alstom ha firmato un accordo per costruire una metropolitana a Chengdu. Edf ha firmato una partnership con la China General Nuclear Power Corp. Il presidente cinese ha promesso un piano “dalla fattoria francese alla forchetta cinese”. Xi sembra convinto di aver trovato in Macron la nuova Angela Merkel, che preserverà gli interessi cinesi nell’Ue.