Sei pagine sulle prossime mosse di Kyiv con il timbro “top secret” finite in rete

Cecilia Sala

Washington e Kyiv reagiscono in modo diverso alla fuga di notizie di documenti americani sulla prossima controffensiva ucraina. Molti dubbi e almeno due certezze: le perdite russe e il fronte di Melitopol

Nei documenti americani e della Nato trafugati e pubblicati su Twitter e su Telegram che riguardano la prossima controffensiva ucraina non c’è scritto quando, come e dove comincerà l’attacco – tre “informazioni che conoscono davvero in pochi”, dicono dal gabinetto di Zelensky. Ci sono però dei dati che l’Amministrazione Biden preferiva non rendere pubblici e che ora lo sono diventati, ad esempio a quale velocità Kyiv consumi le munizioni per i lanciarazzi Himars che gli Stati Uniti le spediscono e la presenza sul campo di uomini delle forze speciali (meno di cento) francesi, americani, inglesi e lettoni che nessuno dei governi dei quattro paesi aveva mai comunicato. Sono sei fotografie datate 1 marzo (circolano da tempo) e alcune sono marchiate “top secret”. In realtà non siamo certi che i documenti siano autentici, anche se il Pentagono sembra aver preso seriamente la questione dicendo che sta indagando sul furto e il New York Times ha presentato la notizia scrivendo che i funzionari dell’Amministrazione Biden “hanno provato a fermare la diffusione delle fotografie senza successo”. Mentre per Kyiv è tutto un bluff, un tentativo di Mosca di riprendere l’iniziativa nella guerra mediatica visto che non riesce a farlo con quella che si combatte sul terreno. I documenti sono corredati da informazioni di contesto ma hanno al centro un tema: cosa serve all’Ucraina per avere successo nella prossima controffensiva.

   

C’è una serie di conferme a partire dai numeri delle perdite russe e, prendendo ad esempio solo i mezzi militari più preziosi, c’è scritto: 81 elicotteri (di cui 70 distrutti, 10 danneggiati e uno catturato) e 78 aerei (di cui 70 distrutti e 8 danneggiati). Queste cifre sarebbero anche un’ulteriore prova del fatto che le fonti aperte che tracciano e catalogano i reperti visivi contenenti rottami russi sparsi per il territorio dell’Ucraina – utilizzate ogni giorno da analisti e giornalisti – sono precise (corrispondono perfettamente). Il numero di vittime tra i soldati russi nei documenti riservati è 43.500, mentre quelle ucraine riportate sono 17.500 – alcuni analisti hanno suggerito che se fosse un’operazione di disinformazione russa improbabilmente le cifre stampate sui fogli sarebbero queste. Online sono circolati sia i documenti con i numeri appena citati sia delle versioni manipolate con l’ausilio di photoshop  –  partite da una piattaforma che è sostanzialmente un “buco nero” di Internet come 4Chan – dove le oltre 43 mila morti russe diventano 17 mila e quella ucraine passano da 17 mila ad addirittura 71.500. Piuttosto queste versioni contraffatte sarebbero quelle diffuse dai blogger del Cremlino, dove anche nella casella delle perdite di veicoli militari russi qualcuno ha cancellato il “4” finale e da 6.004 sono diventate 600.

  

Se i documenti fossero veri – cosa di cui i russi dicono di dubitare (sinceramente o per strategia, per non destare sospetti sul fatto che proveranno a utilizzare a proprio vantaggio le informazioni) – il danno maggiore per Kyiv sarebbe quello causato dalle righe in cui si esprime una valutazione sulla forza e sulla prontezza caso per caso di alcuni dei suoi battaglioni schierati a sud-est. Nei documenti si fa poi cenno all’ammassamento di truppe da parte di entrambi gli schieramenti a ridosso della linea del fronte nella zona della oblast di Zaporizhzhia a est del fiume Dnepr. Il passaggio potrebbe suggerire che sarà lì che proveranno a sfondare gli ucraini ma questa non è un’informazione segreta e la concentrazione di soldati era visibile a prescindere dalla fuga di documenti riservati. La città più importante sotto occupazione russa in quel settore è Melitopol e negli ultimi giorni da quelle parti sono confluite carovane di uomini e mezzi russi, Mosca ha provato a nasconderle il più possibile facendo sparire la connessione internet e la rete telefonica per impedire agli abitanti di comunciare a Kyiv cosa stesse succedendo sul terreno, ma quei movimenti erano  visibili dai satelliti.

  

All’alba di ieri a Melitopol ci sono state nuove esplosioni. Nelle ultime due settimane si sono intensificate e, a distanza di pochi giorni: lunedì è esplosa una bomba attaccata all’auto del funzionario collaborazionista Maksym Zubarev, mercoledì gli ucraini hanno colpito un ferrovia con accanto un deposito militare, giovedì è stata bombardata con i lanciarazzi Himars una base vicino a una pista per gli aerei. Non è un mistero che Kyiv voglia mettere pressione ai soldati nemici in quella zona e le armi che ha ottenuto per la controffensiva servono per sradicare le difese costruite dai russi a partire da novembre procedendo in quest’ordine: bombardare con l’artiglieria un tratto corto del fronte, sminarlo con le attrezzature sovietiche e quelle nuove previste nei pacchetti di aiuti occidentali (e già arrivate), avanzare sulle trincee con i carri armati Leopard 2.