uno stato terrorista
È presto per scommettere sulla crisi della Russia: tutti i segnali
I bombardamenti contro tutto il territorio ucraino sono ripresi, Mosca avrà il suo 9 maggio seppur su scala ridotta, ma con più ospiti del previsto. Anche con la controffensiva, la strategia di Putin non è cambiata: la guerra lunga
Mosca ha ripreso i bombardamenti a tappeto contro l’Ucraina, è stata colpita Kyiv con una forza e una foga che secondo il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, hanno caratterizzato l’attacco più massiccio dall’inizio dell’invasione. Sono stati attaccati più di cento obiettivi, la maggior parte civili. A Odessa è stato colpito un magazzino della Croce Rossa che conteneva aiuti umanitari, inclusi generi alimentari. A Mykolaïv è stato danneggiato un ospedale mobile. Mosca ha colpito con spietatezza senza fare distinzione tra obiettivi civili e militari, condannando l’Ucraina a un nuovo giorno da trascorrere nei rifugi e a contare le proprie vittime. Kyiv sa che l’unica soluzione è la controffensiva, sa che dal suo risultato potrebbero dipendere i nuovi aiuti degli alleati, eventuali negoziati, il futuro della nazione. Mosca ha riaperto la campagna di bombardamenti, ha iniziato a trasferire i civili che vivono nelle zone occupate del sud dell’Ucraina e finora ha dimostrato di non avere una strategia nuova nei confronti delle ultime manovre primaverili dell’esercito di Kyiv, se non scavare trincee. Di fronte alle notizie sulla controffensiva, la Russia si è irrigidita, si è tappata le orecchie, ha ripreso a distruggere senza sosta e ovunque, ricordando che la guerra non è una questione locale, non è confinata alla regione del Donbas o alla Crimea: il conflitto è su larga scala contro tutta l’Ucraina e Mosca conduce la sua guerra come uno stato terrorista.
Per il 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra la vittoria contro la Germania nazista, il Cremlino non ha ottenuto i risultati che sperava, sul terreno non avanza. Il finanziatore della Wagner, Evgeni Prigozhin, non è riuscito a ottenere la caduta di Bakhmut, la città poco strategica che ormai lo ossessiona, ma non si ritirerà come aveva minacciato venerdì scorso: il ministero della Difesa gli ha promesso le munizioni di cui aveva bisogno e la Wagner rimarrà ad assaltare la città fantasma che è ormai un simbolo dell’ostinazione pericolosa del Cremlino. Mosca non è in crisi, colpisce e uccide come mesi fa, senza rinunciare al suo obiettivo di distruggere l’Ucraina e cerca anche di dimostrarsi aggressiva con gli alleati di Kyiv: nel Mar Nero un caccia russo Su-35 ha intercettato un jet polacco.
La parata del 9 maggio è stata annullata in una trentina di città russe, anche nella Siberia lontana dal fronte, il Reggimento degli Immortali, che di solito sfilava con Putin alla guida, non sfilerà, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha promesso che sulla Piazza Rossa ci saranno 125 veicoli militari e 10.000 soldati: sarà tutto ridotto, lo era stato anche lo scorso anno, ma i festeggiamenti ci saranno. Nonostante i droni abbattuti sul Cremlino, Putin, sempre restio a presentarsi in pubblico, in date prestabilite e annunciate da tempo, sarà tra gli spalti a parlare di Russia, di guerra, di storia deformata. E al suo fianco è riuscito a racimolare più leader del previsto e a radunare quasi al completo la compagine della Csto, l’alleanza nata come difensiva che raggruppa alcuni paesi che facevano parte dell’Unione sovietica, e i paesi dell’Asia centrale. Nonostante le chiusure passate, i leader del Kazakistan e dell’Armenia saranno tra gli spalti della Piazza Rossa a guardare sfilare i carri armati che Mosca non ha ancora mosso al fronte.
Seppur sottotono, il Cremlino avrà il suo 9 maggio; seppur con arsenali ridotti rispetto a mesi fa, l’esercito lancia missili contro obiettivi civili in Ucraina; seppur più isolato, Putin riesce comunque a circondarsi di alleati. Secondo alcuni media indipendenti russi, il ministro Shoigu sta cercando di convincere il Cremlino a promuovere una nuova mobilitazione, a mandare nuovi uomini, altri russi, a combattere contro Kyiv. Mosca non ha intenzione di fermarsi, sono mesi che punta al logoramento, alla guerra lunga.