Foto Epa, via Ansa

Prove tecniche per fare entrare al più presto l'Ucraina nella Nato

Pietro Guastamacchia 

Il Ppe presenta la Carta di Varsavia: l’adesione di Kyiv non è un tabù, ma un’occasione perché “gli unici confini che Putin capisce sono quelli che non può violare”

Bruxelles. Far entrare l’Ucraina nella Nato “al più presto” per porre fine per sempre “alla narrativa degli stati cuscinetto”: è questa la nuova linea politica del Ppe in materia di sicurezza, discussa martedì a Strasburgo con la presentazione della Carta di Varsavia, un documento il cui obiettivo dichiarato è portare l’Ucraina nella Nato in tempi rapidi perché “gli unici confini che Putin capisce sono quelli che non può violare”, commenta al Foglio uno dei suoi ideatori, il lituano Andrius Kubilius. Il documento, lanciato alcuni mesi fa da una cordata di eurodeputati dell’est Europa, ha incassato  il sostegno del gruppo dopo un incontro serale a Strasburgo, a cui ha partecipato anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Per il gruppo guidato dal tedesco Manfred Weber, il prossimo passo  dovrà avvenire già al vertice Nato a Vilnius, in cui l’Alleanza dovrà saper garantire “una prospettiva forte e credibile di adesione alla Nato per l’Ucraina, un messaggio influenzerà i calcoli della Russia e persuaderà le autorità russe a ritirarsi creando le condizioni per una pace duratura in Europa”. 

 

Stando al Ppe, gli effetti della Carta di Varsavia, che prende il nome della capitale polacca proprio come il ‘’patto’ siglato dai sovietici nel 1955, non si limiterebbero al solo territorio ucraino, “un invito all’Ucraina a diventare membro della Nato manderà un segnale più potente a Putin e ai falchi imperiali più irriducibili in Russia per rendersi finalmente conto che l’Ucraina non è più alla loro portata”, accelerando quindi “la trasformazione democratica di una Russia post Putin”.

 

Se l’invito ufficiale deve arrivare al più presto, il documento sottolinea però che l’ingresso ufficiale nell’alleanza può avvenire solo “a guerra terminata” in modo che possa “servire da deterrente contro future vendette militari di Mosca”. Dopo l’ingresso della Finlandia e l’imminente arrivo della Svezia, l’ipotesi dell’arrivo di Kyiv sotto la bianca rosa dei venti non è più un tabù,  anzi per i popolari è un’occasione da non rimandare. 

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