IL SUMMIT
Zelensky vola a Hiroshima al G7
Il presidente ucraino potrebbe partecipare di persona al vertice delle grandi democrazie. La difesa di Kyiv è la difesa del mondo libero
Hiroshima, dalla nostra inviata. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriva al G7 di Hiroshima, di persona, domenica, insieme agli altri paesi ospiti per la cerimonia di chiusura del summit. La notizia, circolata su alcuni media internazionali, è stata confermata da una fonte qualificata al Foglio, anche se la presidenza di turno del G7 non ha dato ufficialità della notizia e anche i media nipponici citano i media occidentali.
Da giorni si rincorrevano le notizie sulla partecipazione di Zelensky al vertice, qualcuno aveva ipotizzato una sua partecipazione virtuale – perfino il primo ministro giapponese Fumio Kishida ieri aveva detto: “Parteciperà, ma online”.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente ucraino non ha mai fatto viaggi così lunghi: tra Kyiv e Hiroshima ci sono quasi ottomila chilometri di distanza.
L’Ucraina è stata al centro dei lavori dei leader dei paesi membri del G7 sin dall’inizio di questo vertice: la seconda sessione di consultazioni di oggi aveva come oggetto proprio il paese invaso e minacciato dalle armi nucleari da Putin. Il programma del G7 di domenica prossima è ancora provvisorio, non ci sono orari stabiliti e questo ha fatto sospettare una maggiore cautela nelle misure di sicurezza prese dagli organizzatori giapponesi. Ai giornalisti è stato comunicato che ci sarà una nuova sessione di lavoro sull’Ucraina e poi un evento dal titolo: “Toward a Peaceful, Stable and Prosperous World”, probabilmente la sede in cui ci sarà l’atteso discorso di Zelensky di fronte ai leader G7.
Mentre la Cina raccoglie i suoi alleati al vertice dell’Asia centrale, e Putin è sempre più isolato nelle sue minacce nucleari contro l’occidente, l’immagine di Zelensky circondato dai leader delle più grandi democrazie del mondo libero sarebbe potente, un successo diplomatico per Kishida, e la smentita ufficiale di uno dei luoghi comuni che si sente ripetere più spesso soprattutto dalla propaganda russo-cinese: no, quella in Ucraina non è una crisi regionale. Da Tokyo si domandano: l’occidente dimostrerà la stessa unità se dovesse succedere a Taiwan?