verso il ballottaggio
Il nazionalista turco Ogan dice di votare Erdogan
Il candidato ultranazionalista ha scelto il partito con cui ha meno punti di conflitto. Il suo endorsement gli farà perdere i laici e i nazionalisti, assieme ai curdi, ma il presidente uscente continua a essere il favorito
Erbil. A meno di una settimana dal ballottaggio turco per le elezioni presidenziali previsto domenica 28 maggio, il candidato ultranazionalista Sinan Ogan, che al primo turno aveva raccolto il 5,2 per cento dei consensi (2 milioni e 800 mila voti), durante una conferenza stampa ad Ankara ha fatto sapere che sosterrà il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan: “Chiedo agli elettori che hanno votato per noi di sostenerlo. E’ importante per la stabilità del paese che la maggioranza del Parlamento e il presidente appartengano alla stessa alleanza”. Se la sua candidatura aveva lo scopo di punire da un lato Erdogan, per le politiche economiche adottate negli anni più recenti e per aver aperto ai siriani, e dall’altro Kemal Kiliçdaroglu, per aver voluto i curdi nella coalizione, il negoziato si è svolto di fatto così: Ogan ha scelto il partito con cui ha meno punti di conflitto. Così punta a restringere nel breve periodo la sfera di influenza politica del movimento politico curdo, ma il suo endorsement gli farà perdere i laici e i nazionalisti, assieme ai curdi.
Alle elezioni Ogan non correva da solo, era in coalizione nell’Ata Alliance assieme, tra gli altri, al Partito della Vittoria il cui leader, Umit Ozdag, a pochi minuti dall’annuncio di Ogan ha scritto: “Questa dichiarazione è solo una sua scelta politica e non rappresenta né vincola il Partito della vittoria. Quella a suo nome sarà fatta da me martedì”. Il candidato dell’opposizione Kiliçdaroglu, in un video che ha pubblicato su Twitter lunedì, ha ribadito la posizione contro terrorismo e immigrati, chiedendo agli otto milioni di cittadini e ai giovani che non sono andati alle urne di andare a votare. Non è dato sapere come gli elettori – anche dopo l’annuncio di Ogan – si orienteranno perché i suoi voti sono arrivati da diverse frange come quella dell’estrema destra ultralaica e ultraconservatrice scontenta delle politiche migratorie in atto che non sarà contenta di sostenere Erdogan. Il quale però continua a essere nettamente il favorito.