Il peso del gas russo sul ballottaggio in Turchia
In vista del secondo turno,Kiliçdaroglu denuncia la dipendenza da Mosca, Erdogan difende la relazione con Putin
In vista del secondo turno, il candidato alla presidenza turca Kemal Kiliçdaroglu ha parlato delle relazioni con la Russia sostenendo che gli accordi energetici tra Mosca e Ankara sono dannosi in quanto hanno portato la Turchia a dipendere per il 30-40 per cento dell’import energetico dalla Russia, una quota che arriverebbe al 70-80 per cento nel caso della creazione di un hub del gas turco-russo. Allo stesso tempo, Kiliçdaroglu ha sottolineato che vuole mantenere buoni rapporti con Mosca.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha risposto in modo sprezzante. “A mr. Kemal non piace che io mantenga contatti con Vladimir Putin, ma lei non capisce affatto la politica, mr. Kemal”. Per il leader turco Putin è un “caro amico”che, secondo quanto riferito, lo avvertì delle fazioni dell’esercito che nel 2016 tentarono il colpo di stato contro di lui. Per il leader russo, Erdogan è un partner “tosto ma affidabile”, che pur essendo leader di un membro della Nato non ha imposto sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Sebbene Mosca non abbia interferito apertamente nelle elezioni turche, pochi giorni prima dell’apertura delle urne Gazprom ha consentito ad Ankara di rinviare fino al 2024 i pagamenti per il gas. Una mossa che è stata vista come un dono di Putin a Erdogan. Dall’altro lato, Kilicdaroglu ha detto che il suo partito ha prove concrete della responsabilità del Cremlino nella diffusione di deep-fake e altra disinformazione online per danneggiare le opposizioni. Ma per ora queste prove non sono state mostrate.
Anche se le sue possibilità al ballottaggio del 28 maggio sembrano scarse, Kiliçdaroglu afferma di poter vincere. Secondo l’ultimo sondaggio di al Monitor/Premise, i due contendenti sono statisticamente alla pari con un consenso intorno al 40 per cento, e un 15 per cento di indecisi da cui dipenderà – con il voto o con l’astensione – l’esito delle elezioni. Ma solo il 21 per cento degli intervistati crede che la Russia abbia fabbricato deep-fake contro l’opposizione turca. Le questioni ritenute come le principali sfide per il paese sono l’economia, i rifugiati e la giustizia.
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