Dove comincia la controffensiva
I droni su Mosca non sono solo una vendetta
L’attacco molto esplicito in Russia serve a confondere Putin e a lasciare più scoperte le sue truppe in Ucraina. I Beaver e Uj-22 "made in Ukraine" e Fedorov, il ministro prodigio
La strategia ucraina di colpire in Russia con l’idea di costringere Vladimir Putin a rivedere le sue priorità – e riposizionare le sue armi – ieri si è dispiegata in maniera più clamorosa e difficile da negare del solito. E’ da oltre un anno che gli ucraini disseminano molti indizi e alcune prove dei loro agguati fuori dai confini. Quando il generale Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence militare di Kyiv, parla dei bombardamenti sulla capitale ucraina (17 in un mese, tre in 24 ore) e dice che saranno vendicati, ricorda anche l’ovvio: che Putin non ha mai avuto bisogno di pretesti per massacrare gli ucraini. Anche se la posizione ufficiale di Kyiv resta quella di non rivendicare i droni su Mosca, chi li ha lanciati sapeva che avremmo riconosciuto le sagome in cielo degli Uj-22 e dei Beaver, che produce soltanto l’Ucraina.
Gli Uj-22 sono un’invenzione recente e il frutto di un progetto speciale diretto dal trentaduenne ministro per il Digitale e vicepremier Mykhailo Fedorov. Fedorov si occupa di due cose: di digitalizzare la Pubblica amministrazione in un paese che è già molto avanti su questo fronte e dei droni militari autoctoni. Per produrre in casa un’arma che consenta di colpire a centinaia di chilometri o un migliaio, cioè in grado di raggiungere Mosca e volare anche più lontano, Kyiv si è messa a studiare con molto anticipo e Fedorov ha raccontato che il progetto è partito a marzo 2022, subito dopo l’inizio dell’invasione totale. La prima incursione in Russia era stata quasi contemporanea all’inizio del programma, il 2 aprile, nella regione di confine di Belgorod. Violare lo spazio aereo russo e colpire il territorio di Mosca non era un tabù già allora, ma Kyiv aveva bisogno di costruire una propria indipendenza per poter portare gli attacchi più in profondità: non avrebbe mai avuto il permesso di colpire il territorio della Federazione russa con le munizioni previste dai pacchetti di aiuti degli alleati e le servivano delle armi a lungo raggio “made in Ukraine”. L’idea di Fedorov di mettere insieme giovani informatici, hacker e fondatori di startup ucraini e farli collaborare con l’industria della Difesa ha funzionato e sia il Wall Street Journal sia l’Economist hanno riconosciuto al ministro trentaduenne che l’esercito americano ha molto da imparare dalla sua riforma e dalla rapidità con cui è avvenuta la digitalizzazione delle brigate di Kyiv.
Prima di quelli che ieri hanno scheggiato i palazzi dei quartieri benestanti di Mosca, un drone Uj-22 era già precipitato su un prato vicino al complesso industriale di Rudnevo, nel giorno in cui era prevista una visita del presidente russo; un altro era stato fotografato in volo a Krasnodar, nel sud della Russia. I droni Beaver, “castori”, sono ancora più recenti, sono stati testati tra ottobre e gennaio e ieri sono stati utilizzati per la prima volta.
Questa volta non è stato un attacco simbolico, come quello sul tetto del Cremlino il 3 maggio, ed è più credibile che lo sciame fosse composto da 25 o 32 pezzi che da otto, come sostiene la Difesa di Mosca. Una guardia giurata ha detto al Guardian che alle 6.15 di mattina è stata svegliata da un’esplosione che corrispondeva all’abbattimento di un drone e nei 45 minuti successivi ne ha sentite altre sei. Sarebbe strano che una sola persona avesse sentito tante esplosioni se i droni in totale fossero stati otto. Che fossero trentadue lo ha scritto un’agenzia di stampa russa solitamente bene informata e vicina ai servizi segreti: in passato aveva già dato informazioni precise che con il passare del tempo si erano rivelate vere.
I russi hanno detto che si è trattato di un “attacco terroristico”, una dichiarazione che equivale anche a un’ammissione di colpevolezza dal momento che Putin ha lanciato decine di bombardamenti simili ma molto più massicci contro Kyiv. Il presidente russo dice: “gli ucraini cercano di intimidirmi”, che è vero a maggior ragione in vista di una controffensiva. La stampa russa ha scritto che, nelle ultime settimane, Mosca ha dovuto spostare alcuni sistemi di contraerea a difesa della capitale. Se per proteggere la Russia da attacchi in punti molto lontani del territorio, da Belgorod a San Pietroburgo, Putin sottrae difese aeree alle sue truppe al fronte, aiuta Kyiv a ricacciare quei soldati fuori dall’Ucraina.
L'editoriale dell'elefantino