(foto EPA)

Il caso

Il rapporto che inguaia Le Pen per i suoi legami col Cremlino

Mauro Zanon

Il risultato della commissione d'inchiesta parlamentare sulle ingerenze straniere in Francia si ritorce contro il Rassemblement national, che viene definito "la cinghia di trasmissione" di Mosca in Europa

Parigi. Nell’autunno dello scorso anno, il Rassemblement national (Rn), il partito sovranista francese, aveva lanciato una commissione d’inchiesta parlamentare sulle ingerenze straniere in Francia per dimostrare che le accuse di infeudamento alla Russia di Vladimir Putin erano tutte chiacchiere. I risultati finali della commissione, anticipati giovedì dal giornale online Mediapart, mostrano invece che era tutto vero, che la formazione sovranista d’oltralpe è la “cinghia di trasmissione” del Cremlino in Europa, e tra Marine Le Pen e Putin c’è stato un “rapporto privilegiato”.

 

Il rapporto integrale, curato dalla deputata macronista Constance Le Grip, e approvato con undici voti a favore, cinque contro e due astensioni, verrà pubblicato il prossimo 8 giugno. Ma dalle rivelazioni di Mediapart e dalle reazioni stizzite dello stato maggiore di Rn è già tutto chiaro. Come scrive il Monde, il partito di Marine Le Pen “è caduto nella sua stessa trappola”. “Questo rapporto è all’immagine della relatrice, ossia settario, disonesto e politicizzato. E’ un giudizio su alcune posizioni politiche che ho preso, non è un giudizio sull’ingerenza”, ha tuonato giovedì mattina Marine Le Pen, capogruppo dei deputati Rn all’Assemblea nazionale, forse dimenticandosi che il promotore e presidente della commissione d’inchiesta è proprio un suo pasdaran, Jean-Philippe Tanguy. Quest’ultimo, a differenza della sua capa, si è reso conto del pasticcio che ha creato da solo. In privato, come riportato dal Monde, definisce il rapporto un “torchon”, carta straccia, ma allo stesso tempo se la prende con se stesso, con la sua ingenuità di neodeputato. “Ho presieduto una commissione senza incidenti, siamo stati consensuali, abbiamo accettato tutto. E alla fine boom! Mi sento in colpa. E’ il mio lato un po’ tontolone, ingenuo”.

 

Secondo le conclusioni della relatrice Constance Le Grip, la rinegoziazione del prestito di 9 milioni di euro ottenuto dalla First Czech-Russian Bank (il rimborso è stato posticipato dal 2019 al 2028) è “un vantaggio chiaro” accordato a Rn, fatto che contraddice il discorso secondo cui Rn non ha mai beneficiato di un “trattamento di favore” da parte dei creditori russi. A differenza dei “casi isolati” negli altri partiti, come François Fillon dei Républicains, la prossimità ideologica con il regime russo coinvolgeva tutto il partito lepenista, con manifestazioni di sostegno esplicite e reiterate nei confronti del Cremlino. “Il fatto che il Signor Fillon abbia accettato di lavorare per il regime russo, per il sistema putiniano, non determina la posizione politica di tutto il Ppe. Gli eurodeputati Rn che sono stati sanzionati dal Parlamento europeo hanno invece seguito la linea politica del loro movimento”, ha dichiarato l’eurodeputato socialista Raphaël Glucskmann durante la sua audizione davanti alla commissione.

 

Il legame “ancorato nel tempo”, come lo definisce Constance Le Grip, inizia negli anni Sessanta con gli ammiccamenti tra Jean-Marie Le Pen e i nazionalisti russi. Un legame che si spiega anzitutto con “una forte convergenza di vedute con il potere russo su un certo numero di valori politici e di questioni geopolitiche”, dall’ostilità alla Nato all’anti americanismo endemico, con la “credenza in una Russia eterna, ortodossa, che difende ‘l’uomo bianco’ e la cristianità”. A partire dal 2011, con l’arrivo di Marine Le Pen al vertice del partito fondato dal padre, “la strategia di avvicinamento politico e ideologico” col Cremlino “si struttura e si accelera”. Ciò si traduce in “contatti frequenti” tra frontisti e responsabili russi, in visite in Russia, ma anche in Crimea e nel Donbass, fino all’incontro ufficiale tra Le Pen e Putin nel marzo 2017.  “A ogni crisi geopolitica provocata dalla Russia, il Front national e in seguito il Rassemblement national hanno assicurato a Putin il loro sostegno – si legge nel rapporto –. Quando la Russia ha annesso illegalmente la Crimea nel marzo 2014, Marine Le Pen ha appoggiato la linea ufficiale di Mosca”.