Teoria del complotto
Ecco Tucker Carlson con il suo monologo social su Twitter: attacca Zelensky e parla degli ufo
L'ex conduttore di Fox News, megafono delle teorie cospirazioniste, torna con un format di monologhi sulla piattaforma di Elon Musk. Allineandosi ai repubblicani post trumpiani si lascia andare alla propaganda anti ucraina e riporta notizie di primaria importanza come l'esistenza degli alieni
E’ tornato Tucker Carlson, il megafono delle teorie cospirazioniste della tv via cavo Fox News, facilitatore del trumpismo più estremo, difensore dei “patrioti” che sono entrati in Campidoglio il 6 gennaio. Dopo esser stato licenziato dall’emittente di proprietà dei Murdoch, dove conduceva il programma serale più seguito, Carlson ha deciso di usare Twitter per la sua rentrée: monologhi di dieci minuti (i monologhi erano il suo format anche in tv) registrati da quella che sembra casa sua – un mood pandemico se non fosse per la camicia a quadri e la cravatta preppy da prima serata. Seppur fossero lasche, ora non ci sono nemmeno più le restrizioni murdocchiane a tenerlo a bada, e così Carlson può lasciarsi andare nella piattaforma di Elon Musk, e chi colpire, nella prima puntata postata martedì sera, se non il leader di un paese invaso da un esercito straniero? Per Carlson il presidente ucraino Volodomyr Zelensky è un “comico trasformatosi in oligarca”, un uomo “sudato e simile a un ratto”, “persecutore di cristiani e amico di BlackRock”. Aggiunge che l’America sbaglia a vedere Zelensky come un “santo vivente” e che è stato lui a far saltare la diga di Kakhovka, lo dimostrerebbe il fatto che il disastro ha causato più danni ai russi rispetto agli ucraini.
Carlson lancia il suo nuovo programma parlando al mondo americano anti ucraino che non si sente rappresentato dal Congresso, contro quell’establishment repubblicano che difende la resistenza di Kyiv. Il Partito repubblicano è spaccato. Da una parte, la vecchia guardia difende gli aiuti all’Ucraina, come il senatore Lindsey Graham che in visita a Zelensky ha detto che i soldi mandati a Kyiv “sono il miglior investimento possibile”, o come il capogruppo al Senato, Mitch McConnell, che ha dichiarato: gli aiuti sono “la priorità numero uno”. Dall’altra parte ci sono i post trumpiani che gridano “prima l’America”, come la deputata Marjorie Taylor Greene, ed è con questi che Carlson si è naturalmente allineato – in qualche modo anzi potremmo dire che li ha costruiti lui. Per capire chi sono i fan di Carlson: quando il presentatore era stato cacciato da Fox, ad aprile, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva usato l’episodio per mostrare la scarsa libertà di espressione degli Stati Uniti. Più volte, nei mesi, nel suo programma, Carlson aveva elogiato Vladimir Putin – “non mi ha mai dato di razzista, non ha mai minacciato di licenziarmi”, ha detto una volta – diventando una star nel cerchio magico del dittatore russo, più volte ripreso dai programmi della tv di stato del Cremlino per mostrare le voci dissidenti americane. La questione Ucraina, trattata da Carlson come fosse un propagandista russo, è un topic chiave per i candidati alle primarie repubblicane, perché mostra chi guarda alla destra più estrema e trumpiana e chi verso il centro dell’elettorato, sperando in un partito più moderato. Fino ad ora, tranne il governatore Ron DeSantis e l’ex presidente Donald J. Trump, che continuano a sostenere posizioni tra l’equidistanza e il filoputinismo, tutti i principali candidati sono allineati sul difendere gli aiuti a Kyiv: dall’ex vicepresidente Mike Pence, che ha ufficializzato la sua candidatura ieri, a Nikki Haley, ex governatrice della Carolina del sud.
Dopo gli insulti in odore di antisemitismo a Zelensky e una quasi impercettibile glorificazione di Putin – “la Crimea è russa da almeno 240 anni”, ha detto – Carlson nel suo monologo social se l’è presa con i media, che continuano a parlare “di Ucraina, di trans, di Trump e di cambiamento climatico, e ignorano le altre notizie”. E quali sarebbero queste news di primaria importanza nascoste al pubblico americano da Washington Post e New York Times? L’esistenza degli Ufo e degli alieni. “La vita extraterrestre esiste, e ora lo sappiamo, eppure non se ne parla”, dice Carlson, che racconta di un ufficiale dell’aeronautica che avrebbe detto che ci sono le prove dell’esistenza degli alieni. Carlson ha continuato, chiedendosi perché il governo, in combutta con i media, non risponde a domande fondamentali, come: “Cos’è successo alle centinaia di milioni di dollari inviati all’Ucraina? Chi ha organizzato le rivolte di Black Lives Matter? Qual è la verità dietro all’11 settembre? Come è morto Jeffrey Epstein? E JFK?”. Il monologo di Carlson, secondo cui i media sono ostili a chi vuole scoprire la verità, finisce nel più classico dei modi: un piccolo gruppo di persone controlla l’informazione e sceglie cosa dire al popolo americano. Non ha citato Soros o i Rothschild, questa volta.