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Ancora una notte di scontri in Francia. Macron rientra a Parigi, c'è l'ipotesi stato d'emergenza
Sono saliti a 667 i fermati in tutto il paese dopo le proteste per la morte del diciassettenne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto. Il presidente francese ha lasciato il Consiglio europeo per presiedere una nuova riunione dell'unità di crisi
Un manifestante nella terza notte di proteste (AP Photo/Aurelien Morissard)
Al centro, con la t-shirt bianca, Mounia, madre di Nahel, durante la marcia per suo figlio a Nanterre (Foto di Abdulmonam Eassa/Getty Images)
Una donna passa davanti a un ufficio governativo vandalizzato vicino a Place Nelson Mandela a Nanterre (Foto di Abdulmonam Eassa/Getty Images)
LaPresse
Un veicolo blindato della squadra d'intervento d'élite BRI a Nanterre (Foto AP/Aurelien Morissard)
Le forze di polizia si scontrano con i giovani a Nanterre, fuori Parigi, giovedì notte (AP Photo/Christophe Ena)
Un uomo siede su un cartello stradale sopra uno striscione con la scritta "Allah, misericordia per Nahel" (AP Photo/Michel Euler)
Agenti di polizia accanto a un'auto in fiamme dopo la marcia per Nahel (Foto AP/Michel Euler)
Un parco giochi brucia durante gli scontri tra manifestanti e forze di polizia francesi (Foto di Abdulmonam Eassa/Getty Images)
Scontri tra manifestanti e polizia a Nanterre (Foto di Abdulmonam Eassa/Getty Images)
Sono saliti a 667 i fermati in tutta la Francia per i disordini collegati alle proteste scoppiate in seguito della morte del diciassettenne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto per aver opposto resistenza all'arresto. Il ministro francese dell'Interno Gérald Darmanin ha reso noto che nei disordini della scorsa notte sono rimasti feriti 249 fra poliziotti e gendarmi. Intanto il presidente francese Emmanuel Macron ha lasciato il Consiglio europeo per rientrare a Parigi, dove presiederà una nuova riunione dell'unità di crisi interministeriale convocata per la seconda volta in due giorni. E dopo la terza notte di violenze, anche l'opzione di instaurare lo stato d'emergenza in Francia per la rivolta delle banlieue non è più esclusa. Interrogata sul tema, la premier Elisabeth Borne ha detto questa mattina che "tutte le ipotesi" vengono prese in esame per ripristinare "l'ordine repubblicano".
Nahel, un adolescente francese di origine nordafricana, è stato ucciso due giorni fa, il 27 giugno, a colpi d'arma da fuoco da Laurent-Franck Lienard, membro della polizia francese. Si tratta della terza sparatoria mortale avvenuta quest'anno in Francia. La famiglia della vittima ha indetto per ieri, 29 giugno, una marche blanche, una marcia commemorativa a partire dalla principale stazione di polizia di Nanterre. Hanno partecipato 6.200 persone, ma se nelle intenzioni doveva essere una protesta pacifica, al corteo si sono uniti circa un migliaio di violenti, dice la questura di Parigi. Gli scontri con le forze di polizia sono continuati fino a tarda notte.
Anche Parigi è stata duramente colpita dai saccheggi e dai disordini della scorsa notte e stamattina si registrano interruzioni nei trasporti pubblici. La sindaca della capitale francese, Anne Hidalgo, ha tenuto una riunione dell'unità di crisi della città.
Laurent-Franck Lienard, il poliziotto di 38 che ha ucciso con un colpo della sua arma di servizio Nahel, si è detto "devastato" e chiede "perdono alla famiglia" del giovane, sostiene a Bfm Tv l'avvocato dell'agente, ora incarcerato e sospeso. "Lui - ha aggiunto il legale - non si alza la mattina per ammazzare la gente. Non voleva uccidere".
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