A bruxelles
Caos sovranista al vertice europeo. Polonia e Ungheria si oppongono all'accordo sui migranti
Morawiecki e Orbán protestano e mettono veti sul nuovo Patto su migrazione e asilo: considerano inaccettabile il principio della solidarietà obbligatoria verso i paesi di primo ingresso. I leader Ue cercheranno una nuova intesa oggi nella seconda giornata del Consiglio
Bruxelles. Sette ore di discussione non sono bastate ieri ai capi di stato e di governo dell'Unione europea per trovare un accordo sulla politica migratoria. Il Consiglio europeo non è riuscito ad approvare due paragrafi delle sue conclusioni per l'opposizione di Polonia e Ungheria all'intesa raggiunta a inizio giugno sul nuovo Patto su migrazione e asilo.
Mateusz Morawiecki e Viktor Orbán hanno alzato la voce, protestato e messo veti, ricordando un impegno assunto dai leader dell'Ue nel lontano 2018: cercare di decidere “per consenso” tutto ciò che riguarda i migranti. Consenso significa “unanimità”. E l'intesa sul nuovo Patto su migrazione e asilo è stata adottata dai ministri dell'Interno dell'Ue con un voto a maggioranza qualificata, malgrado l'opposizione di Varsavia e Budapest. Per Polonia e Ungheria è inaccettabile il principio della solidarietà obbligatoria nei confronti dei paesi di primo ingresso. Gli stati membri sarebbero costretti a scegliere: accogliere i richiedenti asilo attraverso i ricollocamenti oppure pagare un contributo finanziario di 20 mila euro a migrante.
L'Italia, attore chiave della trattativa con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha votato a favore dell'intesa sul nuovo Patto su migrazione e asilo. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prima del Consiglio europeo ieri aveva spiegato che la bozza di conclusioni era “un'ottima base di partenza. Su migrazione, Tunisia, flessibilità nell'utilizzo dei fondi per quello che riguarda le materie economiche, sui primi passi per un fondo sovrano europeo, ci sono le posizioni italiane”. Ma, anche quando sono alleati o contigui, i governi sovranisti raramente riescono a mettersi d'accordo a favore di qualcosa. Morawiecki e Orbán lo hanno dimostrato ancora una volta ieri.
I leader ci proveranno di nuovo oggi nella seconda giornata del Consiglio europeo. Il punto sulle migrazioni sarà discusso dopo Cina ed economia. I due paragrafi delle conclusioni sulle migrazioni sono abbastanza inutili. “Il Consiglio europeo esprima la sua profonda tristezza per la terribile perdita di vite come risultato della recente tragedia nel mediterranea. L'Ue rimane impegnata a rompere il modello di business dei trafficanti e delle reti di criminali, inclusa la strumentalizzazione, e ad affrontare le cause profonde delle migrazioni regolari in modo da gestire meglio i flussi di migranti e evitare che le persone si imbarchino in viaggi così pericolosi”, dice la bozza: “La migrazione è una sfida che richiede una risposta europea”. Il documento prosegue con un elenco delle cose fatte e l'impegno a continuare a lavorare in tutte le direzioni. Il passaggio sul memorandum di intesa con la Tunisia è salvo, dato che è stato inserito nella parte di conclusioni sulle relazioni esterne.
Dato che non dicono nulla di nuovo, i due paragrafi sulle migrazioni potrebbero essere semplicemente abbandonati. Polonia e Ungheria potrebbero così dire che le conclusioni del Consiglio europeo del 2018 sulle decisioni adottate “per consenso” sono ancora valide. Tutti gli altri potrebbero ignorare le proteste di Varsavia e Budapest, continuando a negoziare con il Parlamento europeo sul nuovo Patto su migrazione e asilo.