Sul fronte sud
La controffensiva a Zaporizhzhia è a tratti frustrante, ma i Bradley salvano vite ucraine
I piccoli passi di Kyiv che "avanzerà ancora": "quando arriverà, ve ne accorgerete", dice Oleksii Reznikov al Financial Times. I prossimi 34 chilometri di ostacoli
Fronte di Orikhiv, dalla nostra inviata. Da Orikhiv parte la controffensiva nella regione di Zaporizhzhia che spinge verso sud: per chi la guarda da lontano sembra procedere a passi minuscoli, ma questa non è la sensazione che hanno i soldati della Quarantasettesima brigata meccanizzata, che combatte poco più in là e a cui anche un’avanzata di un chilometro costa caro. Il maggiore Valerii Markus ha pubblicato su Facebook un video selfie girato nelle trincee russe appena conquistate e ha raccontato una giornata di assalti faticosi ma riusciti e una notte a dormire addosso ai cadaveri dei nemici perché la zona non è ancora abbastanza sicura da poterli evacuare. Nel video Markus è in maglietta, tra i commenti al suo post ce n’è uno che si nota perché lo ha pubblicato il capo di stato maggiore ucraino, Valerii Zaluzhny: “Markus rimettiti subito il giubbotto antiproiettile altrimenti dovrò venire a darti una lezione di persona!”.
La strada che collega Orikhiv alla cittadina di Huliaipole – parallela alla linea del fronte e pochi chilometri più a nord – è percorsa soltanto da ambulanze che raccolgono i soldati feriti e da pompieri che spengono gli incendi vicini alle posizioni ucraine causati dalle bombe russe. Tre settimane fa gli abitanti di Huliaipole e dei villaggi intorno sono stati i primi ad accorgersi che la controffensiva era cominciata, nonostante la strategia del silenzio del governo Zelensky, perché si era fatto più intenso il rumore di sirene delle ambulanze. “Adesso non è più come nei primi tre giorni, per fortuna i nostri che si fanno male al fronte sono meno, almeno per ora”, racconta Yulia, che guida l’ambulanza e fa parte della guardia medica e della Protezione civile di Zaporizhzhia. Che la direttrice della controffensiva ucraina a sud di Zaporizhzhia sia la più importante per Kyiv lo dice il fatto che qui sono comparsi per la prima volta i carri armati e i mezzi per il trasporto truppe occidentali, i Leopard tedeschi e i Bradley americani. I russi ne hanno distrutti alcuni nei primi giorni di contrattacco ucraino e da allora ci mostrano i video di quelle esplosioni da ogni angolazione possibile per dire: guardate occidentali che fine fanno i vostri regali a Kyiv.
Negli stessi filmati però si vede qualcosa che assomiglia a un miracolo invece è il frutto della tecnologia con cui vengono costruiti i mezzi americani: i veicoli centrati dai droni russi esplodono ma gli ucraini che ci stavano seduti dentro escono fuori senza nemmeno zoppicare. I Bradley sono una risorsa costosa ma sostituibile e salvano l’unico bene non sostituibile in guerra: le vite. In questo settore del fronte ce ne sono già decine ma quando Kyiv deciderà di schierare tutti i nuovi mezzi donati dagli americani e dagli europei saranno migliaia. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha detto al Financial Times che i risultati modesti visti sul campo finora sono soltanto “l’anteprima” di una controffensiva molto più grande a venire, e che “quando arriverà, ve ne accorgerete tutti”.
Dopo tre settimane, la controffensiva ha liberato circa 300 chilometri quadrati secondo la Difesa britannica, ma in termini di profondità ha fatto solo piccoli passi da Orikhiv andando verso sud in direzione della cittadina di Tokmak. A guardare la mappa, l’obiettivo più ambizioso sembra la città di Melitopol, spezzare in due blocchi la zona occupata dai russi nel sud-est del paese e avere nel raggio della propria artiglieria le linee logistiche più fragili di Mosca, quelle che passano per i ponti che collegano la Crimea al resto dell’Ucraina. Il problema è che oltre la linea del fronte poco a sud di Orikhiv ci sono 34 chilometri di ostacoli che corrispondono alle linee di difesa costruite dalla Russia a partire da novembre. Nel video il maggiore Markus dice: “Avanzeremo ancora, ma non saranno movimenti veloci perché le linee di difesa nemiche sono molto compatte e ben costruite. Quindi, sfortunatamente, forse saremo ancora qui quando i corpi dei russi dentro queste trincee inizieranno a puzzare”.