Immigrazione
Meloni e von der Leyen di nuovo a Tunisi da Saied, più ottimiste
Con loro anche Rutte, il premier dimissionario olandese, in missione per convincere il presidente tunisino a firmare il memorandum per frenare il flusso di migranti. Tajani dà per certa l'intesa, Bruxelles è più prudente. Le priorità della presidente della Commissione
Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte domani torneranno a Tunisi per cercare di convincere il presidente, Kais Saied, a firmare un memorandum, il cui principale obiettivo è frenare il flusso di migranti verso l’Italia. L’annuncio è arrivato ieri a sorpresa da un portavoce della Commissione, dopo settimane di stallo nei negoziati con la Tunisia. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dato per certa la firma. “L’Italia ha lavorato molto a questo accordo, anche in maniera non visibile”, ha spiegato Tajani: l’intesa è “un impegno finanziario, parte di una strategia europea, e permetterà alla Tunisia di poter affrontare con maggior serenità le riforme necessarie, di essere protagonista nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, di poter crescere”. Bruxelles è più prudente, data la poca affidabilità dimostrata da Saied. “Andiamo per cercare di finalizzare il memorandum, ma non ci sono certezze”, spiega al Foglio una fonte dell’Ue.
Questo è il secondo viaggio della presidente della Commissione, del presidente del Consiglio e del premier olandese in poco più di un mese, dopo quello dell’11 giugno. La precedente visita si era conclusa con l’impegno a sottoscrivere il memorandum entro la fine dello scorso mese. Il 26 giugno lo stesso Tajani aveva annunciato che il giorno dopo il commissario Olivér Várhelyi sarebbe volato in Tunisia per la firma del memorandum. Poi, all’improvviso, è arrivato lo stop da Tunisi. Saied non era pronto a sottoscrivere gli impegni chiesti dall’Ue sui migranti, né le riforme chieste dal Fondo monetario internazionale (Fmi) in cambio di un programma di salvataggio da 1,9 miliardi di dollari. Un’altra scadenza fissata per l’inizio di luglio è saltata. L’annuncio del viaggio del trio von der Leyen-Meloni-Rutte è un segnale di una possibile svolta.
Il pacchetto offerto dall’Ue a Saied è consistente: 105 milioni di euro di aiuti per la gestione di migranti e frontiere, 150 milioni di sostegno al bilancio come soluzione ponte ai problemi finanziari e 900 milioni di prestiti da affiancare a quelli del Fmi. Ma nel frattempo Saied ha moltiplicato gli atti ostili contro i migranti subsahariani e il numero di sbarchi dalla Tunisia è tornato a crescere in modo consistente in giugno. Nella città portuaria di Sfax ci sono stati attacchi violenti contro i migranti. Centinaia di subsahariani sono stati respinti alla frontiera con la Libia o portati nel deserto senza cibo e acqua. La caccia ai migranti di Saied – che ha fatto ricorso alla teoria complottista della grande sostituzione per aizzare i tunisini contro i subsahariani – ha effetti controproducenti sulle partenze. “Non dovremmo essere sorpresi se le persone continuano a lasciare la Tunisia sulle barche per cercare protezione altrove”, ha detto Vincent Cochetel, inviato dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, il 10 luglio. Secondo Cochetel, “gli accordi di cooperazione con la Tunisia sulle migrazioni devono essere condizionati al rispetto effettivo dei diritti dei rifugiati e dei migranti”. Per non irritare Saied, la Commissione non ha espresso critiche. La priorità di von der Leyen è un’altra: è il suo gabinetto che ha gestito direttamente le trattative con Tunisi. La scommessa è che, aiutando l’Italia e chiudendo gli occhi sulle violazioni dei diritti in Tunisia, Meloni sostenga von der Leyen per un secondo mandato come presidente della Commissione.