verso le elezioni in spagna
Le linee rosse del Partito popolare a Vox: europeismo e sostegno a Kyiv. Intervista
"Feijòo è il leader di cui la Spagna ha bisogno. L'unica arma che resta a Sanchez è l'astensione dovuta al caldo". Parla Ana Collado, deputata all’Assemblea di Madrid dove l’alleanza tra conservatori ha dimostrato tutta la sua potenza di fuoco alle regionali di maggio
Non è una campagna elettorale calle por calle, strada per strada. Soltanto perché non si può. “Troppo caldo. I socialisti le hanno pensate tutte pur di tarparci le ali. Ma non basterà: la Spagna sta per voltare pagina”. Nelle sedi del Partito popolare (Pp) già si esulta. “Vinceremo noi”. Di più. “A rappresentare il paese a Bruxelles ci sarà un pilastro del Ppe”, dice al Foglio Ana Collado, deputata all’Assemblea di Madrid, dove l’alleanza tra conservatori ha dimostrato tutta la sua potenza di fuoco alle regionali di maggio . E Vox? “Ci fornirà soltanto l’appoggio necessario all’azione di governo. Senza compromettere la nostra agenda politica”. E’ per questo che Pedro Sánchez è corso ai ripari, affrettando tutto, sparigliando ogni data. “La Spagna”, ricorda Collado al Foglio, “ha assunto la presidenza europea il primo luglio e voterà per le Corti generali il 23. Una manovra inaudita: in alcune Comunidades come l’Andalusia, per legge, sarebbe proibito chiamare alle urne in piena estate. Senza contare che il semestre spagnolo inizia con un primo ministro che finirà all’opposizione”.
In tre anni il Pp ha raddoppiato i consensi: da poco più del 20 a quasi il 40 per cento, secondo le ultime rilevazioni. “Il cambiamento è nell’aria”, spiega Collado, “e si deve a due ragioni. Il calo che stavamo vivendo non era reale, ma rifletteva un vecchio voto di castigo. E intanto ci siamo radicati sul territorio, canalizzando al meglio le esigenze collettive”. Per questo i popolari confidavano nei comizi. “Ma anticipare le elezioni a luglio stravolge la partita: temperature torride, scuole senza aria condizionata, rischi concreti per la salute: la sfida sarà lavorare sull’affluenza. Una vera e propria impresa logistica: perdendo contatto diretto coi cittadini, noi finiamo penalizzati”. Mentre il premier uscente si assicura un terreno congeniale. “Fa bene”, dice la deputata. “E’ l’unica arma che gli resta: l’astensione dovuta al caldo. Le piazze lo insultano, mentre le capacità oratorie del leader del Pp Alberto Núñez Feijóo si realizzano soprattutto dal vivo”.
Ana Collado nel corso della sua carriera ha avuto modo di conoscere tutti i grandi capi del Pp degli ultimi vent’anni: ha iniziato al fianco dell’ex presidente José María Aznar, per poi ricoprire vari incarichi nel governo Rajoy dal 2010 al 2016. Rispetto a loro, Feijóo è “il leader di cui la Spagna ha bisogno. Ha accumulato esperienza amministrativa, mantenendo un basso profilo e aspettando il suo momento. Ora si candida dopo un percorso di costante crescita: dalla sua Galizia a Madrid ha vinto sempre. E’ tempo che il suo modello si espanda al resto del paese”, dice Collado. Ecco come: “Cambiare il sistema arbitrario della ripartizione dei fondi europei: fin qui è stato un disastro e occorre un apposito audit di sorveglianza. L’altro grande tema è sempre di matrice economica. Ci era già capitato un esecutivo socialista in tempi di crisi”, negli anni di Zapatero, “e sappiamo com’è andata a finire. Oggi la storia si ripete: inflazione e disoccupazione aumentano, ma Sánchez e i suoi le occultano per finalità elettorali, senza prendere le contromisure adeguate. Gli spagnoli meritano la verità sui dati macroeconomici. E una sana gestione del problema”.
Più dei popolari preoccupa Vox. “Serve equilibrio e rispetto del volere dei cittadini, che chiedono di affidarsi a questi due partiti. Ci interessa un progetto condiviso, non spartire le poltrone. E in questo senso, tracciamo una netta linea rossa tra noi e Vox: certi valori non si toccano”. Per esempio? “Noi crediamo fermamente nel sistema istituzionale delle Comunidades autónomas, Vox spinge per uno stato centralizzato; noi siamo europeisti convinti, Vox ha spesso ricoperto posizioni antisistema; noi appoggiamo con chiarezza il governo ucraino, secondo la linea Ue, Vox invece si tiene su posizioni ambigue e in passato ha rivendicato la sua amicizia con Putin”. L’alleanza poggia invece “sulla politica economica, per abbassare le tasse e rivedere il sistema di controllo fiscale. Siamo d’accordo sullo schema di valori morali e religiosi occidentali. Vogliamo entrambi un sistema educativo meritocratico. Ma noi, nel governo che si formerà, assumeremo la leadership. E dunque detteremo la linea”, dice la deputata del Pp. Anche per questo il Pp ha seguito con particolare attenzione le recenti vicende di Palazzo Chigi. “La lezione che possiamo imparare dall’Italia”, dice Collado, “è che il timore dell’estrema destra era infondato. Bruxelles diffidava di Meloni, però dopo quasi un anno non si annoverano manovre antieuropeiste da parte sua. Anzi, ha creato compattezza e instaurato un governo istituzionalmente responsabile”. E’ quel che si augura anch la Spagna moderata. “Con un’ulteriore garanzia: il nostro nuovo premier non avrà bisogno di trattare col Ppe, perché è già un suo fiero esponente”.
I conservatori inglesi