Guerra e Fame
Putin offre agli africani pane e bugie
Il Cremlino inventa una realtà parallela sul grano, difficile da ingoiare per l’Africa. Mosca prova a sfruttare il forum Africa-Russia di San Pietroburgo per tagliare fuori l’Ucraina dal mercato globale. Un piano con molte incognite
Dopo il summit della Fao i leader dei paesi africani saranno al forum Africa-Russia di San Pietroburgo, dove Vladimir Putin ha intenzione di tracciare la sua strategia di influenza sul continente più conteso del Sud globale. Una strategia cinica e spregiudicata. Nell’articolo pubblicato sul sito del Cremlino “Russia e Africa: unire gli sforzi per la pace, il progresso e un futuro di successo”, il presidente russo ha messo nero su bianco una retorica basata sulla mistificazione della realtà, con dichiarazioni che dimostrano la volontà di strumentalizzare l’aggravarsi della crisi alimentare causata dalla decisione russa di ritirarsi dall’accordo del grano nel Mar Nero. “Comprendiamo l'importanza di un approvvigionamento alimentare ininterrotto per lo sviluppo socio-economico e la stabilità politica degli stati africani”, scrive Putin, che parlando dell’accordo del grano sottolinea “sebbene fosse presentato dall’occidente come un gesto di buona volontà a beneficio dell'Africa, in realtà è stato usato esclusivamente per l'arricchimento delle grandi imprese statunitensi ed europee”.
Putin prosegue lamentandosi della difficoltà della Russia nel portare avanti le esportazioni di grano e fertilizzanti a causa delle sanzioni occidentali, ma conclude la costruzione della sua verità alternativa promettendo che Mosca sarà in grado di assicurare le forniture di grano a tutti i paesi africani che ne avranno bisogno, anche su base gratuita, poiché “quest’anno la Russia si aspetta un’altra stagione di raccolti record”. Quindi, Putin smentisce se stesso affermando che il settore agroalimentare russo e la sua capacità di far arrivare a destinazione fertilizzanti e derrate alimentari non solo non è stata compromessa dalle sanzioni, ma anzi, è a livelli record. Questo perché i paesi occidentali hanno deciso di non sanzionare questi settori per non privare il mercato globale di una quota importante di forniture agroalimentari, contenendo la corsa al rialzo prezzi del cibo con il rischio di carestie nei paesi più fragili.
Lo stesso motivo per cui non ha senso accusare l’Europa di aver importato grano ucraino “togliendolo” ai paesi poveri, visto che tutto il grano che fluisce sui mercati internazionali contribuisce a ridurre i prezzi, ovunque finisca. Altrimenti, e qui Putin smentisce se stesso per la seconda volta, non avrebbe senso promettere gli africani forniture alimentari russe per sostituire quelle ucraine, visto che, dice Putin, quelle forniture non finivano in Africa. Mosca sembra quindi avere tutta l’intenzione di sfruttare il summit per proporre ai leader africani un sistema per importare grano russo tagliando fuori l’Ucraina dal mercato globale. Una proposta che confermerebbe la rivelazione del Financial Times, che ha parlato di un piano in cui il Qatar dovrebbe pagare la Russia per spedire grano in Turchia, da dove verrebbe distribuito ai paesi più poveri.
Tuttavia c’è un totale scetticismo su questa idea, a partire dalla possibilità di Doha e Ankara di partecipare a questa iniziativa. Recep Tayyip Erdogan ha detto chiaramente che vuole il ripristino dell’accordo del grano, non che venga aggirato a spese dell’Ucraina, e che intende parlarne di persona con Putin quando lo riceverà ad agosto in Turchia. Il vertice di San Pietroburgo potrebbe diventare un momento spartiacque delle relazioni russo-africane, ma non come vuole Putin. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (membro del Brics) ha detto che userà il vertice per portare avanti un piano di pace promosso da lui e altri leader africani, un piano che chiede la libertà di transito nel Mar Nero, e gesti concreti per la pace come il ritorno in Ucraina dei bambini ucraini che sono stati trasferiti in Russia. Ramaphosa e gli altri non saranno contenti di ricevere la gentile e generosa proposta di accettare un ricatto.