L'editoriale dell'elefantino
Il pil salvato dalle popstar. Serve un Superbonus concerti
Il balzo in avanti dell’economia Usa trainata da Taylor Swift è forse una balla, ma bisognerebbe piantarla con l’ostilità verso i rave, il rock e le adunate degli ultraturisti
Taylor Swift fa il pil Usa con il suo tour e evita la recessione americana. Così dicono, e perché non crederci? Ci salveranno i lanzichenecchi, dunque, quelli che si imbrancano con i jeans strappati, le cuffie e i tatuaggi per andare ogni volta che sia possibile a ascoltare i concerti delle star, perfino a Foggia. Elkann ha azzeccato la canzone dell’estate. Ha individuato coloro che vivono bene e prosperano in un mondo che secondo il segretario generale di un ente inutile e costoso, António Guterres, è in ebollizione. Alzi la mano chi non si è stupito per la tenuta del concerto doppio di Springsteen, a Ferrara e poi a Monza, mentre l’ebollizione scatenava le celle, le supercelle temporalesche, e alluvionava e feriva le due città mentre i piromani si davano da fare nel nostro glorioso sud, approfittando del caldo caldissimo e dello scirocco africano.
Il ministro Giorgetti deve solo convocare Vasco, e pregarlo di moltiplicare le occasioni, e già che c’è anche Diodato. Il ministro Fitto deve stornare dal Pnrr una cifra adeguata per finanziare la centuplicazione dei tour, e già che c’è affidarne uno anche a Giambruno, che riscuoterebbe un sicuro successo. Bisognerebbe piantarla con l’ostilità verso i rave, le adunate degli ultraturisti, ora si chiamano così, i movers con l’orecchino e l’aquila bicipite al posto dell’ombelico sono la nostra unica speranza, e l’ultima o la penultima. Taylor Swift ha venduto duecento milioni di dischi, ma a insistere si può fare altrettanto con le nostre star, popstar, rockstar, che fanno scoppiare uno stadio al giorno, a notte, e che suonano musiche molto diverse dalle sinfonie londinesi di Haydn o, per stare sempre a Elkann, dalle sonatine di Vinteuil, ma fanno la parte che ancora qualche mese fa era delegata interamente al Superbonus geniale del 110 per cento, incrementano la ricchezza nazionale. Quante cose non risolverebbe un Superbonus concerti al 110 per cento, pagare la gente per rincoglionirsi lanzicheneccamente, per spingere treni e auto e moto, consumare cemento autostradale, occupare arene e stadi in nome del prodotto interno lordo e del progresso culturale e acustico. (segue a pagina quattro)
Quella di Taylor Swift probabilmente è una balla, eppure con le mail del Pentagono dirottate verso il Mali siamo tenuti a credere a questo nuovo miracolo della società americana, aspettando il ritorno di The Donald, eppoi quante balle costituiscono indicazione di marcia nel mondo contemporaneo e alimentano aspettative che le risorse normali del capitalismo industriale e agricolo, lavoro e finanza e tecnologia, non sono più in grado di soddisfare. L’estate è ovviamente una stagione da abolire quando si parla solo di tassì e di balneari, di bollini rossi e neri per circolazione stradale e clima, clima in diretta è la nuova rubrica terroristica destinata a sostituire strade in diretta, con lo stesso risultato, ovvero viaggiare informati, viaggiare incazzati. Milioni di telefonini accesi, romance da stadio al ritmo del rock, sono le piccole vacanze del XXI secolo che possono fare i grandi numeri della quinta economia del mondo, se li fanno per la prima. Un vecchio mito letterario romano è “Il mondo salvato dai ragazzini”, un libro della Morante del 1968 che celebrava le immense virtù e virtualità dell’adolescenza, non si vede perché il biografo di Moravia e padre di Lapo non possa avvertirci, a suo modo, che il prossimo mondo sarà salvato dai lanzichenecchi.