Clemenza per la leader birmana Aung San Suu Kyi
La giunta militare ha ridotto la pena detentiva per la Signora, in prigione dal golpe del febbraio 2021. Non si tratta di perdono e riguarda solo alcune delle 19 pene comminate
Martedì mattina, con un documento di dieci righe, la giunta militare birmana ha annunciato la clemenza per Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint, entrambi imprigionati dal 1° febbraio 2021, quando il governo democraticamente eletto fu deposto da un colpo di stato. Clemenza, stando alle traduzioni più accurate, e non perdono e solo per 5 delle 19 pene comminate alla Signora, 78 anni, per un totale di 33 anni di carcere. Ancora non è chiaro quanti anni dovrebbe scontare per le pene restanti: dovrebbe essere precisato in un prossimo comunicato.
Nei giorni scorsi la giunta aveva preannunciato questa clemenza trasferendo Aung San Suu Kyi dal carcere agli arresti “domiciliari” in una residenza governativa della capitale Nay Pyi Taw. In precedenza, era stato concesso ad Aung San Suu Kyi l’incontro con il ministro degli esteri thailandese Don Pramudwinai.
Ed è proprio in quell’incontro che potrebbe celarsi il motivo di tanta clemenza da parte di Min Aung Hlaing, l’artefice del golpe e l’ultimo dei tiranni birmani. Secondo indiscrezioni fatte filtrare dai militari, infatti, la Signora avrebbe manifestato disaccordo con la resistenza armata del governo ombra birmano, mantenendosi fedele alla sua visione gandhiana della politica. Affermazione molto conveniente per la giunta in un momento in cui sta perdendo il controllo di gran parte del territorio.
Sempre quell’incontro sarebbe stato la testimonianza di una volontà dell’Asean di risolvere il problema birmano, a condizione che la giunta dimostrasse la volontà di allinearsi con forme autocratiche meno selvagge.
Secondo fonti locali, infine, la clemenza sarebbe un ulteriore passo verso la grazia. A condizione che la Signora decida di lasciare il paese. Comunque, per non suscitare eccessive illusioni, poche ore prima della clemenza, la giunta ha annunciato l’estensione dello stato d’emergenza di altri sei mesi.
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