sudamerica
Così l'Ecuador è stato consegnato alla violenza dei narcos
Dopo l'omicidio di Villavicencio e i sequestrati di cocaina. “Quello che ha sofferto la Colombia negli anni Ottanta e quello che ha sofferto il Messico negli anni Novanta, l’Ecuador lo sta vivendo oggi”, ha detto l’ex vicepresidente Otto Sonnenholzner
Quasi in contemporanea all’assassinio di Fernando Villavicencio, le autorità olandesi hanno sequestrato cocaina per un valore di circa 660 milioni di dollari che era stata nascosta in un container di banane dall’Ecuador. Nel frattempo, agenti dell’Fbi stanno arrivando in Ecuador per supporto alle indagini, perché sei colombiani sono stati arrestati in relazione all’omicidio. Anche se il delitto è stato rivendicato dai narcos messicani del Cartello di Jalisco, dopo che in un primo momento era stato accusato l’altro cartello messicano di Sinaloa, per via del fatto che il candidato ucciso aveva denunciato di essere stato minacciato da lui. Va detto che Villavicencio come sindacalista, giornalista e politico aveva denunciato una quantità di soggetti, non solo narcos. In particolare, la sua scalata nei sondaggi lo avrebbe forse portato al voto del 20 agosto ad andare al ballottaggio contro Luisa González, vicina all’ex presidente chavista Rafael Correa che ora è in esilio in Belgio per varie accuse. Rivelazioni esplosive su Correa erano state annunciate da Villavicencio nella sua ultima intervista, e il carcere per alcuni leaks sull’allora presidente Correa Villavicencio lo aveva evitato nascondendosi prima in Amazzonia e poi in Perù. È lo stesso Correa che invece al divulgatore di leaks Assange aveva dato asilo nell’ambasciata a Londra.
Il quadro, insomma, è quanto mai complesso. Ma non c’è dubbio che l’essere passato l’Ecuador da uno dei paesi più tranquilli della regione a quello che nel 2022 ha sequestrato più cocaina in transito in America latina contribuisce molto alla tensione generale. Non si tratta in realtà di un paese di produzione, ma è infilato giusto in mezzo tra Colombia e Perù, che sono i due maggiori produttori di cocaina al mondo. Un’analisi di Insight Crime, piattaforma specializzata in criminalità organizzata, ha stabilito che i sequestri ecuadoriani sono superati solo dai colombiani, considerati un paese produttore. In termini generali, l’Ecuador sarebbe il secondo paese della regione con il maggior numero di sequestri: 176 tonnellate di cocaina nel 2022. Ed il terzo al mondo, dopo America e Colombia.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) ha messo in guardia sull’aumento della produzione di cocaina e sui porti chiave per la spedizione della droga dal Sudamerica verso vari paesi del mondo. I porti dell’Ecuador sono i centri logistici del traffico illecito di sostanze in tutto il mondo: “Il ruolo dominante dei porti colombiani come punto di partenza sembra diminuire, e i trafficanti fanno sempre più transitare i loro prodotti attraverso l’America centrale e altri paesi sudamericani”, avverte un rapporto Unodc. In particolare la provincia di Esmeraldas, confinante con quel dipartimento colombiano del Putumayo dove assieme al vicino Nariño si producono tra le 750 e le 800 tonnellate all’anno. Così quella è diventata un’area in cui i gruppi narcotrafficanti provenienti dalla Colombia e dal Messico non solo si contendono il territorio per il controllo delle reti di narcotraffico, ma formano anche alleanze per produrre e trasportare cocaina negli Stati Uniti ed Europa. L’11 aprile scorso, nel porto di Esmeraldas, ci sono stati nove morti in un locale uccisi da una trentina di sicari: un regolamento di conti tra le due gang rivali dei Los Tiguerones e Los Gángsters. E le faide tra narcos rivali insanguinano anche le carceri. Il tasso di omicidi è aumentato di oltre il 300 per cento negli ultimi cinque anni, rendendo l’Ecuador un paese più violento della Colombia e del Messico.
“Quello che ha sofferto la Colombia negli anni Ottanta e quello che ha sofferto il Messico negli anni Novanta, l’Ecuador lo sta vivendo oggi”, ha detto l’ex vicepresidente Otto Sonnenholzner, anch’egli candidato in corsa per il ballottaggio. “Il nostro paese è stato consegnato al narcotraffico, e queste sono le conseguenze”. Secondo María Paz Jervis, presidente della Camera dell’Industria e della Produzione, alcune aree del paese sono ormai zone off limits perché in mano alle bande, dove i camionisti non possono più consegnare prodotti di base a causa delle richieste di pizzo. Negli ultimi mesi autobus sono stati attaccati con bombe molotov e pescatori sono stati uccisi in apparenti tentativi di estorsione.
Dalle piazze ai palazzi