elezioni
L'omicidio di Villavicencio, l'ombra di Correa e le promesse dei candidati. Domani il voto in Ecuador
Secondo i sondaggi praticamente sicura la presenza al ballottaggio di Luisa González, ma sul suo possibile rivale l'incertezza è totale. Sonnenholzner, Topic detto "Rambo" e Yaku Perez molto vicini, con l'incognita Zurita
Centomila tra poliziotti e soldati sono stati mobilitati per la sicurezza delle elezioni che si terranno domani in Ecuador. L’assassinio del candidato che si batteva contro la corruzione, il giornalista Fernando Villavicencio, durante un comizio ha acceso l’interesse mondiale per questo voto, ma ha anche portato al massimo la preoccupazione per la crescente violenza dei gruppi criminali che operano nel paese. Secondo Diana Atamaint, presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), “garantire la vita degli elettori” sarà il primo obiettivo, e verrà dopo il “salvaguardare il diritto di voto di tutti”.
Al posto di Villavicencio il centrista Movimento construye ha designato un altro giornalista Christian Zurita, che aveva collaborato a oltre 300 inchieste del suo predecessore. “Non averlo sostituito sarebbe stato un tradimento”, ha detto. “Christian Zurita è l’unico che può sostituire mio figlio”, ha convenuto la madre dell’ucciso. Al momento dell’omicidio alcuni sondaggi segnalavano Villavicencio secondo nelle intenzioni di voto dietro a Luisa González, candidata del Movimiento revolución ciudadana che fa capo a Rafael Correa: ex-presidente di impronta chavista, che obbligò Villavicencio a nascondersi in Amazzonia e in Perù per evitare l’arresto. A sua volta Correa è ora esule in Belgio per scampare a una condanna in contumacia a otto anni per corruzione, ma Luisa González, già ministro del suo governo, dice che lo terrebbe come consigliere. Villavicencio aveva detto di essere stato minacciato dal Cartello di Sinaloa e il delitto è stato poi rivendicato dal Cartello di Jalisco, ma nell’ultima intervista aveva minacciato anche rivelazioni su Correa, contro il quale la vedova ha lanciato gravi accuse. Dopo l’omicidio, Luisa González ha fatto subito le sue condoglianze e espresso solidarietà, sospendendo per un po’ la sua campagna: come gli altri candidati, con cui ha poi siglato un accordo di sicurezza e governabilità, poi anche un candidato del suo partito è stato assassinato. Però Revolución ciudadana ha cercato di bloccare la candidatura di Zurita con un ricorso secondo cui era iscritto a un altro partito. Ma il Cne ha stabilito che la firma portata come prova era fasulla. Zurita dunque ci sarà, anche se nelle schede apparirà la foto del defunto. Erano già stampate e non c’è stato tempo di cambiarle.
Tra i partiti di sinistra c’è anche quello del leader indigeno e ambientalista Yaku Pérez, che alle ultime elezioni arrivò terzo. Durante il mandato di Correa fu arrestato quattro volte, e dunque in caso di ballottaggio non appoggerà Luisa González. Sul centro-destra possono arrivare al ballottaggio anche l’economista ed ex vicepresidente Otto Sonnenholzner, del Partido avanza; e l’imprenditore della sicurezza e ex soldato della Legione straniera Jan Topic, dell’alleanza Juntos triunfaremos. Luisa González si presenta come candidata con esperienza di governo, dice di avere come modello Lula, promette di investire per la lotta alla povertà 2,5 dei 6,96 miliardi di dollari di riserve della Banca centrale. Otto Sonnenholzner insiste invece soprattutto sulla lotta alla delinquenza: “Senza sicurezza gli investimenti non arriveranno”. Ancora più centrato sulla sicurezza appare Topic, soprannominato “Rambo”, che si dice ammiratore del modello Singapore. Master in finanza quantitativa presso la London School of Economics e diplomi post laurea a Harvard, ha prestato servizio nella Legione straniera, per cui dice di aver combattuto da cecchino e paracadutista nella Repubblica Centrafricana, nella guerra tra Gibuti ed Eritrea, in Costa d’Avorio e in Siria. Ma sostiene che l’anno scorso sia andato pure a combattere in Ucraina. Secondo lui la crisi economica si risolve con l’usare l’intelligence per “scoprire come si muovono i soldi sporchi dei narcotrafficanti e dei corrotti”. Vuole investire 1,2 miliardi di dollari per la sicurezza, e in particolare per costruire prigioni. Tutti i sondaggi danno Luisa González come sicura al ballottaggio. Se si ripete lo scenario delle ultime elezioni dovrebbe essere sconfitta al secondo turno, per il blocco di tutti contro di lei. Ma è massima incertezza sul possibile sfidante. Una delle ultime rilevazoni dava Sonnenholzner al 18,6 e Topic al 16,8 per cento. Un’altra Yaku Pérez al 14,42, Sonnenholzner al 12,36 e Topic al 9,6. Una terza Sonnenholzner al 13,88, con Yaku Pérez e Villavicencio-Zurita all’11. Una quarta Topic al 13, Yaku Pérez al 7,7 e Sonnenholzner al 6,5 per cento. Le ultime inchieste però uscirono il giorno dopo l’assassinio, e 10 giorni prima del voto. L’effetto Villavicencio è dunque imprevedibile.