La vuota stand-up di Trump da Carlson ruba la scena al dibattito del Gop
Nei tre quarti d’ora di blaterare senza contradditorio, messi online cinque minuti prima del dibattito Fox, l’ex presidente è apparso sicuro di vincere. Non ha nemmeno perso tempo a criticare i suoi contendenti delle primarie, ma ha attaccato direttamente Biden
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: "Donald vieni in là con noi dai...". Il memizzabile Nanni Moretti degli anni d’oro applicato a Donald J Trump e alla crisi del partito repubblicano. I candidati si sono riuniti sul palco in Wisconsin, in diretta su Fox News, e Trump, il frontrunner, non è andato. È rimasto in controluce di profilo sulla finestra Twitter di Tucker Carlson, fuoriuscito dalla Fox che lo ha reso il più famoso presentatore tv della nuova destra americana, un po’ putiniana e parecchio cospirazionista, ora col beneficio di non essere considerato parte dei network televisivi mainstream.
In meno di un’ora l’intervista aveva raggiunto le 73 milioni di visualizzazioni. Mentre in Wisconsin si parlava anche di Trump, Trump da Carlson diceva che la televisione è in declino. Ed è vero. L’evento in diretta sulla Fox sembrava datato, qualcosa del passato, i candidati erano troppo mosci o troppo a disagio, tranne l’imprenditore millennial Vivek Ramaswamy, che invece era troppo esaltato. Gli unici momenti con un po’ di pepe sono stati quelli in cui si è parlato di Trump. “Chi di voi appoggerà Trump anche se dovesse essere condannato?”. E timidamente anche il suo ex VP, il traditore del 6 gennaio, Mike Pence, ha alzato la mano. E poi per il resto del tempo ha voluto ricordare che lui quel giorno mentre assaltavano il Campidoglio ha “scelto la Costituzione”. Solo Asa Hutchinson, un Carneade del gruppo, e Chris Christie, ex collaboratore di Trump, hanno detto di no. E Christie si è beccato molti fischi per aver attaccato l’ex presidente di petto. Ramasawamy è apparso, forse per l’età o per l’entusiasmo, il vincitore di questo dibattito, o comunque quello che ha trainato molte conversazioni. Ed è rischioso, in un partito diviso, che a prevalere sia uno appena arrivato che dice che se sarà eletto non darà un altro centesimo a Kyiv. Ramaswamy ha detto che Trump è stato il miglior presidente del 21esimo secolo.
La fiacchezza in Wisconsin si deve forse al fatto che l’ultimo dibattito delle primarie del GoP, quelle del 2016, avevano in mezzo un professionista della tv, per anni alla guida di The Apprentice, seguitissimo reality della Nbc. Seduto nel salotto del suo resort in New Jersey, Trump ha detto come sempre quello che pensa, senza dover aspettare che Nikki Hailey, Pence o Tim Scott finissero i loro retorici appelli su aborto, confini sicuri e Ucraina. Nei tre quarti d’ora, messi online cinque minuti prima del dibattito Fox, l’ex presidente è apparso calmo e sicuro di vincere (i sondaggi lo danno ogni giorno più in alto). Il blaterare, non particolarmente frizzante e senza contradditorio, è servito solamente da conferma che l’egopopulismo di Trump non è stato modificato dal tempo o dall’esperienza. Ha parlato del nulla, giusto del suo ottimo rapporto con Putin, Xi Jinping e Kim Jong-Un. Di Jeffrey Epstein, delle foto di Biden in spiaggia, del canale di Panama, e dell’uccisione di Al Baghdadi. Come in uno stand up di Jerry Seinfeld, ha cianciato per diversi minuti su quanto sia frustrante quando c’è poca pressione nella doccia. L’unica policy di cui ha fatto cenno è quella del confine sicuro, la sua priorità quando tornerà alla Casa Bianca. “Arrivano da tutto il mondo, da paesi che non hai mai sentito nominare, stanno svuotando le prigioni e gli ospedali psichiatrici in Sudamerica”.
Ma, soprattutto, il suo è stato un attacco a Joe Biden. Non ha nemmeno perso tempo a criticare i suoi contendenti delle primarie tanto è sicuro di vincere. Con la testa Trump è già alla sfida presidenziale. “Joe Biden è il peggior presidente della storia del nostro paese”, “È corrotto, è incompetente”, “Penso sia messo peggio mentalmente che fisicamente”, ha detto, parlando di come non riesca a camminare bene. E continua a dire – senza che Carlson lo contraddica – che le elezioni del 2020 sono state rubate dai democratici e che lui avrebbe dovuto vincere.
Trump non ha mostrato nessun rimpianto, nessun rimorso. Del violento attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 ha detto: “È stato un giorno molto interessante, quella era la folla più grande a cui abbia mai parlato”.
Non è cambiato, Trump, è solo più sicuro di sé, e non sembra per nulla spaventato dalle incriminazioni e dal tempo che dovrà passare in tribunale perché i suoi numeri continuano a salire. Ogni nuovo procuratore vale dieci punti nei sondaggi. È vero che è apparso meno energico del 2016, ma ha comunque 77 anni. Ha lasciato aperto la possibilità di un conflitto sociale, non sentendosi minimamente responsabile per la pericolosa polarizzazione politica in corso. “Proteste, impeachment e poi incriminazioni, qual è il prossimo passo, la violenza? Non hai paura che proveranno a ucciderti?” Gli ha chiesto Carlson. “Queste tecniche per fermarti non stanno funzionando, l’unica non sarebbe farti fuori? Si arriverà alla guerra civile?”. L’ex presidente non ha risposto direttamente, ha detto solo che là fuori c’è “un livello di odio e di passione che non ho mai visto in vita mia, e probabilmente è un pessimo mix”.