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Il Padrino al Cremlino. "Putin ha liquidato Prigozhin per mandare un segnale", dice Parsi
"Il leader di uno stato membro permanente del consiglio di Sicurezza Onu si comporta come un boss mafioso". Quali conseguenze avrà l'esecuzione del capo della Wagner? Vendette e contro-vendette, nel punto del prof. di Relazioni Internazionali della Cattolica
"E così Prigozhin non è più neanche 'un morto che cammina', è un morto e basta". Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano, fa il punto sull'uccisione del capo delle milizie Wagner. "Esattamente nel secondo mese in cui ricorreva il tentativo di ammutinamento di Prigozhin, grottesco ma effettivo, Putin ne ha decretato l’esecuzione. Ora, tutto questo ha delle conseguenze, e ci sono una serie di indicazioni che ci vengono da questa scelta. La prima è che i suoi seguaci nella Wagner e fuori dalla Wagner potrebbero decidere di vendicare la sua morte e quella del suo vice capo operativo Utkin. Riusciranno o non riusciranno? Questo dipende molto dalla capacità che la struttura Wagner ha di mobilitarsi in Russia e possiamo immaginare che la via della contro-vendetta sarà una via che seguirà gli stessi metodi del Cremlino, cioè quelli dell’attentato terroristico, del killeraggio di stampo mafioso".
Secondo Parsi, poi, ci potrebbero essere anche "conseguenze sulla tenuta della Wagner negli altri teatri operativi extraeuropei, che sono più importanti per la Russia in questo momento come attività di impiego dei mercenari della Wagner. Quanto questi mercenari si sentiranno ancora garantiti rispetto alle loro paghe, alla sicurezza delle loro famiglie, al loro futuro personale? Quanto hanno ancora voglia di combattere per il Cremlino? Quanti potrebbero invece decidere di mettersi in proprio e comportarsi davvero da compagnia mercenaria che lavora fuori dai confini nazionali?"
"Putin - prosegue il professore - emerge forse più forte: ha potuto eliminare Prigozhin e, contemporaneamente, sono arrivate verso i vertici una serie di purghe nella cerchia ristretta del potere putiniano. In tema di vertici militari e politici, che ci diranno di più su questo nelle prossime ore, Putin ha deciso di comportarsi come il capobanda criminale mafioso che è. Ha deciso di eliminare Prigozhin, che poteva invece sottoporre a un processo dato che il capo della Wagner aveva commesso un crimine: si era ammutinato militarmente contro il suo capo politico. Tanto più che in Russia i processi sono una farsa, come dimostra quello a Navalny. Quindi non era un problema tecnico e non c'era la preoccupazione che Prigozhin potesse dire qualcosa. Putin ha deciso di eliminarlo per mandare un segnale. Il modo in cui si comporta Putin è quello che vediamo negli annali delle stragi mafiose italiane, nei film del Padrino, nella serie tv I Soprano. E' davvero devastante vedere a che livello è il potere russo in questo momento. Sopratutto per uno stato che è un membro permanente del consiglio di Sicurezza, una grande potenza nucleare e un fondatore del sistema politico internazionale del secondo dopo guerra, che si comporta con metodi che sono assolutamente inauditi".
Questo ci dice anche di quanto poco ci si possa fidare di Putin quando si parla di "trattare con la Russia, come sostengono voci autorevoli in campi diversi dall’analisi politica", aggiunge Parsi. Una lettura quindi duplice: una prova di forza per Putin nell’immediato, ma che "potrebbe tramutarsi in una vittoria di Pirro e rendere sempre più lontana la possibilità per la Russia di portare a casa il risultato politico dell'invasione, che dal punto di vista militare sta andando già decisamente male".