Grano amaro
Polonia e Ucraina si fanno la guerra sui cereali, Von der Leyen è schiacciata in mezzo
Varsavia si avvicina al voto e non può permettersi di perdere il consenso rurale. Ma anche la presidente della Commissione europea è in campagna elettorale
Il sostegno senza limiti della Polonia all’Ucraina ha un limite e il governo nazionalista di Varsavia potrebbe dimostrarlo il 15 settembre: il sostegno elettorale al Partito legge e giustizia. Quel giorno scadranno le misure temporanee adottate dalla Commissione europea per limitare le importazioni di cereali ucraini sul mercato della Polonia e di altri quattro paesi, dopo che in primavera questi avevano introdotto unilateralmente un embargo in violazione delle regole dell’Ue per le difficoltà dei loro agricoltori. La Commissione ha stanziato due pacchetti di aiuti da 156 milioni di euro per Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia. Ursula von der Leyen per due volte ha accettato di vietare, attraverso misure temporanee, le importazioni di frumento, granturco, colza e semi di girasole sui mercati nazionali dei cinque paesi, a condizione di consentire il transito verso il resto dell’Ue e del mondo. A giugno la Commissione aveva assicurato che le misure temporanee sarebbero state eliminate il 15 settembre. Ma, viste le elezioni politiche difficili del 15 ottobre, il governo del PiS pretende altri soldi e un’altra proroga. Altrimenti reintrodurrà ed estenderà l’embargo unilaterale contro l’Ucraina. Dai “corridoi di solidarietà” dell’Ue, che passano dai cinque paesi, transitano fra i 3 e i 4 milioni di tonnellate di cereali ucraini al mese. Con il Mar Nero bloccato dopo l’uscita della Russia dall’accordo sul grano, un embargo della Polonia avrebbe gravi ripercussioni sull’Ucraina. E Kyiv ha perso la pazienza con l’alleato polacco.
Kyiv ha abbandonato la linea del silenzio, che aveva tenuto in primavera per non rovinare i rapporti con Varsavia. Durante l’estate ci sono state accuse reciproche, convocazioni di ambasciatori e comunicati di fuoco. Il presidente Volodymyr Zelensky è intervenuto personalmente denunciando in pubblico Varsavia e chiedendo a von der Leyen di non rinnovare le misure temporanee. Una nuova proroga a favore di Varsavia andrebbe “contro il principio di solidarietà”, ha detto lunedì il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. Il fatto è che la solidarietà della Polonia con l’Ucraina sul grano ha un costo politico significativo per il PiS. Il 15 ottobre i polacchi andranno alle urne e i sondaggi danno il PiS in difficoltà. Gli agricoltori, che costituiscono una parte importante della sua base elettorale, sono in rivolta, tanto più che era stato il ministero dell’Agricoltura a invitarli a non vendere il grano nella speranza di una risalita dei prezzi. Per il PiS, gli elettori rurali sono più importanti dell’Ucraina. Il ministro dell’Agricoltura lo ha dichiarato testualmente il 23 agosto. “Per noi, la cosa più importante sono i nostri interessi, gli interessi dei polacchi, gli interessi degli agricoltori polacchi”, ha detto Robert Talus, accusando l’Ue di voler “destabilizzare” il PiS alle elezioni.
Von der Leyen si trova in una posizione complicata. La Commissione sta cercando una soluzione tecnica, come finanziare la costruzione di silos o il trasporto dei cereali verso altri paesi. “Quello che facciamo ora è discutere con gli stati membri coinvolti su come migliorare le capacità di trasporto per assicurarsi che il grano possa uscire dall’Ucraina”, spiega una portavoce della Commissione. Ma difficilmente basterà ad accontentare Varsavia. Un embargo unilaterale da parte della Polonia dovrebbe far scattare una procedura di infrazione. Ma anche von der Leyen è in campagna elettorale per la conferma alla testa della Commissione ed è improbabile che voglia mettersi contro Varsavia e altri governi dell’est. A Bruxelles in molti scommettono che prorogherà le misure temporanee fino alla fine dell’anno, anche se sarebbe un regalo elettorale al PiS a danno di Kyiv.
L'editoriale dell'elefantino