Negli stati uniti
Biden fa politica, ed è con la politica che si batte Trump. Parla Franklin Foer
La forza politica del presidente è nella parola “bipartisan”. The Donald lo attaccherà per la sua età e per il ritiro dall’Afghanistan, ma per i dem è ancora lui il candidato giusto. Intervista al giornalista dell'Atlantic
Franklin Foer, giornalista dell’Atlantic, ha passato gli ultimi anni tra la Casa Bianca e Capitol Hill a intervistare centinaia di persone per scrivere il libro definitivo sui primi due anni dell’Amministrazione Biden. The Last Politician esce oggi per Penguin Press ed è un testo che ci fa capire non solo il personaggio Joe Biden, ma anche il modo in cui è riuscito a implementare le sue politiche, tra pandemia e crisi climatica, guerra e inflazione. Sia Obama sia Trump sono stati, in modo diverso, due figure dell’antipolitica. Biden è l’opposto, è un vero politico navigato, è a Washington dal ’73.
“Per Biden essere un politico è una forza, in realtà”, dice Foer al Foglio. “Forse il modo migliore oggi per essere eletti è presentarsi come nemici del sistema e di Washington, ma Biden è in grado di manipolare legislatori e leader stranieri, nel senso buono della parola manipolare, e così è riuscito a ottenere molto più di quanto si potesse immaginare”. Biden è riuscito a gestire il Covid, a disfare alcune politiche trumpiane e a investire miliardi per infrastrutture e lotta al cambiamento climatico. “Una parte del Partito repubblicano nel Congresso vorrebbe fuggire da Trump ma non sono abbastanza coraggiosi, non riescono a mettere in piedi una vera rivolta contro di lui. Ma sono stati in grado di fare degli accordi con Biden su temi bipartisan”, dice Foer. “Biden è stato in grado di entrare in gioco al Congresso quando c’era bisogno di lui e di non farsi vedere quando non era il benvenuto. La sua esperienza l’abbiamo vista con l’Inflation Reduction Act. La sua relazione con Joe Manchin, senatore cruciale nelle negoziazioni, era deteriorata. Poteva interfacciarsi con lui come presidente, o poteva lasciarlo in pace e spingere altri senatori a fare le cose al suo posto. Spesso l’ego spinge i politici a rifiutare di lasciare che altri facciano le cose al loro posto, se pensano che ci sia la possibilità di rivendicarne la gloria. Biden aveva abbastanza esperienza per capirlo”.
Il presidente sembra essersi mangiato la sinistra del partito, le Ocasio-Cortez e i Sanders, che lo appoggiano senza metterne in dubbio l’autorità. “Non penso che Bernie Sanders ed Elizabeth Warren sarebbero riusciti a ottenere quello che ha ottenuto Biden, nel nome dell’agenda progressista. Ha investito tre trilioni e mezzo contro l’emissione di CO2”. Oggi bipartisan sembra una parolaccia, vista la polarizzazione estrema, ma Biden ha provato a implementare degli accordi tra i due partiti. “Viene da un’altra èra della politica americana, quando questa funzionava in modo diverso. Non penso che sia naïve quando parla di accordi bipartisan, anche se lo sembra a volte, ma penso che capisca che la maggior parte del Partito repubblicano per lui è inaccessibile. Ma sa anche che, per come funziona il Senato, deve formare un’alleanza con le ultime voci ragionevoli del Gop. In questo senso ha fatto molto più di quanto ci si aspettasse”. E ha anche fermato l’ondata rossa repubblicana alle midterm del 2022. “E’ stato fortunato per via della decisione della Corte suprema [di ribaltare Roe vs Wade e limitare la libertà di aborto] che ha fatto infuriare molti elettori che altrimenti non avrebbero votato. E poi Trump ha scelto dei candidati repubblicani che non erano per nulla attraenti.
Questi sono stati due fattori che hanno aiutato Biden. Ma ha anche preso una decisione importante, ha provato ad abbassare la temperatura politica, che adesso è un po’ meno infuocata rispetto a due anni fa. E anche sul tema aborto ha spostato l’attenzione sui repubblicani, sul radicalismo della destra. E’ stata una manovra intelligente. Ha fatto un ottimo lavoro nel distogliere l’attenzione da temi che non andavano bene, non ha parlato di economia e ha fatto in modo che le elezioni si concentrassero su Trump e sulla democrazia”.
Oggi Foer apprezza Biden, ma prima di conoscerlo così da vicino era più critico nei suoi confronti. “Ci sono molte cose di Joe Biden che, superficialmente, ho sempre trovato esteticamente poco attraenti. Se guardiamo lo stile è l’opposto di Obama, che invece era un intellettuale. Biden si identifica culturalmente con la working class, è molto orgoglioso di essere andato in un’università statale. Ed è un vero politico, e parte dell’essere un politico professionista vuol dire mostrare la propria autenticità all’elettorato. Lui è quello che è, è il figlio di un venditore d’auto. Biden è in grado di usare queste capacità e questi istinti per portare a termine le cose. Penso che la storia sarà molto generosa con Joe Biden, anche se molto di questo dipende da un fattore: se riuscirà o no a evitare che Trump venga rieletto nel 2024”.
Le primarie repubblicane sono iniziate, e Trump secondo i sondaggi è dato in testa. Il 2024 sarà una copia del 2020? “Va ricordato”, dice Foer, “che le ultime elezioni presidenziali sono avvenute nel bel mezzo di una pandemia. Non penso che sarà esattamente come il 2020. Sono cambiate alcune cose nel paese, e anche dentro al Partito democratico. Penso che la differenza sarà ancora più bassa nel voto popolare. C’è molta rabbia, come ad esempio in California o a New York [stati solitamente dem] dove Biden vincerà ma con margini minimi. Penso che avrà una performance migliore però in stati come il Wisconsin e il Michigan. Sarà un’elezione un po’ diversa soprattutto perché Donald Trump sarà un candidato incriminato, sarà in tribunale nel bel mezzo delle elezioni”.
L’età del presidente, che compirà 81 anni a novembre, viene vista come un possibile ostacolo alla sua rielezione. “L’età di Biden sarà sicuramente un problema. Trump la renderà un tema chiave. Anzianità significa non essere in grado di fare una campagna come invece potrebbe farla un politico più giovane. Gran parte della sua presidenza è stata strutturata in modo diverso a causa della sua età. E alcuni elettori hanno una certa riluttanza nell’appoggiarlo. L’unico modo in cui Biden può reagire è sfruttare l’età come un vantaggio, mostrare che ha esperienza”. E ha scelto Kamala Harris come potenziale vice, un’altra volta, anche se lei non è molto apprezzata. “Non credo ci fosse un’alternativa. I vicepresidenti durante la loro carriera vengono spesso attaccati per non avere sufficienti capacità politiche, e tendono a non essere molto amati. Hanno una posizione dove sembrano avere molto potere ma in realtà non ce l’hanno sempre”. Sembra anche mancare un erede designato, come potrebbero essere la stessa Harris, o il segretario Pete Buttigieg, o il governatore della California Gavin Newsom. “Molte figure nel Partito democratico in eventuali primarie potrebbero prendere molti più voti a sinistra su temi culturali o economici. Ma non è per questo che Biden non si è fatto da parte. Nel partito l’obiettivo è battere Trump. Con Biden c’è una sorta di sicurezza, sai cosa ti porti a casa. In questo caso forse è meglio andare alle elezioni con qualcosa che si conosce rispetto a qualcosa che non si conosce, vista la posta in gioco”.
Queste elezioni quindi saranno basate solo sul cercare di sconfiggere Trump? “Biden potrebbe dire ‘non giudicatemi davanti a Dio, giudicatemi rispetto all’alternativa’. Biden è candidato contro una delle alternative più palesemente polarizzanti che si potrebbero creare in laboratorio”. Nel libro Franklin Foer scrive che Biden è riuscito a diventare “una figura paterna dell’occidente, qualcuno che i leader stranieri chiamano per avere dei consigli e che cercano per trovare sicurezza. E’ stata una presenza calmante e la sua chiarezza strategica ha aiutato a guidare l’alleanza contro posizioni aggressive, ha ostacolato l’autoritarismo”. In The Last Politician vengono spiegate le dinamiche, dentro alle stanze del potere, che hanno portato Biden a diventare il più grande alleato dell’Ucraina invasa da Putin. Con lui l’America è tornato il paese che guida le democrazie occidentali. Ma questo a livello elettorale potrebbe aiutarlo? “Purtroppo Biden non riceverà alcun merito per il suo ruolo nella politica estera. E Trump continuerà a incolparlo per il ritiro dall’Afghanistan”.