Foto Ansa 

Il ricordo

Victoria Amelina nell'Europa che chiamava “casa”

La giornalista ucraina morta a giugno in un attacco missilistico russo nel ricordo del Parlamento europeo: “Una tra le più grandi scrittrici ucraine della sua generazione e un’instancabile attivista per la giustizia”

Il nome, la foto, la testimonianza e la poesia di Victoria Amelina sono stati accompagnati da un applauso commosso ieri al Parlamento europeo. La scrittrice ucraina è stata uccisa a giugno da un attacco missilistico russo a Kramatorsk: stava portando con sé un gruppo di giornalisti e scrittori per mostrare la devastazione causata russi, stava scrivendo un libro sui crimini di guerra di Vladimir Putin, stava facendo quel che si era messa a fare dopo l’invasione: testimoniare.

Il giorno dell’attacco, assieme ad Amelina c’era lo scrittore colombiano Héctor Abad, che ieri a Strasburgo, in aula con la sua spilla blu e gialla “Aguanta, Ucraina”, resisti Ucraina, ha mostrato la foto di Amelina e tutti si sono alzati in piedi mentre Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ricordava “una tra le più grandi scrittrici ucraine della sua generazione e un’instancabile attivista per la giustizia”. Von der Leyen ha raccontato di una madre ucraina che aveva messo in salvo suo figlio a Praga dopo l’invasione russa e che una volta arrivata in territorio ceco aveva pianto. Il figlio le aveva chiesto perché, lei aveva risposto: “Perché siamo a casa”.

Il bambino aveva protestato, questa non è l’Ucraina, e lei gli aveva detto: “Questa è l’Europa”, ed è casa, ed è il posto in cui ci si fida l’uno dell’altro. Quella madre era Victoria Amelina, che “era convinta che fosse un compito di tutti noi scrivere una nuova storia per l’Europa”, ha detto von der Leyen: insieme, “salvando il suo ricordo e mettendo fine alla guerra”.