guerra alimentare
Lo scontro sul grano incrina l'asse tra Varsavia e Kyiv
La Polonia continua a fermare l’import di prodotti agricoli ucraini e l’Ucraina risponde con blocchi e ricorsi. Le elezioni e “il teatro”
Come annunciato l’Ucraina ha intentato causa presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro Polonia, Ungheria e Slovacchia per rispondere al blocco unilaterale delle importazioni sui prodotti agricoli ucraini introdotto venerdì scorso, una reazione dei tre governi alla decisione della Commissione europea di non estendere il divieto temporaneo sulle importazioni agricole ucraine in cinque paesi vicini. Il divieto dell’Ue era stato introdotto per placare i malumori dei governi dell’Europa orientale che si trovavano ad affrontare un afflusso eccessivo di prodotti agricoli ucraini, che ha messo sotto pressione gli agricoltori locali facendo scendere i prezzi – e quindi i profitti del settore – e spingendo i governi a imporre unilateralmente delle restrizioni.
Kyiv si trova nella difficile posizione di doversi difendere dall’aggressione della Russia da una parte, con l’assedio del Mar Nero e gli attacchi alle infrastrutture del settore agricolo per soffocare l’unico settore ancora profittevole del paese; e dall’altra dall’incapacità di Bruxelles di tenere a bada i governi sovranisti del fianco orientale, in particolare Varsavia, che guidano questa “rivolta” contro le decisioni comunitarie. La Polonia ha imposto anche dei divieti aggiuntivi sulle importazioni di farina e mangimi ucraini, mentre l’Ungheria ha bloccato 25 prodotti specifici. Ma mentre le misure di Budapest sono per lo più simboliche (non intaccano flussi commerciali di rilievo), le misure di Varsavia colpiscono una parte significativa delle esportazioni ucraine.
Finora la Polonia è stata tra i più ferventi sostenitori dell’Ucraina, ha accolto la maggior parte dei rifugiati ucraini ed è la principale via di transito per armi e aiuti umanitari. Tuttavia, la campagna elettorale per le elezioni politiche del 15 ottobre ha convinto il partito di governo PiS a incrinare la solidità dell’asse Varsavia-Kyiv pur di fronteggiare l’avanzata del partito di estrema destra filorusso Konfederacja, che cerca voti nelle fasce rurali legate all’industria agroalimentare, un elettorato irrinunciabile per il PiS.
Una frattura che si sta allargando in modo preoccupante. Martedì il viceministro ucraino del commercio Taras Kachka ha detto al quotidiano polacco Rzeczpospolita che il suo paese “ha perso la speranza di raggiungere un accordo”, affermando che “entro pochi giorni l’Ucraina introdurrà un divieto sui prodotti agricoli polacchi come cipolle, pomodori, cavoli e mele”. Il giorno dopo il premier polacco Mateusz Morawiecki è intervenuto in tv per “avvertire le autorità ucraine” di non intensificare il conflitto, altrimenti saranno aggiunti altri divieti. “Kyiv non comprende il grado di destabilizzazione del settore agricolo polacco. Stiamo proteggendo i nostri agricoltori”, ha sottolineato Morawiecki.
La tensione è arrivata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel suo intervento Volodymyr Zelensky ha parlato degli sforzi dell’Ucraina per continuare a esportare grano, accennando alla questione dicendo che il “teatro politico” attorno alle importazioni di grano sta solo aiutando Mosca. Anche in questo caso la risposta non si è fatta attendere, Varsavia ha convocato l’ambasciatore ucraino per protestare contro le dichiarazioni di Zelensky all’Onu, aggravando ulteriormente una situazione che rischia di indebolire i tentativi di Kyiv di cercare solidarietà tra i paesi del Sud globale presenti all’Assemblea.
Lo stallo commerciale arriva nel momento peggiore per l’Ucraina, che sta lottando per tenere a galla la sua industria agroalimentare assediata dagli attacchi russi, dalle sottrazioni territoriali e dall’assedio marittimo. Secondo l’intelligence britannica, dal 17 luglio a oggi la Russia ha distrutto circa 26 infrastrutture portuali e 280 mila tonnellate di grano immagazzinato nei siti di stoccaggio ucraini.
Se Giorgia Meloni sta cercando di conquistarsi un ruolo centrale in Europa, un modo potrebbe essere riuscire a far ragionare il suo alleato conservatore polacco e ricucire i rapporti tra Varsavia e Kyiv. Anche se l’impresa non è semplice, almeno non prima delle elezioni in Polonia.