In Polonia
Konfederacja Wolnosci, il partito polacco che detesta ucraini, ebrei ed Europa
Il leader del movimento, Slawomir Mentzen, promette ai polacchi una vita lussuosa. Popolare sui social, i suoi militanti sono membri dell’estremismo nazionalista e i potenziali elettori sono i piccoli imprenditori e gli agricoltori tartassati dalle tasse
Varsavia. Nelle prossime elezioni politiche polacche c’è un raggruppamento, di recente formazione (2019), la Konfederacja Wolnosci i Niepodleglosci (Confederazione della libertà e dell’indipendenza), che è accreditata nei sondaggi di un 10 per cento. Dati forse un po’ esagerati (fino a ora non ha mai preso più del 3,94 per cento dei voti), ma largamente utilizzati nei media bramosi di un po’ di sensazionalismo per vivacizzare le notizie di una campagna elettorale abbastanza incolore. Il leader di Konfederacja, il fiscalista ed economista di Torun, Slawomir Mentzen, promette ai polacchi una vita lussuosa: “Potremo permetterci una casa, due macchine e una vacanza se lo stato si farà da parte e smetterà di depredarci così tanto. Non vi promettiamo che non vi daremo nulla. Promettiamo che grazie a tasse basse e semplici, lo stato non vi prenderà così tanto. Allora potrai comprarti da solo ciò che ti serve!”, ha scritto su Twitter.
Slawomir Mentzen, nato nel 1986, ha un faccione da bambino e ha iniziato la sua carriera politica nella città di Copernico, legandosi, nel 2015, al partito liberal conservatore euroscettico – la Coalizione per il rinnovamento della Repubblica Libertà e Speranza (KORWiN) – guidato dall’eccentrico filosofo, pubblicista e bridgista Janusz Korwin-Mikke, che ha poi dato vita alla Konfederacja. Il 15 ottobre del 2022, Korwin-Mikke si è dimesso passando la guida a Mentzen, autore del programma economico ultraliberista del partito. Mentzen usa un linguaggio da demagogo populista. E’ popolare sui social media, posta continuamente annunci e analisi su Twitter e sconcertanti video su TikTok (all’inizio di quest’anno è stato rilevato che su Tiktok i suoi video hanno avuto 40 milioni di contatti). Durante la campagna parlamentare del 2019, Mentzen annunciò il suo programma di rivendicazioni chiamato “Confederation Five”, in cinque punti: “Non vogliamo gli ebrei, gli omosessuali, l’aborto, le tasse e l’Unione europea”. Nel marzo di quest’anno, Slawomir Mentzen ha dichiarato che queste non erano le sue opinioni, ma “un frammento estrapolato dal contesto”, ma contemporaneamente ha detto che “i bambini che vengono sculacciati hanno meno problemi di quelli che non vengono puniti affatto”.
I militanti attivi di Konfederacja sono soprattutto le organizzazioni dei tifosi e frange giovanili dell’estremismo nazionalista e antisemita. In questo caso non c’è nessuno scollamento tra i vertici e la base di Konfederacja: stesso linguaggio violento, odio per l’Europa, per i migranti (anche quelli ucraini che “sottraggono risorse al nostro popolo e nel passato erano sempre stati tradizionali nemici dei polacchi”), per gli ebrei (che in Polonia non ci sono quasi più ma “governano dietro le quinte la politica mondiale”). Per raccogliere e motivare la sua gente spesso Konfederacja organizza degli eventi chiamati “Birra con Mentzen”, dove si distribuisce birra a volontà. Dopo questi incontri, come è accaduto il 27 marzo, Slawomir Mentzen rivendica trionfalmente sui social: “Ieri mi sono ubriacato davvero tanto. Ho bevuto birra fino alle cinque del mattino”.
I suoi possibili elettori sono i piccoli imprenditori e gli agricoltori che si sentano tartassati dalle eccessive tasse e, più in generale, i tanti scontenti e frustrati in cerca di capri espiatori colpevoli della loro insoddisfacente condizione. Un eventuale successo elettorale di Konfederacja obbligherebbe il partito attualmente al governo, il PIS, a una scomoda coalizione. Per questo il governo, dopo il successo degli 800 zloty per ogni figlio, si è lanciato in una gara di promesse difficilmente sostenibili nel tempo: crediti al 2 per cento di interessi, diminuzione del prezzo della benzina, riduzione drastica delle tasse. E anche l’inasprimento dei rapporti con l’Ucraina (fino a oggi sostenuta con grande generosità) riguardo al blocco del passaggio del grano sul suolo polacco va visto come un modo per ingraziarsi i produttori locali.