Una terza via green
L'ecologia secondo Macron: sovrana, scientifica e industriale
Il presidente francese ha presentato la sua politica ambientale a medio e lungo termine: lontana da toni apocalittici o negazionisti, sarà fatta di misure non punitive e in grado di accompagnare i cittadini, soprattutto i più fragili dal punto di vista economico, verso un cambiamento graduale ma necessario
Parigi. Sul sito dell’Eliseo c’è un’intera pagina dedicata all’ecologia, definita “la battaglia del secolo”. E durante la sua ultima campagna elettorale, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, parafrasando una celebre riflessione di André Malraux sul Ventunesimo secolo, ha detto che il suo secondo quinquennio “sarà ecologico o non sarà”. Ma la transizione green promossa dal capo dello stato francese non è quella degli ecologisti radicali, impregnata di divieti, retorica apocalittica e antinuclearismo ideologico, ma nemmeno quella dei negazionisti del riscaldamento globale, quelli che minimizzano l’esistenza del problema e considerano l’ambiente una dossier periferico: è una terza via che domenica sera, in diretta al telegiornale delle 20 su France 2, e ieri durante la presentazione della sua politica ambientale a medio e lungo termine, Macron ha definito un’“ecologia alla francese, un’ecologia progressista”, ossia non punitiva, bensì che accompagni i cittadini, soprattutto quelli più fragili e vulnerabili dal punto di visto economico, verso un cambiamento graduale ma necessario delle proprie abitudini
“Dobbiamo costruire un’ecologia alla francese per rispondere a una tripla sfida: quella del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, quella del crollo della nostra biodiversità e quella della fine dell’abbondanza”, ha esordito Macron, in diretta dall’Eliseo, dopo aver riunito per la seconda volta dalla sua rielezione il Consiglio di pianificazione ecologica, con il premier Élisabeth Borne e i ministri coinvolti nei dossier ambientali. Sottolineando che la Francia, negli ultimi cinque anni, “ha ridotto le sue emissioni di Co2 a una velocità due volte superiore rispetto a prima”, Macron ha spiegato che “dal 1990 a oggi, siamo arrivati a metà strada” del cammino necessario per raggiungere l’obiettivo della riduzione del 55 per cento delle emissioni di Co2 all’orizzonte 2030. “Ci manca l’altra metà. E’ un obiettivo raggiungibile. Ma ciò richiede di andare a una velocità di 2,5 volte superiore nei prossimi cinque anni”, ha aggiunto Macron, affermando che la Francia continua a portare avanti la sua filosofia nella transizione green, ossia una “politica di sobrietà misurata”.
Il presidente ha voluto sottolineare che l’“ecologia alla francese è un’ecologia che si basa sulla scienza, su risultati obiettivi, come gli studi dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) ed elementi documentati da scienziati”, e non sulle ideologie. E ha promesso “un’ecologia che crea valore economico e che si fonda su una strategia industriale”, ma anche “un’ecologia sovrana”, oltre alla fine del carbone nel 2027, con la conversione delle ultime due centrali (a Cordemais, nella Loire-Atlantique, e a Saint-Avold, nella Moselle) alla biomassa. “La nostra strategia ci permetterà di ridurre la nostra dipendenza da ciò chiamiamo energie fossili, essenzialmente il carbone, il petrolio, il gas, ossia l’energia che non produciamo”, ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo. Poi alcuni annunci in successione: tredici nuovi progetti di treni regionali per ridurre la dipendenza dall’auto privata, almeno un milione di auto elettriche prodotte sul territorio francese da qui al 2027 ed entro lo stesso anno un milione di pompe di calore. Macron ha anche promesso la riduzione del 30 per cento della dipendenza dal glifosato, una delle battaglie storiche dei Verdi, prima di invitare “tutte le forze vive” a “condividere le responsabilità”.
Il discorso di Macron è arrivato al termine di una delle estati più calde mai registrate, le pressioni delle associazioni ecologiste come Greenpeace che accusano il presidente di greenwashing, di non aver fatto nulla di concreto per l’ambiente, e a un anno e mezzo dal comizio di Marsiglia, tra il primo e il secondo turno delle presidenziali, quando per la prima volta utilizzò la formula “planification écologique” (un concetto, fece subito notare la stampa parigina all’epoca, “rubato” al programma di Jean-Luc Mélenchon, leader della gauche giacobina). Il piano annunciato ieri è il frutto di quattordici mesi di lavori e concertazioni con centinaia di attori e associazioni del Consiglio di pianificazione ecologica, e sarà completato, secondo quanto specificato ieri da Macron, da una “strategia per la biodiversità che sarà presentata in ottobre” e da un “piano di adattamento che sarà presentato in dicembre”.