da bruxelle a pechino
Da Krah a Salvini. L'estrema destra europea si scopre filocinese
Gli affari dell’eurodeputato dell’AfD Maximilian Krah, pro Russia e pro Cina, ricostruiti da t-online, finiscono tutti a Pechino. I contatti con il Dipartimento internazionale del Partito comunista cinese di Liu Jianchao e l'avvertimento di Berlino: quel dipartimento fa parte dell’apparato dei servizi di intelligence cinesi
L’estrema destra ha un problema con i dittatori, commenta ironicamente un utente anonimo su X, l’ex Twitter. Il nuovo caso di cui ieri si è discusso molto in Germania riguarda, forse non a caso, il capolista del partito AfD alle elezioni europee del prossimo anno, Maximilian Krah, molto vicino alla Russia di Putin, contro le sanzioni a Mosca e l’invio di armi a Kyiv come del resto il partito che rappresenta. Solo che adesso iniziano a venire fuori anche le sue chiare connessioni con il Partito comunista cinese. Con la Repubblica popolare cinese Krah ha una consuetudine di lunga data, ha studiato tra Hong Kong e Shanghai, dice spesso che non bisogna credere alle “bugie occidentali” sulla repressione cinese degli uiguri nello Xinjiang, che la questione di Taiwan non è affar nostro e invece “le buone relazioni con la Cina sono vantaggiose per l’Europa”. Nel 2019, l’anno in cui l’AfD vince 11 seggi al Parlamento europeo e aderisce al gruppo Identità e Democrazia, lo stesso della Lega e del Rassemblement National di Marine Le Pen, Maximilian Krah porta la sua battaglia pro Cina nelle istituzioni europee. Secondo un’inchiesta del quotidiano tedesco t-online, oltre alle sue regolari apparizioni sui media statali cinesi e ai suoi viaggi in Cina pagati dalle aziende di stato cinesi come Huawei o la China National Petroleum Corporation, i pettegolezzi sulle relazioni fra Krah e Pechino iniziano soprattutto quando, nel 2020, viene chiuso il “gruppo di amicizia Europa-Cina” di cui faceva parte perché faceva pressioni per intensificare le relazioni economiche con il paese asiatico con metodi non del tutto trasparenti. Al centro dell’indagine dei giornalisti di t-online c’è soprattutto la rete che si muove attorno al parlamentare, e in particolare il suo assistente, Jian G.
G. è un personaggio ambiguo, di origini cinesi, che a un certo punto chiede addirittura ai parlamentari europei di evitare il boicottaggio occidentale e di partecipare alle Olimpiadi invernali di Pechino nell’inverno del 2021. Jian G. avrebbe organizzato diversi viaggi di Krah in Cina, e avrebbe avuto regolari incontri con funzionari del Dipartimento internazionale del Partito comunista cinese (Idcpc). Poi ci sono i soldi: poco dopo l’elezione al Parlamento europeo di Krah viene fondata una società di lobby pro Cina da Jian G. e alcuni personaggi legati a Krah, che in una serie di scatole cinesi finiscono sempre per fare capo a qualche rappresentante del Partito comunista cinese.
Al di là della questione di capire se ci sia stata o no una transazione economica in cambio di un sostegno politico, per l’intelligence tedesca il problema fondamentale adesso restano i legami tra Krah e il Dipartimento internazionale del Partito comunista cinese: nel luglio scorso è stato pubblicato un documento in cui l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedesca scrive che l’Idcpc è parte attiva nel sistema di influenza politica della Cina all’estero. Il suo scopo è “di influenzare i decisori e le istituzioni straniere e utilizzare le reti di contatto esistenti per ottenere informazioni”: per l’ufficio federale tedesco “l’Idcpc fa parte dell’apparato dei servizi di intelligence cinesi” e già a luglio chiedeva a tutti i membri della politica e delle istituzioni di esercitare estrema cautela in caso di interazioni con un membro dell’Idcpc. Un approccio a dir poco diverso da quello italiano, che poche settimane prima di quell’avvertimento, a fine giugno, accoglieva a Roma Liu Jianchao, capo dell’Idcpc, ricevuto, tra gli altri, dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e dalla segretaria del Pd Elly Schlein.
Ma più di questa capacità tutta cinese di cercare appigli propagandistici e amici ovunque può, con metodi mai del tutto chiari, a essere sorprendente è la virata dell’estrema destra europea a favore del Partito comunista cinese: Matteo Salvini, che nel 2019 era contrario all’ingresso dell’Italia nella Via della seta, ora sembra in una fase completamente opposta e brinda alla Cina al ricevimento dell’ambasciata di via Bruxelles per la festa nazionale. Il 26 luglio scorso, Maximilian Krah era alla Camera dei deputati italiana in compagnia dell’ultrasovranista vice di Salvini, Lorenzo Fontana.