i ventisette
C'è l'intesa sul Patto Ue migrazione e asilo: la Germania fa retromarcia sulle ong
Via dal Regolamento il punto sulle navi umanitarie, alla vigilia del vertice di Granada. Il presidente del Consiglio europeo: "La migrazione sarà il tema più difficile, per alcuni ideologico. Le Ong devono agire secondo lo stato di diritto"
È stato raggiunto un accordo tra gli stati europei sul nuovo patto migrazione e asilo, dopo lo stallo politico e le tensioni tra Roma e Berlino della settimana scorsa per quel che riguarda la gestione dei migranti e i finanziamento (da parte tedesca) delle navi ong. La Germania ha accettato di tornare al testo formulato a luglio che non conteneva alcun riferimento alle operazioni condotte dalle ong. Contro l'intesa si sono espresse Polonia e Ungheria, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute. Grande soddisfazione è stata espressa in ambienti diplomatici per il raggiungimento dell'intesa che ha consentito di definire la posizione negoziale del Consiglio in vista delle trattative che si apriranno con il Parlamento europeo.
L'Italia ottiene dunque qualcosa di concreto, risultato della mediazione del Coreper, il gruppo di lavoro che riunisce gli ambasciatori dei ventisette, ma d'altra parte al vertice che la Spagna ospiterà a Granada si resterà su vaghe linee programmatiche. Domani e dopodomani (il 5 e 6 ottobre) i leader europei si riuniranno infatti nella città andalusa per due summit. Il primo è quello della Comunità politica europea, forum informale dei capi di stato e di governo, compresi quelli dei paesi extra-Ue. Il secondo è il vertice informale dei capi di stato e di governo dell’Ue.
Mentre il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella lettera di invito ai leader definisce le migrazioni come tema tra i “più pressanti”, la Spagna segnala "la necessità di fare in fretta", come ha detto il ministro per gli Affari europei di Madrid, Pascual Navarro Rios, all'Europarlamento, che proprio con i migranti e la gestione dei flussi apre la giornata di lavori a Strasburgo.
"Abbiamo discusso del memorandum con la Tunisia e subito dopo abbiamo avuto una crisi a Lampedusa, un incremento degli arrivi irregolari in Grecia e in Spagna, con numeri che sono in aumento". Il secondo motivo che spiega il cambiamento dell’agenda del Coreper è la volontà di trovare un'intesa prima della riunione informale dei capi di stato e di governo che la Spagna ospita domani e venerdì.
Nel frattempo è filtrata una bozza del documento che verrà siglato al vertice informale di Granada, che indica come le migrazioni siano "una sfida europea che richiede una risposta europea. Le migrazioni irregolari devono essere affrontate immediatamente in modo determinato. Non permetteremo a trafficanti di decidere chi entra nell'Ue". Le promesse sono: più azione esterna, partnership reciprocamente benefiche con paesi di origine e transito, affrontare alla radice le cause delle migrazioni; opportunità per la migrazione legale; protezione più efficace delle frontiere esterne Ue. E ancora, la volontà di combattere in modo risoluto il crimine organizzato, il traffico di essere umani e la strumentalizzazione di migranti come strumento di guerra ibrida e un rafforzamento dei rimpatri. Le promesse di Granada prevedono di fare il tutto "nel rispetto del diritto internazionale, dei principi e valori dell'Ue e della protezione dei diritti fondamentali".
Intanto, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ammette che "La migrazione sarà il tema più difficile a Granada" perché " per alcune personalità politiche e gruppi politici è un dibattito ideologico, ma abbiamo gli strumenti per affrontare insieme questa sfida". Sul Patto per le migrazioni, "Ci sono due dimensioni", dice. "Quella interna, su cui è in corso il lavoro per arrivare a un accordo tra i Ventisette sul Patto per la migrazione e l’asilo. Aspettiamo di vedere quali decisioni prenderanno gli Stati. C’è poi la dimensione esterna, su cui si sta concentrando il Consiglio europeo".
"Lo stato di diritto vale per tutti, anche per le Ong", aggiunge poi Michel. "Alcune fanno un ottimo lavoro, ad altre bisogna chiedere se agiscono in linea con lo stato di diritto".