in Francia
Mélenchon non condanna Hamas e riduce in mille pezzi l'alleanza delle sinistre
La colazione delle diverse gauche (socialista, comunista, ecologista) Nupes critica duramente il "leader maximo" e si spacca: "Mélenchon sta provocando il collasso morale della sinistra in Francia"
"Lo scorso dicembre, Jean-Luc Mélenchon era di fronte a una scelta: aiutarci a migliorare, come ci aveva invitato a fare dopo le elezioni presidenziali, o nuocere al partito. Devo constatare che non ha fatto altro che nuocere al partito da dieci mesi a questa parte". Nessuno all’interno della France insoumise (Lfi), la formazione della gauche radicale francese, aveva mai messo in discussione il líder maximo come ha fatto la deputata Raquel Garrido su Le Figaro. Nessuno tra gli Insoumis aveva mai detto apertamente che c’è un “problema Mélenchon” che rischia di far esplodere in maniera definitiva l’unione delle sinistre all’Assemblea nazionale, la Nupes, costruita dopo tanta fatica e notti di trattative estenuanti tra socialisti, ecologisti, comunisti e mélenchonisti. “Non è un epitaffio, ma ci stiamo avvicinando al giorno della sepoltura”, scrive Libération, il quotidiano del progressismo francese, raccontando il terremoto che sta facendo vacillare la Nupes da quando il partito mélenchonista si è rifiutato di qualificare Hamas come un’“organizzazione terroristica”, lasciando intendere che Israele se l’è cercata. “Jean-Luc Mélenchon sta provocando il collasso morale della sinistra in Francia, dal quale trarrà profitto l’estrema destra”, ha denunciato la deputata ecologista ed ex ministra Délphine Batho. Il suo movimento, Génération Écologie, ha deciso di sospendere la sua partecipazione alla Nupes. Presto potrebbe essere seguito dal Partito socialista (Ps) di Olivier Faure, che già la scorsa settimana ha denunciato “il metodo Mélenchon” e la sua intollerabile ambiguità nei confronti dei terroristi di Hamas. Entrambe oppositrici storiche di Mélenchon e dei suoi eccessi, Anne Hidalgo, sindaca socialista di Parigi, e Carole Delga, presidente Ps dell’Occitania, hanno invitato la direzione del loro partito ad accelerare il divorzio politico da Lfi, divenuta ormai infrequentabile. Mélenchon “mette sullo stesso piano una democrazia e dei terroristi. La mancata condanna di questi attentati è inaccettabile”, ha detto sul Parisien Hidalgo.
Il messaggio più potente è stato lanciato dal Partito comunista francese (Pcf). Domenica, la formazione guidata da Fabien Roussel, ha adottato una risoluzione che archivia l’attuale alleanza delle sinistre, invitando i vari gruppi che ne fanno parte ad “aprire una nuova pagina della gauche e degli ecologisti”. “La Nupes, così com’è stata costituita per le elezioni legislative sotto la volontà egemonica di Lfi, è in un’impasse. Non riflette l’immenso lavoro che possono concretizzare i militanti di tutte le nostre forze politiche per costruire un progetto all’altezza delle sfide del capitalismo, un progetto di trasformazione sociale, ecologica e democratica maggioritario nel paese”, si legge nel testo adottato dal Consiglio nazionale del Pcf con quasi il 93 per cento dei consensi. “Bisogna sapere voltare pagina e scriverne una nuova”, ha sottolineato un pezzo da novanta del Pcf, il senatore Ian Brossat, spiegando che “l’unione delle sinistre è indispensabile”, ma Mélenchon e il suo clan non lo sono affatto. La prospettiva di una Nupes demélenchonizzata è dunque quella più probabile nel futuro prossimo, anche se non sarà facile sbarazzarsi di una vecchia volpe della politica quale è Mélenchon.
Quel che è certo è che l’ala più moderata della Nupes sta approfittando degli attacchi incrociati nei suoi confronti per provare a isolarlo, dimostrare che la sua posizione non è quella maggioritaria e che la France insoumise può esistere anche senza il suo guru. La deputata Insoumis Clémentine Autain ha criticato la “mancanza di democrazia” di Lfi, parlando di un partito ormai “gassoso”. Lo stesso ha fatto il suo collega Hendrik Davi, evocando “l’impossibilità di qualsiasi dibattito democratico” tra gli Insoumis. Ma quanti sono per ora i frondisti della France insoumise? Il Figaro ne ha contati quindici su settantacinque, e altri sarebbero tentati dalla fuga. Marine Tondelier, leader di Europe Écologie les Verts, pilastro della Nupes, si chiede se sia possibile “togliere” X a Mélenchon, perché sta “diventando un grave problema politico per la Francia” e il suo comportamento “toglie qualsiasi credibilità” alla coalizione delle sinistre. Per l’avvocato di Charlie Hebdo, Richard Malka, Jean-Luce Mélenchon e la France insoumise sotto la sua direzione sono la “sinistra delle tenebre, una vertigine di oscurità”.