Mike Johnson è stato eletto speaker della Camera

Giulio Silvano

I membri del GoP hanno scelto il successore di McCarthy. ex legale di Trump nei due processi di impeachment, è molto vicino all’ex presidente del quale non ha mai accettato la sconfitta. Finisce un periodo di stallo e la guerra interna ai repubblicani

Il deputato repubblicano della Louisiana Mike Johnson è stato eletto speaker. Dopo uno stallo interno al partito che ha paralizzato la Camera e tutti i processi legislativi per tre settimane, i membri del GoP hanno scelto il successore di McCarthy, rimosso da una frangia trumpiana il 3 ottobre. Dopo il mancato raggiungimento dei 217 voti necessari di altri tre candidati – Steve Scalise, Jim Jordan e Tom Emmer – Johnson ha ottenuto i numeri necessari per presiedere la Camera e far ripartire i lavori. Johnson è molto vicino all’ex presidente Donald J Trump. È stato uno dei suoi legali nei due processi di impeachment portati avanti dal Senato e nel 2020, dopo le presidenziali, ha contestato la legittimità della vittoria di Joe Biden cercando di bloccare la certificazione dei voti. Quattro giorni dopo la vittoria del democratico Johnson ha scritto su Twitter: “Ho appena chiamato il presidente Trump e gli ho detto: ‘Sii forte e continua a combattere!’”. Non ha mai accettato la sconfitta di Trump, condividendo teorie cospirazioniste sulle elezioni rubate. Trump, che aveva detto di voler restare fuori dal dibattito, dopo aver affossato la candidatura del deputato del Minnesota Tom Emmer, oggi ha appoggiato Johnson in un post su Truth Social.

    

Dopo gli studi in legge Johnson ha insegnato all’università e ha lavorato come conduttore in programmi radiofonici ultraconservatori poi, vicino a gruppi cristiani di destra, è stato eletto al Congresso dopo due anni nel Parlamento del suo stato. Il cinquantunenne rappresenta dal 2017 il quarto distretto congressuale della Louisiana, uno dei più poveri del paese, dove oltre 160mila persone vivono sotto la soglia della povertà. Antiabortista convinto, scettico sul global warming, contrario ai matrimoni gay, ha proposto diverse leggi per restringere i diritti delle persone Lgbtq e ha votato contro gli aiuti all’Ucraina, dicendo che i soldi servono per proteggere i confini dell’America, non quelli di un altro paese. Prima del voto ha chiesto ai colleghi di pregare insieme. È da un secolo e mezzo che uno speaker ha così poca esperienza politica.

   

Finisce un periodo di stallo, dove si è vista in azione una guerra civile interna al GoP. La vittoria di Johnson è un sollievo perché la macchina legislativa può rimettersi in moto, ma è anche il segnale che il trumpismo ha il controllo sul partito repubblicano, dove la minoranza fedele all’ex presidente non accetta di avere al timone qualcuno che voglia trovare soluzioni bipartisan con i democratici.

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