(foto EPA)

lo scenario

I rapiti da Hamas e il futuro della “legge dei sefarditi” in Portogallo

Marcello Sacco

La norma introdotta dieci anni fa concede la nazionalità portoghese a tutti gli ebrei in grado di dimostrare di avere antenati diretti fra le comunità ebraiche espulse da Spagna e Portogallo nel XV secolo. Non ha funzionato granché bene, ma adesso è tornata di grande attualità

Lisbona. A molti, fino a qualche settimana fa, poteva sembrare un’altra di quelle leggi con cui il Portogallo in questi anni ha attratto capitali facili dall’estero e i benestanti stranieri che mancavano alla sua classe media impoverita, giusto per rinvigorire il mercato immobiliare e i consumi interni. Approvata una decina di anni fa da un governo di centrodestra costretto a una politica di rigore dalla Troika, la “legge dei sefarditi” concede la nazionalità portoghese a tutti gli ebrei in grado di dimostrare di avere antenati diretti fra le comunità ebraiche espulse da Spagna e Portogallo nel XV secolo. Alla diffidenza iniziale si era aggiunta la scoperta, particolarmente scandalosa dopo l’invasione russa dell’Ucraina, che diversi oligarchi vicini a Putin, fra cui il famoso Roman Abramovich, ne avevano approfittato per ottenere la naturalità di un paese dell’Unione europea; per non parlare dei sospetti sui procedimenti opachi con cui le sinagoghe (in particolare quella di Oporto, il cui rabbino, Daniel Litvak, è ancora sotto inchiesta) avevano sbrigato certe pratiche. Tutto ciò aveva rafforzato l’idea di una legge pensata più per soldi che per amore, come quella sui golden visa per chi in Portogallo comprava case di lusso, oppure il ben noto regime fiscale speciale per i pensionati che si trasferivano qui con le loro pensioni lorde

 

E invece i familiari e gli avvocati di Ofer Calderon e Adina Moshe hanno dato un nuovo senso a una legge a cui il Partito socialista, che governa con maggioranza assoluta, aveva deciso di porre fine già dal prossimo gennaio. Ofer e Adina sono stati rapiti il 7 ottobre scorso dal Kibbutz Nir Oz, pochi chilometri di distanza dalla Striscia di Gaza. Adina, 72 anni, era con il marito Said, crivellato di colpi dai terroristi di Hamas proprio sulla porta della loro safe room, mentre lei veniva portata via in motocicletta. In una delle immagini che hanno circolato di più in rete, in queste settimane, la si vede stretta fra i suoi due rapitori, obbligata quasi ad abbracciare i fianchi di uno degli aguzzini, per non cadere. Ofer invece, 53 anni, era con i due figli di 16 e 12 anni, rapiti anche loro e già titolari di un passaporto francese. Sia Ofer che Adina avevano avviato un processo di richiesta di nazionalità portoghese ai sensi, appunto, della legge dei sefarditi. Erano pratiche pendenti da oltre un anno, gli anonimi richiedenti non avevano avuto la fortuna di Abramovich (che pare l’abbia ottenuta in tre mesi), ma probabilmente, fino al 7 ottobre scorso, nessuno di loro aveva tanta fretta

 

Quando è iniziata a trapelare, sulla stampa internazionale, la notizia che forse si sarebbe aperto un corridoio prioritario per la liberazione di ostaggi con doppia nazionalità, solo allora i parenti israeliani e i loro avvocati portoghesi hanno capito che bisognava mettere i nomi di Ofer e Adina su quella lista di Schindler. Così i legali hanno avanzato una richiesta di urgenza, prevista dalla legge, e il 24 ottobre lo stato portoghese ha concesso loro la nazionalità. Nel frattempo, i media nazionali hanno diffuso notizie di almeno altri cinque ostaggi, fra cui due minorenni, in attesa di essere naturalizzati portoghesi. E il timing per un dibattito sull’abolizione della legge, nel frattempo già entrato nell’Assemblea della Repubblica (il parlamento di Lisbona), non sembra essere dei migliori. Lo hanno fatto notare le opposizioni di centrodestra, fra cui Iniziativa liberale, che propone di estenderla fino al 31 dicembre 2024, mentre a sinistra il Partito comunista ha riproposto la sua immediata abolizione. 

 

Fino al prossimo 29 novembre, il Parlamento non avrà tempo che per discutere la nuova Finanziaria, ma a dicembre bisognerà fare in fretta. I socialisti hanno già fatto sapere che il termine previsto sarà sicuramente esteso, ma non danno altri dettagli. Gli ultimi dati disponibili parlano di 112 mila richieste depositate presso il ministero della Giustizia. Un’avvocata citata giorni fa dal quotidiano Público diceva che per molti dei suoi clienti quello era solo un piano B, nel caso in cui qualcosa dovesse andar male.

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