L'appello
Le università israeliane: "Aluni campus occidentali terreno fertile per antisemitismo"
"Basta alimentare l'odio" dice l'Associazione che raggruppa i direttori di tutti gli atenei di Israele. Un appello
Pubblichiamo l'appello dell'Associazione dei direttori delle Università israeliane.
"Scriviamo questa lettera come dirigenti delle università e degli istituti di ricerca israeliani. Scriviamo per esprimere la nostra più profonda preoccupazione per come il mondo accademico ha affrontato il devastante attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e per la risposta inadeguata, in molti casi, da parte della leadership accademica. Nel giorno più buio, in una tragedia senza precedenti nei 75 anni di storia di Israele, i terroristi di Hamas si sono infiltrati nel nostro paese e hanno ucciso più di 1.400 persone, tra cui neonati, bambini, studenti e anziani – ebrei, musulmani e cristiani, senza distinzioni. Sono stati anche presi in ostaggio 240 civili di tutte le età e portati dentro la Striscia di Gaza, e altre persone scomparse non sono ancora state identificate. All’indomani di questi terribili eventi, troviamo inquietante che alcune narrazioni delle istituzioni accademiche offrano una visione distorta della situazione o, nei casi peggiori, prendano attivamente di mira israeliani ed ebrei. Ci troviamo ad affrontare una guerra su due fronti: uno contro le atrocità di Hamas e un altro nell’arena globale dell’opinione pubblica. Riscontriamo una tendenza allarmante per cui Israele, nonostante il suo diritto all’autodifesa, viene erroneamente descritto come un oppressore. Si tratta di una falsa equivalenza tra le azioni di un’organizzazione terroristica e il diritto di uno stato sovrano di difendere i propri cittadini, che purtroppo si traduce nella perdita di vite palestinesi innocenti.
Qualunque tentativo di giustificare o di equivocare le azioni brutali e grottesche di Hamas è intellettualmente e moralmente indifendibile. È inquietante notare come molti campus universitari siano diventati terreno fertile per sentimenti anti israeliani e antisemiti, spesso alimentati da una comprensione ingenua e distorta del conflitto. È ironico che proprio le aule americane ed europee, apparentemente i bastioni del pensiero intellettuale e progressista nei vostri campus, abbiano adottato Hamas come causa nobile mentre Israele viene demonizzato. Le università, in quanto centri d’illuminismo e di discussione razionale, devono assumersi la responsabilità delle opinioni che perpetuano. Non c’è alcuna equivalenza morale. Siamo chiari: Hamas non condivide valori con nessuna istituzione accademica occidentale. Hamas è un’organizzazione che si è ripetutamente impegnata ad annientare Israele e il suo popolo. La sua ideologia è antitetica ai valori della vita umana e ai valori liberali a noi cari. Hamas convoglia gli aiuti internazionali verso gli armamenti piuttosto che verso il benessere dei propri cittadini. Mentre Israele usa le sue armi per proteggere i suoi cittadini, Hamas usa i suoi cittadini come scudi per le sue armi, che nasconde in ospedali, scuole e moschee. È fondamentale distinguere gli obiettivi terroristici di Hamas e le legittime aspirazioni del popolo palestinese ad avere un proprio stato. Confondere le due cose serve solo ad alimentare l’odio e l’ignoranza. Le istituzioni accademiche sono fari nel panorama intellettuale e vi chiediamo di illuminarle. Il vostro ruolo di leader di queste istituzioni vi conferisce una responsabilità straordinaria: guidare lo sviluppo morale ed etico dei vostri studenti, infondere loro la capacità di pensare criticamente e di discernere le sfumature che separano il bene dal male. La libertà di parola è una pietra miliare della libertà accademica, ma non deve essere manipolata per legittimare discorsi di odio o per giustificare la violenza. Vi esortiamo a delineare i confini tra il discorso costruttivo e la propaganda distruttiva e a promuovere un pensiero basato su prove e sfumature che sfida le narrazioni semplicistiche.
Esponete la falsità delle giustificazioni per gli atti di terrore; smascherate e condannate le dichiarazioni mendaci; rifiutate le voci ipocrite che giustificano l’omicidio, lo stupro e la distruzione in no\me della “resistenza”. Ci aspettiamo anche che agli studenti e ai docenti israeliani ed ebrei nei campus universitari e nei college vengano attribuiti lo stesso rispetto e le stesse tutele di qualsiasi altra minoranza. I princìpi di inclusività e sicurezza del campus devono estendersi inequivocabilmente anche ai membri israeliani ed ebrei delle vostre comunità accademiche. Così come sarebbe impensabile che un’istituzione accademica estendesse la tutela della libertà di parola a gruppi che prendono di mira altre classi protette, allo stesso modo dovrebbero essere esplicitamente vietate e condannate le manifestazioni che invocano la nostra distruzione e glorificano la violenza contro gli ebrei. Ciò a cui il mondo ha assistito il 7 ottobre non erano metodi per aiutare le popolazioni svantaggiate a costruirsi un futuro migliore. Gli eventi di quel terribile giorno dovrebbero essere presi come un campanello d’allarme per tutti i pericoli di organizzazioni nichiliste come Hamas e l’Isis, che incarnano l’esatto contrario della libertà. Come dirigenti delle università israeliane, siamo stati rincuorati dalle chiare dichiarazioni di solidarietà e di sostegno a Israele, che sono, in fondo, dichiarazioni di solidarietà con l’umanità, l’illuminismo e il progresso. Allo stesso tempo, chiediamo un cambiamento radicale nella chiarezza e nella verità del mondo accademico sulla questione della guerra di Israele contro Hamas, in modo che la luce trionfi sulle tenebre, ora e sempre".
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