l'intervista
“Gli antisionisti europei vogliono la stessa ‘soluzione' dell'Iran”. Parla Onfray
“L’antisionismo è la maschera ipocrita dei nuovi antisemiti, specie di sinistra”, dice il filosofo francese. La marcia a Parigi organizzata dal Parlamento francese a sostegno del popolo ebraico
Di fronte al numero record di atti ostili contro gli ebrei in Francia, i presidenti del Senato Gérard Larcher e dell’Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet hanno organizzato domenica a Parigi una grande marcia contro l’antisemitismo: “La Repubblica è in pericolo”. Aderiscono tutti tranne il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, che definisce gli organizzatori della marcia “gli amici del sostegno incondizionato al massacro”. Michel Onfray non è sorpreso: “Da anni scrivo che stiamo vivendo una guerra civile che non fa rumore e che mi è valsa l’odio dei cosiddetti progressisti e dei loro media, che ora si dimostrano compagni di strada di Hamas”, dice al Foglio. Del filosofo francese è in uscita in Italia “Anima” (Ponte alle Grazie). “Il marxismo insegna che, per affermarsi, deve ricorrere alla dittatura del proletariato, utilizzando il suo braccio armato che è la sua ‘avanguardia illuminata’. Il leninismo aggiunge che questa avanguardia deve essere organizzata militarmente in un partito. Ora c’è l’islamo-goscismo. Si affidano a un neo popolo di femministe, razzializzati, indigenisti islamici, lgbt, black bloc composti da piccoli borghesi, per far vacillare e poi cadere il potere, credendo che, di fatto, esso tornerebbe ai cosiddetti progressisti. Questo significa fraintendere le leggi di guerra così come sono presentate nella letteratura islamica in generale e nella Sharia in particolare! Le sinistre fanno il gioco dell’islamismo. Stiamo assistendo alla coagulazione dell’odio anti occidentale. E’ un potente acceleratore di decomposizione”.
L’antisemitismo sembra essere diventato la bandiera della sinistra radicale. Come è possibile? “Non lo è diventato, lo è sempre stato! Dall’abbé Grégoire, che durante la Rivoluzione francese voleva rigenerare gli ebrei – il che implicava che fossero degenerati – a Mélenchon, passando per alcuni filosofi cosiddetti illuministi, Voltaire, D’Holbach, Diderot e Sade, per esempio, ma anche i socialisti del XIX secolo, poi Jaurès, e il Partito comunista francese che, sotto il patto tedesco-sovietico, collaborò per due anni (1939-1941) con l’occupante nazista in nome di nemici comuni, tra cui gli ebrei, i terzomondisti del XX secolo guidati da Sartre, gli uomini di sinistra, tra cui Edwy Plenel, attuale direttore di Mediapart: c’è una lunga tradizione di antisemitismo a sinistra! Il colpo di genio perverso è stato quello di far credere che la destra avesse il monopolio dell’antisemitismo con Pétain, mentre molti di coloro che si unirono al generale De Gaulle dopo l’appello del 18 giugno erano per lo più nazionalisti di destra. Nel frattempo, il Partito comunista collaborava con le forze di occupazione…”.
I critici di Israele si difendono dalle accuse di antisemitismo. Si può davvero separare dall’antisionismo? “Da quando è entrata in vigore la legge Gayssot, che in Francia punisce l’antisemitismo vecchio stile, per esempio quello di Jean-Marie Le Pen, gli antisemiti hanno dovuto apparire mascherati, nascosti, celati, per evitare la legge. Che in Francia il giornale di estrema destra Rivarol celebri con grande clamore il ‘coraggio’ di Jean-Luc Mélenchon dice abbastanza per chi vuole capire: l’antisionismo è la forma ipocrita assunta dall’antisemitismo quando si teme che la legge Gayssot ci porti in tribunale! Un antisionista contemporaneo vuole cancellare lo stato d’Israele dalla carta geografica: cosa fa con gli ebrei? Esodo? Deportazioni? Dove? Campi di concentramento o di sterminio? Dove? La carta di Hamas e l’Iran dei mullah aspirano a questo, così come i loro simpatizzanti antisionisti”.