◉ I PRINCIPALI FATTI DI OGGI
Israele conferma la morte di una soldatessa ostaggio a Gaza. Il video di Hamas
Secondo il ministro della Difesa israeliano Hamas non ha più il controllo della Striscia. Dopo la preoccupazione di Onu e Oms, Biden chiede che gli ospedali siano protetti
Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele
Guterres: "profondamente turbato dall'orribile situazione" a Gaza. Per Israele "non merita di essere il capo dell'Onu"
Il portavoce del segretario generale dell'Onu, Stephane Dujarric, ha riferito che Guterres è "profondamente turbato dall'orribile situazione e dalla drammatica perdita di vite umane in diversi ospedali di Gaza". "In nome dell'umanità, il segretario generale chiede un cessate il fuoco umanitario immediato", ha aggiunto il portavoce. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, in una conferenza stampa a Ginevra, ha detto a questo proposito che "Guterres non merita di essere il capo delle Nazioni Unite". "Guterres non promuove alcun processo di pace nella regione", ha detto, facendo alcune insinuazioni sulla sua vicinanza all'Iran. Il portavoce di Guterres ha risposto che "il segretario generale continua il suo lavoro rimanendo calmo e concentrato in circostanze difficili, basandosi sui principi della Carta Onu e sulle leggi umanitarie internazionali".
Netanyahu: Stiamo “lavorando incessantemente” per garantire il rilascio degli ostaggi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di star lavorando "incessantemente per il rilascio degli ostaggi" tenuti da Hamas a Gaza. “Se e quando ci sarà qualcosa di concreto da riferire, lo faremo” ha dichiarato Netanyahu poco dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva affermato di ritenere che un accordo per il rilascio degli ostaggi “si sarebbe realizzato”. Secondo il premier israeliano, l'aumento della pressione da parte della campagna di terra israeliana all'interno di Gaza starebbe "aiutando a spostare le cose nella giusta direzione".
Biden: "Ci sarà il rilascio degli ostaggi". "Resistete, stiamo arrivando"
Mentre il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz diceva in conferenza stampa che "anche se fosse necessario un cessate il fuoco per la restituzione dei nostri ostaggi, la guerra non si fermerà", il presidente americano Joe Biden ha mostrato ottimismo sul rilascio degli ostaggi prima di partire per il vertice con il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco. "Credo che il rilascio degli ostaggi avverrà". Per le famiglie degli oltre 200 ostaggi presi, il presidente Biden ha detto di avere questo messaggio: "Resistete, stiamo arrivando". Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, a Ginevra insieme ha una delegazione dei famigliari dei rapiti, ha detto che Israele afferma di non aver avuto "prove" che gli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza siano "in vita".
Le famiglie degli ostaggi in marcia da Tel Aviv a Gerusalemme
Le famiglie degli ostaggi israeliani trattenuti da Hamas nella Striscia di Gaza hanno iniziato una marcia di cinque giorni, chiedendo la liberazione dei loro cari. Israele sostiene che siano più di 240 le persone rapite dai terroristi durante l'attacco del 7 ottobre.
La marcia coprirà i 70 chilometri che separano Tel Aviv dall'ufficio del primo ministro a Gerusalemme. "Stiamo marciando verso il premier per gridargli che abbiamo bisogno che tornino a casa adesso", ha detto all'agenzia di stampa Reuters uno dei partecipanti.
Idf: "Preso il controllo di altri edifici istituzionali di Hamas a Gaza City"
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno preso il controllo di diversi edifici governativi di Hamas nei quartieri di Sheikh Ijlin e Rimal di Gaza City. Tra i siti in controllo dell'esercito di Israele ci sono il parlamento di Hamas, il suo complesso governativo e il quartier generale della polizia. Un portavoce dell'Idf ha annunciato che la 7a brigata e la brigata Golani dell'esercito hanno preso il controllo oggi anche della Casa del governatore a Gaza, il quartier generale della polizia e degli uffici di Hamas, gli uffici della divisione di intelligence di Hamas insieme ad altri siti utilizzati per prepararsi all'attacco del 7 ottobre, l'edificio di una facoltà di ingegneria dell'università di Gaza, che "serviva come istituto per la produzione e lo sviluppo di armi", e un altro complesso di Hamas con una base di addestramento, un centro di comando, stanze per gli interrogatori e celle di detenzione.
Israele conferma la morte della soldatessa israeliana in ostaggio di Hamas Noa Marciano. Il gruppo palestinese aveva pubblicato un video
Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato la morte della soldatessa israeliana Noa Marciano, rapita da Hamas il 7 ottobre. La ragazza di 19 anni il giorno dell'attacco terroristico stava prestando servizio nei pressi del kibbutz Nahal Oz. Ieri le Brigate al Qassam, il braccio militare di Hamas, avevano pubblicato un video propagandistico della soldatessa: una clip la mostrava mentre parlava davanti alla telecamera quattro giorni dopo essere stata presa in ostaggio. La clip seguente passava poi ad alcune immagini del suo cadavere. Secondo Hamas la ragazza sarebbe morta a causa di un attacco aereo dell'Idf il 9 novembre scorso. L'Idf non ha ancora chiarito le cause della morte ma ha riconosciuto Noa Marciano come un “soldato caduto tenuto prigioniero da un gruppo terroristico”, scrive il Times of Israel.
Israele: stiamo organizzando il trasferimento di incubatrici a Gaza
L'esercito israeliano ha dichiarato su X che è in procinto di "coordinare il trasferimento di alcune incubatrici da un ospedale in Israele a Gaza". L'Idf ha pubblicato sui social anche la registrazione di una conversazione tra un ufficiale di collegamento e il direttore dell'ospedale al Shifa, riguardante il trasferimento di 37 incubatrici insieme a quattro respiratori e altre attrezzature mediche urgenti. Il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell'Idf, ha detto che Israele fornirà assistenza per evacuare i bambini in difficoltà da al Shifa in un "ospedale più sicuro"
Nell'attacco terroristico del 7 ottobre è morta l'attivista canadese-israeliana Vivian Silver
La 74enne canadese israeliana Vivian Silver era un'attivista fondatrice dell’associazione di donne per la pace Women wage peace e l’Arab-Jewish center for women equality, empowerment and cooperation: ha dedicato la propria vita a combattere per i diritti dei palestinesi. Viveva nel kibbutz Be'eri dagli anni '70, quando si era trasferita da Winnipeg, e secondo l'esercito israeliano era stata rapita dai miliziani di Hamas il 7 ottobre. Fino a ieri era nella lista degli ostaggi, oggi invece i suoi resti sono stati identificati e trovati nella sua casa. Non si è mai spostata da lì, uccisa dai miliziani di Hamas la mattina del giorno dell'attacco. Quella mattina Vivian era al telefono con il figlio Yonatan Zeigen: anche lui attivista nel nord di israele, nelle ultime settimane ha fatto numerosi appelli per il cessate il fuoco. Ha detto di aver imparato da sua madre a cercare la pace sopra ogni altra cosa.
Netanyahu: "Se non vinciamo adesso, l'Europa e l'America saranno i prossimi" obiettivi di Hamas
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista con Sean Hannity all'emittente americana Fox News ha detto che l'America potrebbe essere "la prossima" se Israele non neutralizzerà Hamas. "Dobbiamo vincere per proteggere Israele. Dobbiamo vincere per salvaguardare il Medio Oriente. Dobbiamo vincere per il bene del mondo civilizzato. Questa è la battaglia che stiamo combattendo." "Se non vinciamo adesso, allora l'Europa sarà la prossima e voi sarete i prossimi. E dobbiamo vincere", ha detto. Netanyahu ha sottolineato che “la nostra lotta è la vostra battaglia” e che “non c’è nulla che possa sostituire la vittoria”. Ha anche ribadito la sua promessa contro un cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi, definendolo una “resa a Hamas” se i prigionieri israeliani non verranno restituiti sani e salvi.
Hamas ha perso il controllo della Striscia, dice Israele
Soldati dell'esercito israeliano sono entrati all'interno del Parlamento di Gaza, come si vede in una foto pubblicata sui social e ripresa dal Times of Israel. Nell'immagine ci sono le truppe della brigata Golani con tre bandiere di Israele sedute tra i banchi dove dal 2007 siede Hamas. Secondo lo stesso giornale, questa mattina le stesse truppe sarebbero entrate nel quartier generale della polizia militare di Hamas.
A sostenere che Hamas abbia perso il controllo della Striscia di Gaza è il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Washington Post: l'accordo per il rilascio degli ostaggi è vicino
Un funzionario israeliano ha dichiarato al Washington Post che un accordo tra Israele e Hamas, che prevede il rilascio di parte degli ostaggi, si sta avvicinando alla conclusione e potrebbe essere annunciato entro pochi giorni. "Le linee generali dell'accordo sono chiare", avrebbe detto il funzionario: gli ostaggi verrebbero rilasciati in gruppi, in cambio di donne e giovani palestinesi incarcerati in Israele.
Israele avrebbe chiesto il rilascio di 100 donne e bambini ostaggio, ma Hamas si sarebbe detto disponibile a liberarne solo 70. Il quotidiano americano aggiunge che Israele sarebbe anche disponibile a un cessate il fuoco temporaneo della durata massima di cinque giorni al fine di consentire il passaggio sicuro degli ostaggi fuori dalla Striscia di Gaza e un afflusso di aiuti ai civili nell'enlcave.
Biden dice che "gli ospedali di Gaza vanno protetti"
Lunedì sera, parlando dallo Studio Ovale ai giornalisti, il presidente americano Joe Biden ha detto che "gli ospedali di Gaza devono essere protetti" e che la sua "speranza e aspettativa" era che ci fossero "azioni meno intrusive nei confronti dell'ospedale". Le parole di Biden arrivano dopo quelle preoccupate dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Onu, che ieri avevano parlato di una situazione al collasso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che oltre la metà degli ospedali di Gaza – 22 su 36 – sono ora “non funzionanti”. Secondo l'OMS, ciò è dovuto alla "mancanza di carburante, danni, attacchi e insicurezza". L'agenzia delle Nazioni Unite ha aggiunto che i restanti 14 ospedali hanno “forniture appena sufficienti” per sostenere interventi chirurgici salvavita e fornire cure ospedaliere, e ha chiesto un cessate il fuoco immediato.
Negli Stati Uniti il dibattito sul sostegno a Israele si sta trasformando in una rivolta liberal contro Trump. Ne abbiamo scritto qui.
Cosa succede negli ospedali di Gaza
L’invasione di Gaza City culmina ai confini degli ospedali. L’obiettivo dei soldati israeliani è svuotarli del tutto prima di entrare nella metropolitana militare di Hamas che avrebbe uno dei suoi snodi cruciali sotto il più grande complesso ospedaliero della Striscia, al Shifa, che ha raggiunto il punto di collasso.
Cosa c'è in gioco