Il caso
Kyiv arresta un deputato ucraino: collaborò con Trump contro i Biden
Dubinsky è accusato di tradimento per aver presumibilmente lavorato per aiutare la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Il suo arresto riaccende i riflettori sugli sforzi dell'ex presidente e dei suoi collaboratori per ottenere vantaggi politici screditando Hunter Biden
Martedì le autorità ucraine hanno incarcerato Oleksandr Dubinsky, un parlamentare che quattro anni fa aveva aiutato l’ex sindaco di New York e avvocato di Trump, Rudy Giuliani, nel tentativo fallito di scavare nel passato di Joe Biden per conto dell’allora presidente Donald Trump. Dubinsky è accusato di tradimento per aver presumibilmente lavorato per aiutare la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Il suo arresto riaccende i riflettori sugli sforzi di Trump e dei suoi collaboratori per ottenere vantaggi politici screditando Biden e suo figlio, Hunter Biden. Trump, nonostante i numerosi procedimenti giudiziari, è il grande favorito repubblicano per sfidare Biden alle elezioni del prossimo anno.
Le autorità del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) e dell’ufficio di stato per le indagini hanno informato Dubinsky lunedì scorso dell’apertura di un procedimento penale contro di lui con l’accusa di tradimento di stato, secondo quanto dichiarato dalle agenzie su Telegram. Le agenzie hanno accusato Dubinsky, un altro ex deputato, Andriy Derkach, e l’ex procuratore Kostiantyn Kulych di appartenere a un’organizzazione controllata dall’agenzia di intelligence militare russa, il Gru, che avrebbe “svolto attività informative sovversive a favore della Federazione russa”. “Il compito principale di questa organizzazione era quello di destabilizzare la situazione sociopolitica in Ucraina e screditare il nostro stato sulla scena internazionale”, si legge nella dichiarazione dell’Sbu. “I responsabili rischiano fino a 15 anni e la confisca dei beni”.
Nel 2020 e nel 2021, gli Stati Uniti avevano messo i tre uomini sotto sanzioni dopo averli accusati di legami con i servizi segreti russi e di aver tentato di interferire nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2020. Martedì, un tribunale di Kyiv ha ordinato la detenzione di Dubinsky per “almeno 60 giorni” senza cauzione. Le dichiarazioni non facevano il nome di Dubinsky e si riferivano soltanto a un “attuale deputato del popolo”. Tuttavia, Dubinsky ha confermato le accuse sul suo canale Telegram e ha insistito sulla sua innocenza. “Sarò tenuto in custodia fino al 12 gennaio 2024, questo si chiama ‘trascorrere il Capodanno in una struttura di detenzione’”, ha detto Dubinsky in un video postato su Telegram dopo la decisione del tribunale.
Il gruppo di Dubinsky sarebbe stato creato dal vice capo del Gru Volodymyr Alekseyev e avrebbe ricevuto circa 10 milioni di dollari per svolgere le sue attività, ha dichiarato l’Sbu. Secondo l’agenzia, Dubinsky lavorava con il nome in codice “Buratino”, il nome sovietico di Pinocchio. “Nell’ambito delle indagini preliminari è stato documentato come il sospettato diffondesse notizie false sui vertici militari e politici del nostro paese”, ha dichiarato l’Sbu. Una delle attività consisteva nella “diffusione di notizie false sulla presunta interferenza di alti funzionari ucraini” nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2020.
Nel dicembre 2019, mentre la Camera stava preparando le accuse di impeachment contro Trump, Giuliani, allora l’avvocato personale del presidente, si incontrò con Dubinsky e Derkach a Kyiv mentre lavorava a un documentario sulla corruzione ucraina. Il documentario, trasmesso dalla rete di estrema destra One America News, cercava di contrastare l’accusa secondo cui Trump aveva abusato del potere del suo ufficio quando, mesi prima, aveva chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel corso di una telefonata, di “farci un favore” e di avviare un’indagine su Burisma, la compagnia di gas ucraina nel cui consiglio di amministrazione c’era Hunter Biden.
Giuliani sperava anche di raccogliere materiale che potesse coinvolgere Biden senior, allora il principale rivale politico di Trump, in schemi di corruzione legati a Burisma. Tuttavia, quel viaggio e i successivi sforzi di Giuliani non hanno prodotto alcuna prova credibile di illeciti da parte di Joe Biden. Dubinsky e Derkach avevano tenuto una serie di conferenze stampa a Kyiv poco prima del viaggio di Giuliani, in cui avevano affermato di aver rivelato la corruzione in Burisma legata ai Biden.
A settembre 2020, il dipartimento del Tesoro americano ha annunciato sanzioni contro Derkach per aver condotto una “campagna di influenza” contro Joe Biden e ha dichiarato che Derkach era “un agente russo attivo per oltre un decennio”. A gennaio 2021, il dipartimento del Tesoro ha poi imposto sanzioni anche contro Dubinsky, Kulych e altre cinque persone per aver fatto parte di “una rete di influenza straniera legata alla Russia e associata” a Derkach. “Almeno dal 2019, Derkach e i suoi associati si sono serviti dei media statunitensi, delle piattaforme di social media con sede negli Stati Uniti e di persone influenti negli Stati Uniti per diffondere accuse fuorvianti e infondate secondo le quali attuali ed ex funzionari statunitensi si sarebbero impegnati in corruzione, riciclaggio di denaro e influenza politica illegale in Ucraina”, aveva dichiarato il dipartimento del Tesoro all’epoca.
(ha collaborato Serhiy Morgunov)
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